Il progetto di ricerca “La Grande Trasformazione” ha presentato uno speciale dedicato al Natale di guerra, identificando il Natale del ’14 come prima testimonianza della grande trasformazione che subiscono il concetto di “pace” e di “guerra”, in occasione della Prima guerra mondiale. Il gruppo di ricerca ha esaminato il processo di progressiva confusione o persino ibridazione tra i due linguaggi – retoriche della pace in tempo di guerra, retoriche della guerra in tempo di pace. Due concetti – quelli di “pace” e quelli di “guerra” – che precipitano verso l’indistinzione annunciando quei binomi, tanto ossimorici quanto familiari, che caratterizzeranno i decenni a venire: “guerra fredda”, “guerra infinita”, “guerra globale”, “guerra umanitaria”. Vi proponiamo un testo del professor Massimiliano Panarari tratto dallo speciale dove il Natale è visto dal punto di vista della propaganda bellica e della contropropaganda.
Il giorno di Natale, con la sua formidabile pregnanza simbolica (e la sua carica religiosa universale), ha rappresentato forse il momento per eccellenza di riflessione e di invito a far cessare le armi, o almeno a ripensare alle ragioni della pace contro il massacro di massa. Per questo la propaganda bellica ha rinserrato le fila, sperando che “passasse la nottata” natalizia per tornare a far tuonare i cannoni.
Vogliamo allora ricordare alcuni momenti che potremmo classificare nei termini di una forma, non pianificata ma fattiva (e plurale), di “contropropaganda” rispetto alle indicazioni e al brainwashing proveniente da governi e stati maggiori degli eserciti. In parte deliberata, in parte no, e determinata dalla compartecipazione di soggetti differenti. Nelle settimane che precedono il 25 dicembre del 1914, il pontefice Benedetto XV avanza con forza la proposta di una compassionevole “tregua di Natale”, che viene però respinta dalle potenze belligeranti (in particolare Francia e Russia, mentre la Germania si era detta disponibile ad accoglierla). “Scoppiano” così, invece, svariate “piccole tregue” improvvisate direttamente al fronte tra i soldati delle trincee contrapposte, specialmente tra tedeschi e britannici nelle aree di Ypres, Lille e Armentières – luoghi di scontri tristemente celebri e feroci. Le truppe intonarono canti di Natale nelle rispettive lingue (Stille Nacht e Silent Night, che si rispecchiano vicendevolmente) e, in diversi casi, centinaia di militi e fanti si inoltrarono nella terra di nessuno e si incontrarono, scambiandosi gli auguri, e anche doni e cibi, “fraternizzando” e bypassando (in maniera, potremmo dire adesso, per certi versi “biopolitica”) l’orrore sconfinato e l’odio alimentato dalla guerra totale e “culturale”. A raccontare questi episodi, il 30 dicembre del ’14, sarà un grande organo di informazione statunitense (avviato a essere di fatto anche sempre più “globale”, non da ultimo a causa delle corrispondenze di guerra da questo conflitto planetario), ilNew York Times. Di qui – e vista l’impossibilità di far scattare punizioni per migliaia di soldati – una reazione di fortissima disapprovazione da parte dei comandi e degli alti ufficiali, e una serie di divieti rigidissimi che impediranno il ripetersi di situazioni come queste negli anni seguenti del conflitto. Un evento spontaneo e sincero (un happening non organizzato, da vari punti di vista) dal forte valore simbolico e capace di colpire – in maniera idealtipica, se non addirittura archetipica – l’immaginario, tanto che quest’anno (2014), la catena inglese di supermarket Sainsbury sta facendo circolare per le feste uno spot tv (tipico esempio di pubblicità emozionale) a esso ispirato e intitolato “Christmas is for sharing”.
Massimiliano Panarari
Professore presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi e Responsabile Scientifico “La Grande Trasformazione”
Approfondimenti
Scopri lo speciale Natale di Guerra e i relativi ebook nei diversi percorsi di ricerca del progetto “La Grande Trasformazione”:
“Natale di Guerra”: Gli intellettuali e la pace
Lo spirito della guerra presente e le condizioni di pace per l’Europa futura
Di Erica Grossi
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“Natale di Guerra”: Economia e società
La fine dell’età dell’oro. La guerra e la “grande trasformazione” economico-finanziaria
Di Eleonora Belloni
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“Natale di Guerra”: Letteratura
Interpretazioni del Natale di guerra
Di Stefano Ballerio
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“Natale di Guerra”: Informazione e propaganda
Natale, nonostante tutto
Di Massimiliano Panarari
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