Si apre oggi il secondo Mayor Summit che vede raccogliersi a Roma i sindaci firmatari del Milan Urban Food Policy Pact lanciato a ottobre dello scorso anno su iniziativa della città di Milano. L’evento, che costituirà un’occasione di rilancio del Patto firmato da 129 città, è ospitato dalla Food and Agriculture Organization (FAO) delle Nazioni Unite in continuità con la celebrazione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2016. La sede scelta per l’incontro annuale dei Sindaci e la concomitanza con una data tanto importante nel calendario delle iniziative legate alla sensibilizzazione sul tema del cibo, della fame e della sostenibilità del sistema agroalimentare mondiale, sottolinea la rilevanza dell’impegno che i sindaci firmatari si sono assunti nel contribuire, attraverso la costituzione di sistemi alimentari urbani e metropolitani equi e sostenibili, a una missione di portata globale partita da Milano e ora giunta a toccare i 5 continenti.
Le giornate del 13 e 14 ottobre saranno occasione per un confronto costruttivo tra le esperienze portate dai protagonisti dell’iniziativa ma, anche, per la discussione delle strategie future per l’implementazione di misure concrete adeguate alle necessità specifiche di tutte le città coinvolte. I temi dell’accessibilità a risorse alimentari adeguate per qualità e quantità, del ruolo delle amministrazioni locali nei processi di governance dei sistemi alimentari locali, delle opportunità di sviluppo delle relazioni tra ambienti urbani e rurali saranno, poi, ripresi nella Conferenza HABITAT III sugli insediamenti e lo sviluppo urbano sostenibile che si aprirà a Quito il 17 ottobre. Anche in quella sede il Milan Urban Food Policy Pact sarà discusso in qualità di esperienza virtuosa in cui la trattazione della ‘questione cibo’ in maniera integrata attraverso misure che coniugano economia, salute pubblica, equità sociale e ambiente diventa finalmente collettiva.
In questo dialogo con il Comune di Milano sono esplorati i punti salienti e distintivi del Milan Urban Food Policy Pact che sottolineano la necessità di questa iniziativa di respiro internazionale, così come le ampie prospettive che apre a supporto di uno sviluppo urbano equo e duraturo.
- Qual è lo stato attuale del MUFFP e quali avanzamenti ci sono stati dalla sua sigla nell’ottobre 2015?
Innanzitutto il numero di città che hanno deciso di firmare il Milan Urban Food Policy Pact è aumentato nell’ultimo anno, passando dalle 113 dell’ottobre 2015 alle 129 di oggi. Inoltre, la steering comittee, il comitato direttivo (13 membri in carica due anni: Abidjan, Dakar, Nairobi, Atene, Milano, Valencia, Belo Horizonte, Buenos Aires, Sao Paulo, Baltimora, Toronto, Astana e Tel Aviv) ora deciderà sulle regole interne del patto, accordi di partnership, advocacy e sulla giuria del Milan Pact Awards, progetto lanciato insieme a Fondazione Cariplo per incentivare lo scambio di buone pratiche. Anche questo “concorso” è un ulteriore sviluppo del MUFFP, perché ha l’obiettivo di promuovere la collaborazione tra città attraverso due premi da 15mila euro da utilizzare per trasferire i progetti vincitori in un’altra città del Patto. Il premio sarà conferito in occasione del Mayor Summit, il 13 e 14 ottobre prossimi alla sede FAO di Roma.
Infine, si stanno delineando network di città che lavoreranno per diffondere il Patto e favorire la cooperazione. Tra queste C40 Food system networks, il gruppo di lavoro sul cibo di Eurocities e Città Sane (Healthy Cities, ndr).
- Quali sono le aspettative per questo Mayor Summit 2016 e quali prospettive apre questo incontro? Una volta che sarà terminato, come procederà il lavoro delle città che hanno aderito al MUFPP?
L’incontro annuale è un momento per fare il punto sui progressi, rilanciare lo spirito del Patto, delineare le strategie future. In particolare quest’anno, oltre al conferimento del premio e all’annuncio della città che nel 2017 ospiterà il Mayor Summit, una giornata sarà dedicata alle opportunità del networking e a una riflessione sul sistema di monitoraggio dell’attuazione del Patto, che sarà sviluppato insieme a FAO.
