di David D’Agnelli, per il percorso narrativo Le due dimensioni della politica: stato nazionale e ordine internazionale.
La seconda Internazionale nacque nel 1889 a Parigi. L’intento dell’organizzazione, nata dalle ceneri della prima Internazionale (1864-1876), era quello di coordinare l’attività di tutti i partiti nazionali collegati con il movimento operaio. In un primo momento, a differenza della prima Internazionale, non si fece ricorso ad organi direttivi centralizzati, introdotti invece nel 1900 al Congresso di Parigi con l’istituzione di un comitato esecutivo e di un segretariato guidato di C. Huysmans.
I primi anni di vita dell’Internazionale videro il prevalere della dottrina marxista e il riproporsi di quel dibattito, già esasperato in seno alla prima, che opponeva socialisti ed anarchici (questi ultimi espulsi nel 1896 con il Congresso di Londra). Punto cardine del programma dell’Internazionale fu la creazione di partiti politici operai che si muovessero all’interno della cornice parlamentare dello Stato al fine di migliorare le condizioni dei lavoratori. L’insistenza sulle forme parlamentari denotava il prevalere delle posizioni della socialdemocrazia tedesca (SPD). Il riformismo professato dai tedeschi non era però così largamente condiviso e fu motivo di critica da parte delle forze più radicali. Questo diverso approccio alla causa del socialismo fu messo ancor più in risalto nei congressi di Stoccarda (1907) e Copenaghen (1910),incentrati sui problemi del colonialismo, del patriottismo e della guerra.
La questione della guerra divise i socialisti in due tendenze. Al congresso di Stoccarda, Lenin, R. Luxemburg e J.Martov presentarono un emendamento secondo il quale in caso di scoppio della guerra, i socialisti avrebbero dovuto mobilitarsi per far cessare immediatamente le ostilità oppure cogliere l’occasione e scatenare la rivoluzione. A questa visione si contrapponeva l’ala moderata, guidata principalmente da esponenti della SPD, che proclamava il sostegno alla causa nazionale del proprio paese in caso di guerra. A seguito di queste visioni divergenti l’Internazionale socialista entrò in crisi e di fatto smise di esistere il 4 agosto 1914 con il voto favorevole all’intervento bellico della SPD. La struttura federale della seconda Internazionale rivelò in questo caso tutta la sua debolezza in quanto molti esponenti preferirono abbracciare la causa nazionale piuttosto che quella internazionalista del socialismo. Dopo la fine della guerra, K.Kautsky e M. Adler fondarono l’Unione internazionale socialista conosciuta anche come Internazionale di Vienna. A partire dal 1923 l’Internazionale Socialista riprese a vivere, ma non ebbe più la forza e la rappresentatività prebellica, anche a causa della nascita della Terza Internazionale fondata da Lenin. L’Internazionale Socialista fu sciolta nel 1939.
David D’Agnelli
Collaboratore del percorso Movimenti politici del progetto La Grande Trasformazione 1914-1918