Partecipazione

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La partecipazione degli antifascisti alla Resistenza – uomini e donne di diversa affiliazione politica e differente estrazione sociale – si concretizza sotto l’obiettivo comune di liberare l’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista. I partigiani, spesso operando in condizioni di estrema difficoltà, conducono azioni di sabotaggio, guerriglia e protezione della popolazione civile, diventando simbolo di coraggio e speranza nel futuro. La loro determinazione contribuisce in modo determinante alla fine del fascismo e alla nascita della Repubblica Italiana.

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Seleziona e sfoglia le fonti: fotografie, documenti falsi e tessere di partigiani, giornali clandestini e… un documento decisivo: il piano insurrezionale della città di Milano.

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Per approfondire

Partigiane in camice bianco: Lelia Minghini e le altre

“Andai dal dottor Grossoni, (…) Rimase in silenzio parecchio tempo poi mi disse semplicemente: ‘Grazie’. (…). Il giorno dopo lo vidi capitare nel reparto ove lavoravo, (…). ‘Se la sente di lavorare per i partigiani? – mi chiese, (..) ancora non avevo le idee chiare circa i partigiani e glielo dissi – i partigiani sono coloro che non sono d’accordo coi fascisti e i tedeschi’. Allora mi affrettai a dire: ‘Sono anch’io una partigiana’, ‘Sarà certo una di loro quando avrà fatto qualcosa, non basta avere il materiale per una torta per dire che si ha una torta, non le pare?’. ‘E allora cosa devo fare?’ ‘Glielo dirò caso per caso, il suo lavoro dovrebbe consistere nel far evadere – disse proprio così evadere – i detenuti che si trovano al primo piano del padiglione Ponti’; ‘E perché dovremmo far evadere dei detenuti che potrebbero essere anche dei ladri?’ ‘Ah sì – mi disse – è vero, tra i detenuti ci sono anche i ladri, ma quelli del Ponti sono tutti detenuti politici, l’infermeria delle carceri di San Vittore è stata bombardata perciò qui portano solo i politici (…)’. Incominciai a interessarmi del reparto Ponti, (…) e mi feci anche amica della collega che vi lavorava”.

(Daniele Pascucci, Riccardo Degregorio, Alessandro Schiavoni, Carlo Celentano,
Malati di libertà. Storia delle evasioni dei prigionieri antifascisti dall’ospedale milanese di Niguarda (1943-1945), Mimesis, 2024)

 

LELIA MINGHINI
Infermiera presso l’ospedale Niguarda dal 1941, fu una delle protagoniste dell’organizzazione clandestina di infermiere, medici e suore che organizzarono la fuga dei numerosi partigiani, antifascisti ed ebrei che venivano ospedalizzati presso il Niguarda.

 

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«F.D.G. Per una vita migliore», Sezione milanese, n. 1, 12 luglio

Pubblicazione clandestina del Fronte della Gioventù, la più nota e diffusa organizzazione di giovani impegnati nella lotta di liberazione in Italia, costituita a Milano nel gennaio 1944. Il movimento riuniva ragazze e ragazzi di diverse estrazioni politiche e sociali, uniti dall’impegno comune contro il nazifascismo e per la costruzione di un Paese libero e democratico.
Attraverso i suoi giornali e volantini clandestini, il Fronte della Gioventù promuoveva la partecipazione attiva dei giovani alla Resistenza, diffondendo ideali di giustizia, solidarietà e rinnovamento morale e civile.
(Archivio Pietro Secchia)

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“Piano generale per la insurrezione della città di Milano”

Quarantanove pagine dattiloscritte, ordinate, senza correzioni: così si presenta il “Piano generale per la insurrezione della città di Milano”, datato febbraio 1945 e compilato a cura del Comando piazza di Milano, composto dal Comitato di liberazione nazionale e dal Corpo volontari della libertà. Due mesi prima del 25 aprile nulla è lasciato al caso: uomini, armi, mezzi, luoghi da occupare, sabotaggi, posti di blocco, ruolo delle forze dell’ordine e gestione dei prigionieri. Ma anche un invito esplicito a non affrettare i tempi, ad attendere il momento propizio perché l’insurrezione non può fallire. Quale futuro attende chi si batteva per la liberazione dal nazifascismo?

(Archivio Resistenza italiana)

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