1917-2017. Una storia europea chiamata Rivoluzione

Propaganda – Capitolo 11

 
La fine della storia?
 
Il crollo definitivo del progetto politico fondato con la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 e, più generalmente, la crisi del comunismo a partire dagli anni Ottanta hanno segnato profondamente l’immaginario del tempo storico che si è aperto allora e che riguarda anche il nostro presente.È stata una crisi capace di mettere in discussione l’idea stessa di trasformazione: qualcuno ha anche presunto che ciò che si stava per inaugurare era la fine della possibilità della storia di subire svolte e trasformazioni radicali e che il destino collettivo fosse ormai segnato da un lento, progressivo processo di miglioramento.
La storia non è finita, in questi trent’anni non abbiamo smesso di sognare il cambiamento, ma spesso il sogno si è offerto sotto le vesti di un presente inaspettato, spesso inquieto e preoccupante.
 
 
 
La sfida del Novecento
 
È importante tornare a riflettere sulla storia del Novecento e provare a ripercorrere un secolo nei suoi momenti di entusiasmo e di crisi, di rilettura critica e di confronto, anche acceso, ma dove il presente era colto sempre come una sfida in cui provare a superare le proprie inadeguatezze.

Nelle tre diverse tappe del nostro percorso, dedicato alle idee, all’economia e alla propaganda del mondo sovietico, abbiamo proposto un insieme di immagini, di sogni, di preoccupazioni, ma anche e soprattutto di parole che hanno definito il linguaggio collettivo del Novecento, e che almeno in parte gli sono sopravvissute.
 
Un futuro sempre aperto
 
Questi concetti toccano le sensibilità di quel tempo e del nostro, ancora caratterizzate da quello sguardo che reciprocamente si volge “oltre il confine”, che prova a costruire e a dare forma a un dialogo e a uno scambio che non sono mai stati quieti, ma sempre turbolenti, contratti, tesi, ma in cui nessuna delle due parti ha cercato la rottura definitiva. Un dialogo e uno scambio che chiedevano di trovare forme di coabitazione, di compromesso, di confronto.

Quando la sensazione era quella di essere prossimi alla rottura, si riprendeva il discorso in modo da tenere sempre una porta aperta, scommettendo su un margine di interesse comune, per provare, magari in un momento successivo, a riannodare ciò che nel frattempo si era perduto. Perché vi è una possibilità di futuro laddove si prova a dare una chance diversa al presente, e a non assumerlo come dato e immodificabile.

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Di seguito viene riproposta la bacheca dell’undicesimo pannello della mostra, allestita con manifesti tratti dal patrimonio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.

 

Per iniziare la visita alla mostra virtuale, basta cliccare su una delle immagini che seguono. Potete procedere nell’ordine consigliato oppure visualizzare i singoli oggetti.


Approfondisci


Le democrazie europee stanno attraversando mutamenti intensi sul versante dei soggetti politici (partiti e movimenti), sul versante istituzionale e sul versante della comunicazione grazie alle nuove tecnologie. I profondi mutamenti che hanno innescato una transizione difficile nella nostra vita democratica hanno i loro confini segnati dalla fine dell’ordine bipolare seppellito sotto le macerie del Muro di Berlino, dalla crisi che dal 2008 ha colpito con vigore l’Occidente e in particolare l’Europa e dalla diffusione di internet e dei social media.

Le nostre democrazie sono confrontate a molteplici sfide (crisi della rappresentanza, emersione dei populismi, leaderismi, cattura oligarchica delle istituzioni, etc…) e stanno attraversando una difficile transizione che ne ridefinirà le caratteristiche. In questo epub sono raccolti alcuni dei contributi originati dalla Linea di ricerca sull’Innovazione politica della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli nel corso del suo primo anno di attività.

 

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