Sfruttamento

Capitolo 7

 

[ … ] l’America sarà il teatro delle mie avventure con carattere molto più importante di quanto avrei mai creduto; veramente credo di essere riuscito a capirla e mi sento americano con un carattere differente da qualunque altro popolo della terra.

 
Lo Stato nello Stato
 
Il Guatemala rappresenta una tappa importante nel viaggio di maturazione di Guevara. Il paese, come l’intera regione caraibica, è nell’area di maggiore influenza statunitense del continente. La presenza americana nella produzione e nel commercio dei generi tropicali, che rappresentano la principale voce di esportazione per quei paesi, è fortissima, tanto da configurarsi, tramite le sue imprese, come uno Stato nello Stato.
 
La United Fruit arriva a monopolizzare il commercio delle banane e della frutta tropicale, diventando il principale datore di lavoro della regione. L’azienda è la Mamita Yunai del romanzo di Carlos Luis Fallas “i cui tentacoli succhiano la linfa di tutti i popoli dell’America centrale”, come annota lo stesso Guevara all’epoca, dopo aver letto il libro. L’azienda esercita funzioni di polizia nelle sue proprietà, controlla le ferrovie, la flotta, i porti, le banche, le linee telefoniche e le radio, oltre ad avere un bilancio che le consente di trattare da posizioni di forza con i governi dei piccoli paesi della regione.
 
La democratizzazione di Guzman
 
In Guatemala, il 78% delle terre è nelle mani del 2% della popolazione. Ma quando Guevara vi arriva, il paese sta vivendo una stagione di emancipazione dalla condizione di sfruttamento cui è da tempo costretto. Il colonnello Jacobo Arbenz Guzman, sulla scia del suo predecessore Juan José Arevalo, cerca di democratizzare il paese e di sanarne i più macroscopici squilibri: legalizza i sindacati e il diritto di sciopero, istituisce un ente per la previdenza sociale e vara il decreto 900 di riforma agraria, che consente al governo di confiscare ai latifondisti locali e stranieri le terre incolte per distribuirle ai contadini.
 
La reazione statunitense
 
La politica di Arbenz, colpendo gli interessi costituiti e attuando per via democratica trasformazioni che potevano costituire un esempio per le altre “repubbliche delle banane” è oggetto di un’aspra opposizione, interna ed esterna. Su pressione statunitense il paese viene
isolato nel corso della conferenza interamericana di Caracas nel 1954. Il 18 giugno del 1954 una milizia inquadrata dagli Usa invade il paese dal vicino Honduras, supportata da aerei da guerra che bombardarono la capitale e lo stesso palazzo presidenziale.

In quell’occasione Guevara si arruola nelle brigate sanitarie organizzate dal governo per dare un suo contributo alla difesa del paese dall’aggressione. Ma il 28 giugno, sotto la pressione dei militari, Arbenz rassegna le dimissioni, ponendo fine all’esperienza riformista nella piccola repubblica caraibica. Per Guevara la rinuncia a lottare “è una doccia fredda”.

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«[…] l’unica cosa chiara è che i dieci anni di vagabondaggio minacciano di essere più […] ma ora sarà di un tipo
totalmente diverso da quello che avevo sognato e quando arriverò in un paese non sarà per visitare luoghi, vedere
musei e rovine, ma anche (perché quelle cose mi interessano sempre) per unirmi alla lotta del popolo.»

«L’America scoppierà da una punta all’altra.»

«un giovane leader cubano mi ha invitato a entrare nel suo movimento.»