Cibo che unisce, cibo che divide
Alimentazione, arte e antropologia

Il Laboratorio di Antropologia propone quattro progetti sul campo, coordinati dall’antropologo Ivan Bargna con la curatela artistica di Gabi Scardi, con la partecipazione di quattro artisti di fama internazionale e di alcuni ricercatori in antropologia.

I progetti hanno come oggetto alcuni luoghi della commensalità a Milano, scelti fra spazi domestici, ristoranti, mense aziendali, scolastiche e per i poveri, ospedali, mercati, parchi, strade.

L’obiettivo è quello di far emergere le modalità attraverso le quali, in una metropoli come Milano, si costruiscono intorno al cibo relazioni sociali e simboliche improntate sia alla condivisione che all’esclusione.

Antropologi e artisti interagiscono sul terreno dell’etnografia, della ricerca sul campo, per confrontarsi sulle rispettive modalità di lavorare intorno alle pratiche alimentari. L’etnografia infatti, metodo che sta al cuore dell’antropologia, è anche uno delle componenti della pratica artistica contemporanea. Lo scopo è quello di costruire un sapere dei luoghi e delle pratiche della commensalità, incrociando gli sguardi sull’alimentazione degli uni e degli altri, a partire dal terreno comune della ricerca sul campo.

Per far questo artisti e antropologi esperti e in formazione lavoreranno con frequentatori, utenti e operatori sociali dei diversi luoghi e servizi.

Gli artisti sono stati individuati sulla base della loro sensibilità nei confronti del contesto, per la capacità di interagire con realtà diverse e di adottare un’ottica di collaborazione interdisciplinare.

Gli artisti invitati sono: Emilio Fantin, Adrian Paci, Maria Papadimitriou e Steve Piccolo.

Ciascuna ricerca si concluderà con la realizzazione di una o più opere realizzate dall’artista e di una serie di elaborati realizzati dagli antropologi; tutto ciò sarà presentato al vasto pubblico sia nel corso di un seminario in cui, con il contributo di alcuni esperti, verranno discussi gli esiti del processo, sia nell’ambito e di una mostra che avrà luogo nel 2015, nell’ambito di EXPO.

Di seguito l’elenco dei Workshop

Suoni a tavola (Steve Piccolo) 1-3 aprile 2014

Il workshop che si tiene nella scuola primaria Narcisi di Milano (quartiere Giambellino) ruota intorno ai soundscape composti a tavola, nella mensa scolastica e in famiglia, intrecciando masticazione, stoviglie, conversazioni, silenzi e rumori di fondo. Attraverso lo sguardo dell’antropologia sensoriale, l’uso di composizioni sonore realizzate dall’artista statunitense Steve Piccolo e di oggetti etnografici delle Raccolte Extraeuropee del Castello Sforzesco, la dimensione acustica e la costruzione di significato vengono evidenziate come parti integranti (centrali, marginali o mancanti) dell’esperienza sensoriale e simbolica che si fa del cibo, in compagnia o solitudine, in famiglia e a scuola.

Steve Piccolo, musicista jazz statunitense, compositore, artista, curatore; autore di colonne sonore per film e spettacoli teatrali. Laureato alla New York University, è docente alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e all’Accademia di Carrara.

Cum panis (Maria Papadimitriou) 8-16 settembre 2014

Il workshop vede la partecipazione dell’artista greca Maria Papadimotriou e delle persone di origine rom alloggiate presso il Centro Ambrosiano di Solidarietà di Milano. Si tratta di stimolare una riflessione partecipata sulle traiettorie di vita e i percorsi svolti all’interno del progetto d’integrazione socioculturale del CeAS, nel momento in cui questo si avvia a conclusione. Il focus del workshop sarà costituito dall’attività di panificazione che le donne rom svolgono ordinariamente con distribuzione settimanale del pane nel circuito dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS).  La produzione e la distribuzione del pane, alimento base dalle dense connotazioni simboliche, verranno analizzate come strumento e veicolo di integrazione sociale e culturale, impastando farina, forme e parole.

Maria Papadimitriou, artista, Professore associato all’Università della Tessalia dove insegna Arte e Ambiente. Come artista è nota per il suo impegno nell’intraprendere progetti collaborativi e attività collettive che mettano in evidenza le in interconnessioni fra arte e realtà sociale. Nel 1998 ha fondato il Temporary Autonomous Museum for All, TAMA. Nel 2012 ha avviato il progetto Souzy Tros (“Suzy Eats”) Food and Culture Canteen. Ha esposto in molte Biennali internazionali (Venezia, S. Paolo del Brasile, Gwangju ecc.)

La cena dei desideri (Emilio Fantin) 28 novembre 2014

Il workshop riguarda l’immaginario che si costruisce intorno al cibo in condizioni di disagio sociale, a partire dall’incontro con i frequentatori  della mensa del Centro Cardinal Ferrari di Milano: desiderio, immaginazione, privazione, lusso, rinuncia ed esclusione saranno i temi intorno a cui s’intreccerà la riflessione. Il progetto prevede l’organizzazione di una “cena dei desideri” ideata dall’artista italiano Emilio Fantin.  Il menù verrà concertato nel confronto fra l’artista, gli utenti, gli operatori e gli antropologi e  fungerà da catalizzatore per emozioni, ricordi, conversazioni e riflessioni.

Emilio Fantin, artista, docente di Percezione e Comunicazione Visiva al Politecnico di Milano. Lavora in un’ottica sovradisciplinare mettendo in rapporto l’arte con altri campi del sapere. Ha collaborato con istituzioni, università e musei internazionali (Arizona State University Museum, Art Institute of Chicago, Coumenta 13, Kassel ecc.) ed esposto in Biennali e mostre internazionali (Venezia, Monaco,  New York, Camberra ecc.)

Le cucine di via Monlué 65 (Adrian Paci)

Il progetto dell’artista albanese Adrian Paci ha come punto di avvio le pratiche di produzione, distribuzione e consumo del cibo presso il Centro polifunzionale di via Monlué 65 a Milano (centro per l’accompagnamento e l’integrazione dei titolari di protezione internazionale); l’analisi verterà sulle forme di socialità che si sviluppano intorno ai pasti offerti dal centro e ad altre modalità di consumo di alimenti non istituzionalmente regolate.

Adrian  Paci, artista. Fra le sue mostre personali si segnalano quelle ospitate al Jeu de Paume di Parigi (2013), National Gallery of Kosovo, Pristhina (2012), Kunsthaus Zurich, Istanbul Modern e al Bloomberg Space di Londra (2010), al CCA di Tel Aviv (2008), alla Kunstverein di Hannover (2008); al Museum am Ostwall di Dortmund (2007), alla Galleria Civica di Modena (2006) e al P.S.1 di New York e Contemporary Arts Museum, Houston (2005)


Approfondimenti

Quel che l’arte partecipativa e pubblica mettono in gioco, di Ivan Bargna – Leggi QUI l’articolo

Sull’arte come pratica etnografica, di Ivan Bargna – Leggi QUI l’articolo

Vi mangereste Bambi?, di Ivan Bargna – Leggi QUI l’articolo