Progresso

Capitolo 9

Senza deviazione dalla norma,
il progresso non è possibile.
 
Frank Zappa

Antropocene
Con le rivoluzioni industriali – in particolare a partire dalla seconda quando il legame dell’industria con la scienza diventa strettissimo – si diffonde una enorme fiducia nel progresso e nelle possibilità dell’uomo di controllare, in maniera in precedenza impensabile, la natura come il mondo circostante. Mentre i primi voli consentono di appropriarsi di una quarta dimensione, quella dell’aria, dopo avere conquistato e domato la terra, il fuoco e l’acqua, la medicina moderna, con le vaccinazioni e gli antibiotici, inizia a porre le basi per un allungamento senza precedenti della speranza di vita.
 
Verso l’infinito e oltre
Ma la corsa dell’uomo pare inarrestabile e si rivolge allo spazio, arrivando ben presto sulla Luna e poi iniziando a coltivare e a realizzare il sogno dell’esplorazione di Marte. Al tempo stesso si conseguono progressi eccezionali anche nella scoperta e nell’esplorazione dell’infinitamente piccolo che apre orizzonti in gran parte ancora inesplorati alla medicina e alle biotecnologie. In questa evoluzione, a causa di inconsapevolezza o per la ricerca spregiudicata del profitto, non si è guardato ai costi umani e materiali posti dallo sviluppo.
 
Nuovo paradigma
Oggi, durante la quarta rivoluzione industriale, per la prima volta nella storia umana il cambiamento tecnologico non è accompagnato, nelle società occidentali, da una visione di futuro come continuo miglioramento. Proprio mentre l’uomo si convinceva di essere padrone del mondo, il mondo ha esaurito le risorse, mettendo l’uomo di fronte alla necessità di
pensare un nuovo modello di sviluppo.

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1. L. S. Mercier, L’anno due mila quattrocento quaranta, t. I, Genova, Stamperia de’ cittad. Domenico Porcile, e C., 1798, p. 68.

“Io era meravigliato di trovare tanta proprietà e tanto buon ordine nelle strade: si sarebbe detto che era il giorno della Festa del Signore: la città sembrava non ostante straordinariamente popolata, in ciascheduna strada eravi una Guardia che vegliava all’ordine pubblico: vi dirigeva il corso delle vetture, quello degli uomini aggravati di peso sempre proporzionato alle loro forze, a’ quali essi facean dare un libero passaggio. Non si vedea giammai un infelice con lena affannata, bagnato di sudore, cogli occhi sanguigni, e col capo compresso curvarsi sotto un peso che presso un popolo umano non era fatto che per un animale da soma: il ricco non si prendeva giuoco dell’umanità mediante un sol mercede di denaro. Ancora meno si vedeva un sesso debole, e delicato nato per adempiere ai doveri più dolci e più interessanti della Società, funestare lo sguardo dei passaggieri, con trasformarsi in portatore di pesi”

 

2. William Godwin, Enquiry concerning political justice and its influence on morals and happiness, vol. I, London, Robinson, 1796, p. 269.

 

“That progress, which may be carried on through a longer time and a greater variety of articles than his forefight can delineate, ha may be expected to desire should take place in a mild and gradual, though incessant advance, not by violent leaps, not by concussions which may espose millions to risk, and sweep generations of men from the stage of existence”. [Quel progresso, che potrebbe essere portato avanti attraverso un tempo più lungo e una maggiore varietà di articoli di quanto il suo scontro frontale può delineare, dovrebbe avvenire in un lieve e graduale, anche se incessante, progresso, non tramite salti violenti, non da sbattimenti che possono mettere a rischio milioni di persone, e spazzare generazioni di uomini dallo stato
d’esistenza.]

 

3. Georges Friedmann, La crise du progrès, Paris, Gallimard, 1936, p. 91.

“Le fordisme est, bien plus encore que le taylorisme […], un phénomène sociale. C’est davantage qu’une doctrine, un expérience des années 1920. Le fordisme a, de loin, débordé la personnalité et les géantes usines d’Henry Ford”.
[Il fordismo è, molto più del taylorismo, […], un fenomeno sociale. È più che una dottrina, un’esperienza degli anni Venti. Il fordismo ha di gran lunga sopraffatto la personalità di Henry Ford e le gigantesche fabbriche.]

Approfondimento

Che cosa garantisce lo sviluppo di una società? Il filosofo Massimo Cacciari, ospite di questa puntata di Quante Storie, ricorda che, fino a poco più di un secolo fa, questa domanda aveva una sola possibile risposta: la nostra capacità intellettuale. Ma dalla fine dell’Ottocento qualcosa si è rotto nel patto tra scienza e conoscenza, la tecnica si è impadronita delle nostre vite e tutto tende a ripetersi, senza alcuna visione politica, a beneficio della produzione capitalistica.

 

 

 

 

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