- Elemento distintivo del Milan Urban Food Policy Pact è la sua globalità che abbraccia città in tutti i continenti del mondo: quali differenze significative emergono da un confronto tra le città aderenti?
Tra le firmatarie ci sono città con una lunga esperienza nel campo delle politiche alimentari che hanno adottato strategie più di vent’anni fa, altre stanno muovendo i primi passi in questa direzione. Ci sono città che hanno un “consiglio del cibo” (Food Council, ndr) consolidato, altre che hanno appena avviato il percorso per costruirlo. Ci sono metropoli che stanno lavorando molto sul legame tra alimentazione e salute per contenere l’emergenza obesità, altre per le quali il problema principale è garantire a tutti l’accesso al cibo attraverso programmi articolati che comprendono lo sviluppo dell’agricoltura urbana, delle mense, di attività nelle scuole, di mercati a prezzi calmierati. Per alcune aree urbane il problema più urgente è garantire la salubrità degli alimenti consumati, per altre il cibo è un motore di innovazione.
Le 129 città aderenti al MUFPP sono diverse per dimensioni, tessuto sociale ed economico, ma ad accomunarle c’è la consapevolezza che i problemi del sistema alimentare vadano affrontati con un approccio integrato e che il cibo possa rappresentare anche un’importante occasione di sviluppo.
E sono proprio le diverse soluzioni che le città mettono in pratica per rispondere alle sfide da affrontare che rappresentano la principale ricchezza del Patto.
- Quale è stato il processo di maturazione di Milano che, in anni recenti, non solo si è dotata di uno strumento necessario che ancora mancava (la Food Policy), ma anche, ha fatto un grande sforzo di internazionalizzazione della consapevolezza della necessità di formalizzare l’impegno e l’azione di una grande città verso l’implementazione di sistemi alimentari sostenibili? Questo impegno ha avuto due momenti cruciali nel 2015: la pubblicazione della Carta di Milano e il lancio del MUFPP. Quale ruolo ha avuto EXPO Milano 2015 nell’imprimere una spinta in questo senso?
Expo 2015 è stata allo stesso tempo un momento di riflessione e un palcoscenico importante. Per sei mesi la città è stata al centro del dibattito mondiale su cibo e sostenibilità: un’opportunità irripetibile che è stata colta sia a livello locale, sia internazionale.
A livello locale, in tutti questi mesi si è lavorato per aumentare la consapevolezza e l’impegno di Milano e dei milanesi sul tema dell’alimentazione, attraverso il processo partecipativo sfociato nell’adozione della Food Policy cittadina. Inoltre, la visibilità internazionale derivata da Expo ha offerto a Milano l’occasione di accendere i riflettori sulla sfida che attende le Amministrazioni locali nei prossimi quarant’anni: come nutrire i sei di miliardi di persone che vivranno in un’area urbana senza mettere a repentaglio il futuro del Pianeta?
Questa è la riflessione che ha innescato il percorso del Milan Urban Food Policy Pact, primo esempio di collaborazione tra città sulle politiche alimentari urbane. E questo è il tema di cui si discuterà anche ad ‘HABITAT III’, la conferenza dell’ONU sull’urbanizzazione che si terrà a Quito tra il 17 e il 20 ottobre 2016. Milano sarà presente anche lì, per parlare dell’esperienza del MUFPP e sottolineare l’importanza di affrontare la questione del cibo, dalla produzione al consumo, con politiche che integrino economia, ambiente, salute ed equità sociale.
- Quali punti di forza possiede Milano che possano consolidare la sua leadership non solo in relazione alla proposta di un’iniziativa dall’ampio respiro internazionale qual è il MUFPP, ma anche alla sua implementazione e, quindi, alla realizzazione di buone pratiche che la confermino una città innovativa, inclusiva e sostenibile?
Milano ha già messo in atto questo percorso di consolidamento. Basti pensare che negli ultimi anni il Comune ha favorito la nascita di 700 nuove imprese e co-finanziato un complessivo di 950 imprese, attraverso la realizzazione di strutture permanenti, incubatori per favorire uno scambio di idee a 360° tra start-up, strumenti finanziari di microcredito e garanzie per incentivare il credito. Su questa strada dobbiamo continuare a lavorare per dimostrare la leadership della nostra città in materia di innovazione.
