I viaggi in Polonia: aiuti, informazioni, sostegno

Capitolo 13

 

Io firmavo “in buona fede” i documenti di trasporto, ma nei nostri cartoni pieni di medicine, di pasta, zucchero e vestiti venivano nascosti pubblicazioni, radio trasmittenti, materiale tipografico e altro, che serviva al movimento Solidarność passato alla clandestinità.

 

Testimonianza di Wanda Romer Sartorio in K. Jaworska, C. Simiand, a cura di, Solidali con Solidarność. Torino e il sindacato libero polacco, Franco Angeli, Milano 2011
 
I trasporti
 
Durante il periodo della legge marziale, accompagnano i trasporti con i carichi di aiuti umanitari esponenti dei sindacati, attivisti dell’associazionismo, sacerdoti, volontari. Dopo le prime spedizioni per via aerea si opta per i carichi su Tir.
 
Lo scambio tra Polonia e Italia
 
La strategia elaborata dal Comitato di Solidarietà con Solidarność è quella di mandare i pacchi da città diverse con mittenti diversi e di alternare trasporti “puliti” con carichi proibiti: ciclostili, matrici, inchiostro, libri, denaro.
Al ritorno gli accompagnatori portano in Italia altrettanti carichi proibiti: microfilm, registrazioni, riviste clandestine, volantini, informazioni, che confluiscono in preziosi resoconti di viaggio.

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Le immagini che seguono testimoniano il fitto scambio di materiali, spesso proibiti, tra Italia e Polonia durante gli anni della clandestinità di Solidarność,

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«Clima nelle città. È molto diverso da città a città: a Poznań nessuno parla, a Varsavia si sentono invece i commenti nelle “code”, sui treni, per strada, si creano barzellette gustose sul governo, sui militari, sui provvedimenti; a Katowice – ci informò un gruppo di minatori – la gente è tesa e si comporta apertamente in modo ostile con i miliziani.
Le case dei militanti “non ricercati” sono i luoghi più sicuri. Lì si parla, si hanno molte informazioni, si scopre che la rete di opposizione clandestina è molto ampia. I giovani soprattutto […] passano molto tempo a camminare a piccoli gruppi commentando la situazione. I giudizi sentiti da loro sono i più amari: non vedono per loro una via d’uscita, una prospettiva con qualche segno positivo»

 

Dal rapporto del viaggio in Polonia di Fredo Olivero, dal 18 al 25 gennaio 1982

 

«La somma maggiore portata in un colpo solo fu trasportata da Fredo Olivero da parte della Cisl nazionale a Solidarność di Varsavia: li consegnammo personalmente al tesoriere, padre Jerzy Popiełuszko. Ci ricevette prima in parrocchia, con un disco che suonava ad alta voce, per confondere le cimici spia, poi ci invitò a pranzo. Mi colpì quella sua aria da ragazzino fragile. Quando fu ucciso mi sembrò un atto a maggior ragione tremendo: ammazzare una persona così indifesa, era come un agnello. Era l’agnello sacrificale.»
 

Testimonianza di Krystyna Jaworska in K. Jaworska, C. Simiand (a cura di), Solidali con Solidarność. Torino e il sindacato libero polacco, Franco Angeli, Milano 2011

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