Competenze

Capitolo2

Una delle cose che la storia ci può insegnare è che gli uomini hanno convissuto insieme alle macchine perlomeno altrettanto bene, e probabilmente molto meglio, di quanto finora non abbiano imparato a convivere l’uno con l’altro. Ogni volta che nella società è stato introdotto un nuovo strumento – il telaio, il motore a combustione interna, il generatore elettrico – vi sono stati temporanei sconvolgimenti, confusioni ed ingiustizie. Ma col tempo gli uomini hanno imparato a creare ogni volta un ordine adatto alle nuove condizioni.

 

Elting Elmore Morison
1970

Progresso
Da sempre il progresso tecnico porta l’uomo a demandare alla macchina compiti e mansioni che venivano svolte in precedenza in prima persona. Questo processo ha provocato l’obsolescenza di alcune professioni ma ha fatto anche emergere la necessità di rispondere ad esigenze diverse, generando il bisogno di nuovi lavori e nuove figure lavorative.
 
Specializzazione
Se al tempo della fabbrica l’operaio veniva definito in base al pezzo o alla lavorazione in cui aveva trovato la propria specializzazione, oggi ai lavoratori sono richieste maggiori competenze o una maggiore versatilità per per stare al passo con le dinamiche evolutive prodotte dalla trasformazione digitale in corso. Nel pieno di una rivoluzione epocale della nostra società, per il lavoratore, oggi il rischio è rappresentato dal non essere in possesso di strumenti, conoscenze e competenze utili.
 
Orizzonti
Per questo, di fronte a percorsi professionali sempre più diversificati e mutevoli, è necessario ripensare l’offerta politica ponendola in connessione con le nuove sfide, re-immaginare i percorsi educativi al duplice fine di offrire occasioni di formazione permanente e aggiornare costantemente le proprie competenze non solo per una propria competitività nel mondo del lavoro ma anche per una più complessiva realizzazione e soddisfazione personale.

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Il progresso tecnologico spinge il lavoratore ad acquisire nuove competenze. Soltanto in questo modo gli è possibile restare all’interno dei processi produttivi, che diventano sempre più specifici e complessi.

 

1. Augusto Osimo, Relazione-progetto per l’istituzione di scuole-laboratorio d’arte applicata all’Industria, Tipografia degli operai, Milano, 1903, p. 24.

 

“Non dimenticate mai la natura della materia che adoperate e cercate di adoperarla nel modo migliore: se vi sentite intralciati da essa, invece di ricevere aiuto, vuol dire che non sapete ancora il vostro mestiere. Somiglierete in tal caso a un sedicente poeta che si lamenta delle catene impostegli dal metro e dalla rima.”

 

2. Immagine tratta da Istituto tecnico industriale G. Feltrinelli, I cinquant’anni dell’Istituto industriale Giacomo Feltrinelli, Milano 1908-1958, Milano, 1958.

 

3. Ettore Fanelli, Comunità di lavoro per teorici e pratici, in La ricerca scientifica in Italia, Edizioni Avanti!, Milano-Roma, 1956, p. 30.

 

“Le grandi imprese, bene organizzate, dispongono di uffici tecnici di primissimo ordine, ciascuno dei quali deve, per necessità di cose, essere diretto da persona di provate capacità organizzatore e di maestro. Il teorico, che voglia contribuire alla redazione di progetti, potrà farlo solo dopo aver vissuto nell’ambiente dell’impresa, ne abbia conosciuta l’organizzazione, i metodi di lavoro, le necessità. Il progettista dovrà aiutarlo a impostare i problemi con l’approssimazione che giudica sufficiente e questa è la parte più ardua della collaborazione, e assicurarsi che non intraprenda lavori di calcolo per i quali occorra un tempo maggiore di quello di cui si dispone. Il ricercatore deve, a sua volta, ingegnarsi a interpretare il fenomeno, che gli viene richiesto di esaminare, nei modi voluti dal progettista, esporre i risultati in forma facilmente intelligibile e assicurarsi che egli li abbia rettamente interpretati”.

 

4. L’opera della Società Umanitaria dalla sua fondazione a oggi, Milano, Scuola del Libro, 1906.

Approfondimento

Guarda la puntata intitolata Tecnobarocco, della trasmissione Sapiens, condotta da Mario Tozzi e prodotta dalla RAI, dedicata alla tecnologia e ai suoi eccessi, frutto di uno sviluppo portentoso, compiuto in poco meno di 10.000 anni, che ha stravolto per sempre il pianeta e il nostro modo di vivere.

 

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