La nascita del Comitato di Solidarietà con Solidarność a Torino

Capitolo 7

 

Il generale ci ha dato i manganelli per picchiarvi. Possiamo farlo quando vogliamo. Abbiamo il diritto di uccidervi. Il popolo ce lo chiede.

 

Testimonianza di alcuni detenuti di Solidarność sul comportamento delle guardie carcerarie tratta dal libro Solidali con Solidarność. Torino e il sindacato libero polacco.
 
Un rapporto sempre più stretto
 
Nell’autunno del 1981 un centinaio di ragazzi, figli degli operai della Fso Varsavia sono accolti per un mese a Torino, ospiti di famiglie di iscritti e simpatizzanti della Cisl. Il coordinamento dell’iniziativa è affidata a Don Aldo D’Ottavio, sindacalista della Fim Cisl. Accompagna il gruppo Marek Majcher di Solidarność FSO.
Per l’occasione viene fondato il Comitato Solidarność Varsavia-Cisl Torino, con sede presso la Cisl torinese. Grazie all’ottimo risultato ottenuto nasce l’Asapi, Associazione per lo sviluppo dell’amicizia italo-polacca, che intendeva organizzare un soggiorno in Valle d’Aosta nell’estate successiva. Il progetto, a causa del colpo di Stato, non si realizzerà.
 
Il Comitato di Solidarietà
 
L’accoglienza ai bambini intesse una rete di solidarietà tra famiglie italiane e polacche, che, su iniziativa della Comunità polacca di Torino e in seguito alla richiesta di sostegno internazionale di Lech Wałęsa, conduce alla fondazione su iniziativa della Comunità Polacca di Torino, nel novembre 1981, del Comitato di Solidarietà con Solidarność.

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Le immagini proposte in questo pannello, un documento dell’Asapi e due foto, riguardano l’iniziativa di gemellaggio che ha portato alcuni bambini polacchi in Italia e alcuni bambini italiani in Polonia.

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«II “Comitato Solidarność Varsavia-CISL Torino” intende organizzare un primo soggiorno turistico-culturale in Italia di quattro settimane (ottobre 81) per figli di lavoratori di Varsavia. […]

Aprire occasioni di vivere una realtà diversa dalla propria, conoscere e rapportarsi con un altro ambiente e cultura, intrecciare contatti umani più ampi della solita cerchia, è senz’altro positivo anche per i giovani perché aiuta ad uscire dal chiuso della propria esperienza, come hanno potuto verificare i militanti torinesi che sono stati in Polonia.»
 

Dal documento redatto dal Comitato Solidarność-CISL, Via Barbaroux, 43 – TORINO

 

 

«Varsavia, 10 dicembre 1981

Cara Famiglia,

desideriamo farVi pervenire i più sinceri ringraziamenti per l’ospitalità che avete dato ai nostri bambini, per la disponibilità, la generosità e il tempo che avete loro dedicato.

Ci rendiamo conto che ospitare i bambini per un mese nella Vostra casa abbia rappresentato un notevole impegno e sforzo, come pure abbia portato parecchio scompiglio nella Vostra vita. I bambini si trovavano nella Vostra casa molto bene e continuano a raccontarci degli episodi bellissimi della loro permanenza, ma il ricordo più bello è l’enorme cordialità e amicizia che hanno da Voi conosciuto.»
 

Dalla lettera scritta dopo il colpo di Stato, ma predatata, quando ancora il sindacato non era illegale, da Marek Majcher, resp. della stampa Nszz Solidarność in FSO, e Andzej Puścian, resp. Nszz Solidarność in FSO

 

Consigli di lettura

 

Solidali con Solidarność. Torino e il sindacato libero polacco. Di seguito la Fondazione propone in formato cartaceo un volume edito da Franco Angeli che riflette sulla vicenda di Solidarność, e ne studia le ripercussioni sul contesto italiano.

 

Copertina del libro Solidali con Solidarność

 

La storia di Solidarność fuori della Polonia non ha tuttora esaurito l’attenzione degli storici. La solidarietà politica, sociale e culturale rapidamente acquisita in Europa e nel mondo e ampliata dopo il colpo di Stato del 1981, che pose il sindacato libero fuori legge in patria, fornisce ancora nuove testimonianze e riflessioni su quella straordinaria vicenda.
Di particolare interesse il rapporto che si instaurò a Torino con le grandi organizzazioni sindacali confederali e le problematiche che ne derivarono. In un contesto di forte conflittualità sociale, i lavoratori e i sindacati torinesi espressero, pur talvolta con reticenze e diffidenze, slanci di generosa e autentica solidarietà che li legarono idealmente e concretamente a molti polacchi.

 

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