L’alba della libertà
Capitolo 3
L’Italia libera
Piazza Duomo, a Milano, è il luogo dove, dopo la Liberazione,gli italiani festeggiano la libertà ritrovata. Il 28 aprile 1945 è il comandante delle brigate partigiane della Valsesia, Cino Moscatelli, che parla nella piazza insieme a Luigi Longo, comandante delle Brigate Garibaldi. Due giorni prima è stato Sandro Pertini, insieme al comandante delle Brigate Matteotti Bonfantini, che ha annunciato alla radio la liberazione della città, a prendere la parola.
I valori costituzionali
L’Italia conquista la libertà e, per la prima volta, nel 1946, il suffragio universale esteso anche alle donne. Nel giro di due anni e mezzo una grande partecipazione pubblica e un confronto aperto tra i partiti permette di darsi una Costituzione che è il frutto – unitario – delle speranze della grande maggioranza degli italiani e della capacità di dialogo raggiunta dalle forze politiche. Oggi la partecipazione alla cosa pubblica non è più incanalata prevalentemente attorno ai partiti, come accadde in quell’epoca, ma i valori di libertà e giustizia iscritti nella carta costituzionale – e profondamente affini alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata nel 1948 – costituiscono ancora il punto di riferimento indispensabile per ogni azione rivolta al bene collettivo.
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1945
25 – 29 APRILE
La notte del 24 aprile, dopo venti mesi di resistenza, il CLNAI (Comitato di Liberazione dell’Alta Italia) indice l’insurrezione generale a Milano. Mentre i gruppi partigiani occupano le sedi del potere nazifascista, gli operai entrano in sciopero, bloccando le fabbriche della città. Il 25 aprile la città viene dichiarata libera, mentre la popolazione e i gruppi partigiani festeggiano la vittoria, le gerarchie fasciste fuggono dalla città.
1946
2 GIUGNO
Dopo due decenni di dittatura gli italiani tornano alle urne per scegliere fra monarchia o Repubblica, all’interno del Referendum istituzionale e per eleggere i membri dell’Assemblea costituente. Per la prima volta a livello nazionale, partecipano alle elezioni anche le donne, le quali superano come numero di votanti gli uomini: 21 italiane vennero elette nei banchi della Costituente.
1948
1° GENNAIO
Promulgata il 27 dicembre del 1947, la Costituzione della Repubblica Italiana entra in vigore con l’inizio del nuovo anno.
Kit didattico: Cos’è l’Europa?
La sfida della libertà
La Resistenza. Una storia europea
Il passato al presente. Raccontare la storia oggi
Kit didattico: Cos’è l’Europa?
Il kit – Cos’è l’Europa? – interroga il concetto stesso di Europa e lo analizza come il frutto di espressioni geografiche, storiche, politiche e sociali che nel tempo si sono modificate e sovrapposte, costruendo di volta in volta diverse rappresentazioni (e auto-rappresentazioni) di ciò che chiamiamo Europa. Questo sguardo permette di osservare e analizzare alcuni aspetti della storia dell’Europa senza cadere nella riproposizione manualistica dei fatti e delle vicende, e produce una consapevolezza sulla continua evoluzione dell’idea stessa d’Europa che risulta fondamentale per ragionare criticamente sulle trasformazioni di oggi e comprendere gli scenari per il futuro.
È possibile ampliare alcune degli argomenti approfonditi in questo percorso grazie agli altri kit sulle tematiche della cittadinanza, dei diritti, delle migrazioni e della storia europea.
La sfida della libertà
Descrizione
Scritto da Carlo Levi nel 1939 – in forma di confessione, di appunto personale – “Paura della libertà”, da cui traiamo questo estratto, venne pubblicato per la prima volta nel 1946. I sette anni che passano dalla scrittura del testo alla sua pubblicazione sono anni densi e drammatici, che vanno dall’inizio della seconda guerra mondiale alla riacquisizione di libertà dopo le devastazioni del conflitto.
Il saggio venne steso da un Levi esule – espatriato in Francia per sfuggire alla repressione del fascismo – che sulle rive dell’Atlantico guarda alla profonda crisi della cultura occidentale, resa evidente dalla rapida avanzata delle idee e delle forze naziste in tutta Europa. In questo contesto, vicenda individuale e vissuto comune si fondono: per Levi, sono i giorni in cui riceve la notizia della morte del padre, giorni in cui inizia a riflettere sul passato, che da proprio diviene collettivo. Seguendo le tracce che indicano i fenomeni generativi della crisi, Levi inizia a riflettere sul futuro che non riesce a intravedere né immaginare. “In quel punto della vita dove non si può più guardare indietro, mi trovavo solo su quella spiaggia deserta, in un freddo autunno, pieno di vento e di piogge. Se il passato era morto, il presente incerto e terribile, il futuro misterioso, si sentiva il bisogno di fare il punto”.
