La gioventù sovietica

Propaganda – Capitolo 7

 

«Tutti i soggetti debbono pensare in “collettivo”, affrontando con severa disciplina il conflitto (la vita è lotta, l’educazione è lotta, bisogna abituarsi anche al sacrificio personale) e organizzando la vita in comune, che può autoregolarsi solo con un alto senso di responsabilità che può svilupparsi da una prospettiva sociale di liberazione collettiva.»

 

Anton Semenovyč Makarenko

 
Il futuro del socialismo
 
I cittadini sovietici conoscono fin da giovanissimi i dettami del comunismo. Supportati da un solido sistema scolastico e inseriti in diverse forme di associazionismo, le nuove generazioni crescono e si formano secondo un percorso molto strutturato: il Partito riconosce nei giovani il futuro del socialismo e investe moltissime risorse nella costruzione di una nuova cittadinanza di stampo socialista.
 
Le organizzazioni giovanili
 
Il Komsomol, l’Unione della gioventù comunista leninista, è l’organo di riferimento di questo processo e ispira altre forme di associazionismo giovanile di stampo socialista che nascono nel resto d’Europa. Nel 1945 a Londra viene fondata la Federazione mondiale della gioventù democratica, un’organizzazione giovanile di sinistra che animerà festival in giro per il mondo ispirati ai valori della pace e dell’antifascismo.
Nel 1957, si tiene a Mosca il Festival mondiale della Gioventù e degli studenti dove partecipano circa 34.000 persone da 130 paesi: si tratta della prima volta che l’URSS apre le sue porte ad eventi di questo tipo.

La condizione giovanile cambia significativamente durante gli anni ‘60, quando la potenza simbolica delle controculture e il messaggio politico del 1968 raggiungono i territori sovietici e il sistema mostra i primi segni tangibili della sua crisi.

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Di seguito viene riproposta la bacheca del settimo pannello della mostra, allestita con tre manifesti, dal patrimonio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, la copertina di una pubblicazione che raccoglie i documenti relativi alle attività del Komsomol dal 1941 al 1968, la copertina di un numero del giornale satirico «Krokodil» e due cartoline dedicate ai Giovani pionieri, i membri delle organizzazioni giovanili del partito.

 

Per iniziare la visita alla mostra virtuale, basta cliccare su una delle immagini che seguono. Potete procedere nell’ordine consigliato oppure visualizzare i singoli oggetti.


Approfondisci

Kit didattico per le scuole secondarie di II grado

Dal 1917 in Russia, la propaganda diventa il mezzo dello Stato per parlare non solo della condizione materiale, ma anche della condizione morale. Perché il futuro migliore non è solo quello con più risorse, ma anche quello in cui si realizza la condizione di equilibrio tra benessere materiale e felicità. Una condizione, questa, che fa da sfondo a un lungo processo maturato nel corso del Novecento: la progressiva urgenza del problema del limite alle risorse come inquietante limite alla felicità.

Questo processo conosce un primo punto di svolta con la crisi energetica dei primi anni Settanta, quando inizia la sfida per pensare a un altro sviluppo e dotarsi di un’altra immagine utopistica di futuro. L’arte di regime diventa il mezzo per realizzare questi intenti e attraverso le sue opere deve far apparire l’URSS come “il paese più felice del mondo”.

Il kit didattico affronta quindi questo tema, i suoi sviluppi e la sua evoluzione dalla Rivoluzione di Ottobre fino ai tempi recenti di Putin. In particolare, i contenuti sono sviluppati per analizzare il codice visivo che fu il mezzo predominante, soprattutto nell’età staliniana, di diffusione dei messaggi politici e dei modelli di comportamento promossi dalla nuova ideologia comunista.

 

 

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I pannelli della mostra