Progresso inconsapevole

Gli impatti sociali delle rivoluzioni industriali

Introduzione alla mostra

Ogni trasformazione tecnologica e produttiva rimette in gioco le vite delle persone, i corpi, i gesti, le mentalità. L’innovazione affina strumenti e ridefinisce funzioni, portando alla nascita di nuovi mestieri attorno ai quali si aggregano comunità sociali, professionali, politiche. Il mondo materiale e sociale in cui abitiamo, dai luoghi di lavoro ai ritmi di vita, viene stravolto generando attese e inquietudini.

Guardando alle rivoluzioni industriali del passato vogliamo scorgere conflitti, processi, fenomeni per allenare uno sguardo critico. La ricerca di un bagaglio di esperienze – in cui si mescolano ipotesi progettuali e questioni irrisolte – ci rende più consapevoli: più attrezzati ad affrontare le trasformazioni del presente e a dotarci di una bussola per andare incontro al futuro.
Oltre ogni determinismo, la storia insegna che il progresso non è mai lineare, prevedibile, scontato. È un processo aperto: sta a noi rispondere agli interrogativi che solleva e cogliere le opportunità che porta con sé.
Tutti i passaggi legati alle rivoluzioni industriali e al loro impatto sulla società mostrano che l’uomo, con il suo agire collettivo, è in grado di accettare la scommessa posta dal cambiamento e di tradurre il progresso in conquista condivisa. Oggi abbiamo la possibilità di pensare un nuovo equilibrio di sistema in cui uno sviluppo sostenibile possa coniugarsi con gli obiettivi della giustizia e dell’inclusione sociale. E’ in gioco la convivenza umana e il futuro del pianeta.

 
 

 
É possibile affermare che le rivoluzioni industriali ebbero – e hanno tutt’ora – degli impatti estesissimi, i cui effetti travalicavano i confini della fabbrica: l’innovazione tecnologica modifica i modi di produrre, la quantità della produzione delle merci, i prezzi, l’estensione delle reti di scambio, scompaginando i vecchi equilibri. A loro volta, i cambiamenti tecnologici favorirono l’esternalizzazione di alcune funzioni e operazioni che l’uomo in precedenza compiva in prima persona con il suo lavoro.

Alcune professioni, investite dalle trasformazioni, si scoprirono obsolete mentre fecero la loro comparsa nuove esigenze a livello di competenze.
Il quadro odierno, dove una figura altamente qualificata può venire retribuita come un profilo con minori qualifiche, presenta però una nuova problematica dalla non semplice risoluzione: visto che l’offerta eccede la domanda, è sempre più necessario intercettare nuove opportunità calibrando l’offerta formativa sui settori più innovativi e in espansione, aggiornando continuamente le conoscenze a disposizione. Le rivoluzioni investirono con forza anche i territori in cui presero piede: questi divennero così obiettivo di nuovi flussi migratori, che stravolsero l’equilibrio centroperiferia esistente fino a poco prima, dando così vita ad un nuovo rapporto tra città e campagna e tra poli geo-economici sviluppati e realtà comunque marginali malgrado le rivoluzioni industriali.

 

Catalogo

Seguendo il percorso proposta dalla mostra Il Progresso Inconsapevole di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, questo catalogo ripercorre in dieci tappe gli snodi e i fenomeni più significativi delle quattro Rivoluzioni industriali, per favorire uno sguardo critico sulle dimensioni e i cambiamenti del presente.

Perché oggi è in gioco la possibilità di pensare un nuovo equilibrio di sistema in cui la qualità delle conquiste sociali e dell’inclusione siano in sinergia con uno sviluppo sostenibile a 360°.

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