La lucidità con cui affronta l’analisi della drammatica crisi del presente, sulla base del passato comune, è la base stessa della vitalità che rende ancora attuale il testo perchè “quello che è stato può tornare, quello che è celato riaffiorare alla coscienza, come riappaiono le spiagge al ritirarsi della marea”.
Conosci gli autori
David Bidussa è stato responsabile delle attività editoriali di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Tra le sue pubblicazioni: La France de Vichy (Feltrinelli, 1997); Leo Valiani tra politica e storia (Feltrinelli, 2009), Dopo l’ultimo testimone (Einaudi 2009) e Il passato al presente con Paolo Rumiz e Carlo Greppi (Fondazione Feltrinelli, 2016). Ha curato Antonio Gramsci, La città futura (Aragno 2017) e Victor Serge, Da Lenin a Stalin (Bollati Boringhieri 2017).
Sara Troglio storica contemporaneista, è ricercatrice dell’area di Cittadinanza di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Si occupa di Public History e processi di storia partecipativa in contesti di memorie conflittuali. Si interessa di Storia Orale, partecipando come ricercatrice ed intervistatrice per Laboratorio Lapsus a progetti per ANED e per l’International Bomber Command Centre Digital Archive / University of Lincoln. Ha pubblicato con DaSud Under. Giovani, Mafie, Periferie (Perrone 2017).
Carlo Levi nacque a Torino nel 1902. Si laureò in medicina, ma nutrì svariati interessi culturali, dalla pittura (nel 1929 fece parte del gruppo dei pittori di Torino) alla letteratura. Nel 1931 aderì al movimento Giustizia e libertà dei fratelli Rosselli.
Venne arrestato per attività antifascista nel 1934. Dopo un secondo arresto, nel 1935 Levi fu confinato in Lucania, nel paese di Aliano. Qui venne a contatto con la realtà del Mezzogiorno d’Italia, a lui del tutto sconosciuta; e qui ambientò il suo romanzo più noto, Cristo si è fermato a Eboli (scritto durante la guerra e pubblicato nel 1945). Nel 1936 venne graziato e poté ritornare a casa. Nel 1939 si rifugiò in Francia; in seguito prese parte alla Resistenza.
Dopo la Liberazione, Levi mantenne le sue numerose collaborazioni giornalistiche; nel 1950 pubblicò L’orologio e nel 1955 Le parole sono pietre, una raccolta di reportages. Non interruppe intanto la sua notevolissima attività di pittore neorealista (nel 1954 espose in una sala alla Biennale di Venezia). Nel 1964 raccolse nel volume Tutto il miele è finito le esperienze nate da una permanenza in Sardegna. Nel 1963 e 1968 venne eletto al Senato come indipendente nelle file del Pci. Morì a Roma nel gennaio 1975.
La Resistenza. Una storia europea
Descrizione
Dalla Resistenza è nata una coscienza europea. Aspetto questo certamente da non sopravvalutare ma neppure da sottovalutare, poiché ha contribuito in modo determinante a ricostruire l’identità europea nel periodo successivo alla guerra. Se è incontestabile, precisa Wieviorka, che la resistenza sia stata un fenomeno insieme nazionale e patriottico, è anche vero che in Europa occidentale è stata anche un fenomeno europeo e progressista, sotto una doppia influenza: da una parte gli anglo-americani hanno contribuito, attraverso il loro sostegno, a modellarla, in termini ideologici e organizzativi; dall’altra i movimenti clandestini, di fronte ad un’occupazione barbara e sanguinosa, hanno dovuto lasciare le rive del patriottismo per abbracciare orizzonti più ampi.
Tutto questo, sottolinea Wieviorka, indica una differenza significativa che distingue la prima guerra mondiale dalla seconda. Tra il 1914 – o il 1915 – e il 1918, quando i belligeranti avevano combattuto prima di tutto per difendere il loro paese.
Conosci gli autori
Antonino De Francesco (Milano, 1954) è professore ordinario di storia moderna presso l’Università degli studi di Milano ed attualmente ricopre l’incarico di Direttore del Dipartimento di Studi storici. I suoi interessi di ricerca fanno centro sull’epoca rivoluzionaria e napoleonica, nonché sull’Ottocento politico italiano. Fra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: Storie dell’Italia rivoluzionaria e napoleonica (1796-1814), Milano, Bruno Mondadori 2016; The Antiquity of the Italian Nation.The Cultural Origins of a Political Myth in Modern Italy (1796-1943), Oxford, Oxford University Press 2013; Republics at War (1776-1840). Revolutions, Conflicts and Geopolitics in Europe and the Atlantic World (con P. Serna, J. Miller), London, Palgrave 2013; La palla al piede. Una storia del pregiudizio antimeridionale, Milano, Feltrinelli 2012; L’Italia di Bonaparte. Politica, statualità e nazione nell’Italia tra due rivoluzioni (1796-1821), Torino, UTET 2011.
