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04/05/2016. Il Festival dei Diritti Umani a Milano dedica questa giornata ai diritti delle donne, per l’occasione Fondazione Giangiacomo Feltrinelli propone la lettura di Dignità, l’editoriale di David Bidussa e la lettura di due ebook della collana utopie. Leggi l’articolo.


“Siamo in ogni casa, daremo la vita. Non riuscirete mai a fermarci”. “Non rispettiamo una legge che non ci rispetta”. Sono due delle affermazioni della protagonista di Suffragette, il film che giovedì scorso è arrivato nelle sale cinematografiche italiane.

Al centro, la storia della presa in carico dei diritti da rivendicare. Non tanto, comunque non solo, in nome dell’eguaglianza, ma soprattutto come richiesta di dignità. È la dignità, infatti, che indica l’aspirazione a volere per sé un futuro diverso, a rifiutare l’idea che la storia sia già scritta e, dunque, non sia destino.

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Un tema che ha una storia lunga, come mostrano Mary Wollstonecraft, Olympe de Gouges e Anna Maria Mozzoni, le cui riflessioni, tra fine Settecento e pieno Ottocento, sono volte, appunto, a coniugare la parola diritti più che con eguaglianza, o con diritto alla differenza, “dignità”.

Al centro dell’emancipazione non sta solo e forse nemmeno prevalentemente il riconoscimento del diritto, ma la dignità ad averne uno e per questa via a pensare che una vita migliore sia possibile.

Questione che oggi, non solo in questo giorno, 8 marzo, allude anche a un dato generale che coinvolge molti attori. In alcuni casi si tratta di figure che non hanno un oggi e chiedono il diritto di esserci “domani”.

Per esempio: il mondo dei lavori e soprattutto di chi non accede al lavoro (riguarda la generazione dei nativi digitali); i milioni di uomini e donne (ma anche di bambini) “in fuga”, in cerca di un luogo dove programmare un futuro per sé; la condizione delle minoranze in molte parti del pianeta.

In altri casi si tratta di figure che magari hanno un oggi, ma percepiscono che la loro vita è “sub judice”. In questo caso la domanda di dignità è una domanda di libertà e di una qualità di vita migliore: la libertà concreta che oggi s’incarna nella differenza sessuale, nell’attenzione per il corpo, nel rispetto della biosfera, nell’uso non aggressivo delle innovazioni tecnologiche e scientifiche.

Contemporaneamente l’allungamento del catalogo dei diritti suscita diffidenze. L’atteggiamento spesso è accantonare, per fastidio, talvolta per stanchezza.

Così “lasciamo perdere” sulla violazione dei diritti umani in molti luoghi, prossimi e lontani (ma nell’età della globalizzazione non diciamo tutti i giorni che questa distinzione non esiste più?)

“Lasciamo perdere” anche rispetto ai soggetti che quei diritti reclamano, per molti motivi. Perché sentono la minaccia di non entrare mai nel lavoro, nell’era di una possibile società meccanizzata e senza lavoro e dunque si chiedono, e ci chiedono, legittimamente, se mai verrà riconosciuta la loro dignità a godere di diritti.

Trascuriamo di rivendicare i diritti delle minoranze in nome di un presunto rispetto delle culture delle loro maggioranze (per non urtarne la sensibilità, si dice; per rispetto alle “differenze” qualcuno dice).

Sorvoliamo sui diritti di chi rivendica una propria identità sessuale e di genere perché il riconoscimento del diritto, si dice, potrebbe contrastare improbabili leggi di natura. Caso, quest’ultimo, che riguarda proprio noi, qui e ora.

Ai diritti si addice il linguaggio della passione civile.

In forma diretta arriva oggi alle nostre orecchie attraverso le parole della protagonista di un film che ci mostra la difficoltà di affermare e il rifiuto di riconoscere una questione dignità. E’ l’Inghilterra dei primi anni del Novecento. Possiamo dire per davvero che questa storia sta dietro di noi?

La dignità che non aventi diritti oggi rivendicano a partire da una condizione che li vede svantaggiati dice di cosa dobbiamo discutere quando ragioniamo di diritti.

La questione dei diritti non è più né solo né prevalentemente una riparazione a una disuguaglianza. Chiede che preliminarmente si riconosca la dignità dei soggetti e degli attori sociali, politici, culturali che la propongono. La sfida oggi non sta nel concedere, ma nel riconoscere.

David Bidussa
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli


Consigli di lettura

Per approfondire gli argomenti trattati da David Bidussa, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli propone due ebook pubblicato nella collana Utopie: Femme, Woman, Donna (area di ricerca Cittadinanza Europea) e Il femminismo musulmano in Europa (per l’area di ricerca Innovazione Politica).

Femme, Woman, Donna

Questa piccola raccolta di testi comprende La dichiarazione dei diritti della donna e coverdella cittadina di Olympe de Gouge un testo del 1791, l’introduzione alla Rivendicazione dei diritti della donna di Mary Wollstonecraft 1792, e il discorso inaugurale pronunciato da Anna Maria Mozzoni al Congresso internazionale per il diritto delle donne che si tiene a Parigi il 25 luglio del 1878…

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Il femminismo musulmano in Europa

Il testo di Malika Hamidi già nel titolo evoca quasi istintivamente la domanda: è possibile che Islam e femminismo siano compatibili? L’autrice ci racconta invece che da più di vent’anni un femminismo islamico si è sviluppato e ha alimentato un profondo dibattito sia nei paesi musulmani che in quelli di immigrazione. In questo testo l’autrice ha focalizzato la sua attenzione sull’esperienza delle musulmane europee francofone…

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