Milano, infatti, oggi sta lavorando a una seconda fase con l’obiettivo di consolidare le start-up esistenti tramite progetti internazionali. Un esempio è il recente accordo con New York per lo scambio di know-how tra 10 startup milanesi e 10 newyorkesi, che darà la possibilità ai vincitori di trascorrere 6 mesi gratuiti a NYC e godere dei servizi offerti alle start-up in loco.
- Lo sviluppo del MUFPP ha visto Milano al centro di un dispiegamento di collaborazioni tecniche di altissimo livello: FAO, International Partners for Sustainable Agriculture, RUAF e HIC, tra gli altri. In quali altri settori, oltre all’agroalimentare di cui è stata capitale mondiale nel 2015, Milano potrebbe diventare un riferimento ‘esportando’ il modello di collaborazioni e partnership che hanno contribuito a farne una guida nel panorama internazionale?
Uno fra tutti è il settore della mobilità sostenibile e in sharing. Tra il 2010 e il 2015, nella provincia di Milano le immatricolazioni di automobili sono passate da 139.645 a 87.538. Nel centro cittadino, tra il 2011 e il 2015, grazie alla congestion charge Area C il traffico è diminuito di quasi il 30%. Nello stesso periodo i prelievi del bike sharing milanese sono passati da 1.078.912 a 3.127.352; è nata, proprio grazie a un bando dell’Amministrazione, una grande rete di car sharing che può contare su circa 2.000 auto in condivisione; le corse dei mezzi pubblici sono aumentate, coprendo in buona parte anche la notte; sono cresciute esponenzialmente le Zone 30 e le aree a pedonalità privilegiata; si è lavorato molto sui percorsi ciclabili per connettere una rete in passato molto frammentata.
A questo si aggiungono le priorità condivise con Bruxelles per i prossimi cinque anni, in tema di “Smart mobility. Strong economy”: prolungamento delle metropolitane; integrazione tariffaria su tutta l’area metropolitana; informatizzazione; miglioramento delle linee di superficie di quartiere; sostituzione degli autobus con mezzi elettrici; aumento di piste ciclabili, rastrelliere e stazioni di bike sharing; sviluppo ulteriore del car sharing; semplificazione del pagamento della sosta e potenziamento del contrasto alla sosta abusiva; isole della mobilità sostenibile in tutti i quartieri, con piattaforme di sharing, ricarica elettrica, rastrelliere.
- Come sarà possibile garantire la continuità delle diverse iniziative sul ‘sistema cibo’ che hanno visto Milano attivamente impegnata a dare luce alle criticità proprie del sistema alimentare ma, soprattutto, a dare risposte concrete e tracciare una direzione? EXPO Milano 2015, la Carta di Milano, il MUFPP e il progetto Food Smart Cities for Development hanno segnato una contingenza proficua e unica: sono in cantiere altre iniziative di respiro internazionale su questi temi che possano proseguire l’impegno finora messo in campo?
Milano è leader del neonato gruppo di lavoro sul cibo della rete Eurocities. Questo comporterà l’avvio di progetti congiunti con altre città europee sul tema dell’alimentazione sostenibile. Inoltre, la Commissione Europea ha riconosciuto il valore del percorso compiuto da Milano nell’affrontare sfide globali come equità sociale, accessibilità delle risorse, ricerca e innovazione, crescita e lavoro, a partire dal cibo. Diverse sono in questo senso le attività che si stanno avviando con le direzioni generali. A tutto questo si aggiunge un’attività di presidio costante dei bandi europei su cibo, sostenibilità e innovazione.
Bianca Dendena
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Consigli di lettura
MILAN URBAN FOOD POLICY PACT. SELECTED GOOD PRACTICES FROM CITIES
AA. VV.
Il Milan Food Policy Pact è stata un’esperienza unica per la città di Milano. L’ebook, pubblicato per la collana utopie da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, raccoglie opinioni, pensieri e soluzioni relative a quell’esperienza.
A partire da domande semplici quali “come mangia Milano? Tutti i cittadini hanno cibo sufficiente? Quanto si spreca nella realtà quotidiana?” sono stati chiamati a raccolta esperti, istituzioni e cittadini per riprogettare le regole del sistema alimentare milanese e renderlo migliore in un’ottica di sostenibilità
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