Olivier Wieviorka, storico contemporaneista. Professore all’École Normale Supérieure di Cachan. Membro del comitato di redazione della rivista “Vingtième siècle”, e della rivista “L’Histoire. Specialista riconosciuto della Resistenza e della Seconda guerra mondiale, a cui ha dedicato diversi libri. Ricordiamo, tra questi, Lo sbarco in Normandia (il Mulino 2009) e Histoire de la résistance. 1940- 1945 (Perrin 2013), un’opera acclamata dalla critica, premiata dall’Académie française e apprezzata dal pubblico. Ha diretto, inoltre, insieme a Jean Lopez, Les mythes de la Seconde Guerre mondiale (Perrin 2015). L’ultimo suo libro tradotto in italiano è Storia della Resistenza nell’Europa occidentale. 1940-1945 (Einaudi 2018; versione originale Perrin 2017).
Il passato al presente. Raccontare la storia oggi
Descrizione dell’eBook
La storia tradizionalmente l’hanno raccontata gli storici attraverso i libri.
Ma il passato ci raggiunge anche attraverso molte altre fonti, altri media e linguaggi: dalle lettere ai film, dai diari alle canzoni, dalle fotografie al web, fino ai luoghi della storia e i nostri stessi ricordi; tracce di memoria disperse nel nostro quotidiano che ci investono direttamente e in prima persona.
In questi brevi saggi Paolo Rumiz, Carlo Greppi e David Bidussa riflettono su cosa voglia dire raccontare il passato oggi, dentro e fuori le barriere cartacee del libro, rimettendo in primo piano il coinvolgimento attivo di chi finora la storia l’ha soltanto recepita passivamente, ma potrebbe forse tornare a viverla.
Conosci gli autori
Paolo Rumiz è giornalista de “La Repubblica” e “Il Piccolo” di Trieste. Con Feltrinelli ha pubblicato La secessione leggera (2001), Tre uomini in bicicletta (con Francesco Altan; 2002), È Oriente (2003), La leggenda dei monti naviganti (2007), Annibale (2008), L’Italia in seconda classe. Con i disegni di Altan e una Premessa del misterioso 740 (2009), La cotogna di Istanbul (2010, nuova edizione 2015; “Audiolibri – Emons Feltrinelli”, 2011), Il bene ostinato (2011), la riedizione di Maschere per un massacro. Quello che non abbiamo voluto sapere della guerra in Jugoslavia (2011), A piedi (2012), Trans Europa Express (2012), Morimondo (2013), Come cavalli che dormono in piedi (2014), Il Ciclope (2015) e, nella collana digitale Zoom, La Padania (2011), Maledetta Cina (2012), Il cappottone di Antonio Pitacco (2013), Ombre sulla corrente (2014).
Carlo Greppi è dottore di ricerca in Studi storici, collabora con Rai Storia – come presentatore, inviato e ospite – ed è membro del Comitato scientifico dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”. Il suo libro L’ultimo treno. Racconti del viaggio verso il lager (Donzelli 2012) ha vinto il premio “Ettore Gallo”, destinato agli storici esordienti. Per Feltrinelli ha pubblicato La nostra Shoah. Italiani, sterminio, memoria (“Zoom”, 2015; in e-book) e Non restare indietro (“Kids”, 2016). Collabora anche con il blog culturale Doppiozero e con la Scuola Holden (Biennio in Storytelling & Performing Arts). Socio fondatore dell’associazione Deina e presidente dell’associazione Deina Torino, organizza da diversi anni viaggi della memoria e di istruzione, con i quali ha accompagnato oltre ventimila studenti provenienti da tutta Italia ad Auschwitz e in altri ex lager del Terzo Reich, alla scoperta della storia.
David Bidussa, storico sociale delle idee. È il responsabile delle attività editoriali e didattiche di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Ha pubblicato: La France de Vichy (Feltrinelli, 1997); I have a dream (BUR, 2006); Siamo italiani (Chiarelettere, 2007) Dopo l’ultimo testimone (Einaudi, 2009); Leo Valiani tra politica e storia (Feltrinelli, 2009). Ha curato Odio gli indifferenti di Antonio Gramsci (Chiarelettere, 2011), La vita è bella di Lev Trockij (Chiarelettere, 2015) e Norberto Bobbio – Claudio Pavone, Sulla guerra civile (Bollati Boringhieri 2015).Per Feltrinelli ha curato Il volontariato (con Gloria Pescarolo, Costanzo Ranci e Massimo Campedelli; 1994), per i “Classici” ha curato Fratelli d’Italia (2010) di Goffredo Mameli e ha scritto la postfazione a Il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne (2014). Ha collaborato al volume Sinistra senza sinistra (Feltrinelli, 2008) con la voce ‟Uso pubblico della storia”.
€ 3,99