L’articolo è tratto dal percorso editoriale dedicato alla figura e alle eredità di Margaret Thatcher in occasione di quarantanni dalle elezioni del 4 maggio 1979 che avrebbero cambiato per sempre la Gran Bretagna e l’Europa 


Lo sciopero più lungo della storia del Regno Unito fu quello dei minatori, tra il 6 marzo 1984 e il 3 marzo 1985. Dopo la prima legislatura Tory, Margaret Thatcher, seppur reduce dal disastro della guerra delle Falklands-Malvinas, non aveva perso colpi. Anzi la sua politica estera aggressiva tra Est contro il comunismo e Ovest non aveva scalfito il suo consenso, che sarebbe stato schiacciante alle elezioni politiche del 1983. In quelle stesse elezioni i Labour, al contrario, avevano ottenuto il peggiore risultato dal 1918.
La protesta dei minatori e i dodici mesi di mobilitazioni che avrebbero diviso e infiammato il paese, si scatenò in seguito alla decisione di chiudere la miniera di carbone di Cortonwood, nello Yorkshire, primo passo verso lo smantellamento di altri venti siti estrattivi, che avrebbe comportato la perdita di 20.000 posti di lavoro. La “Lady di Ferro”, interprete della modernità e del neoliberismo più ortodosso, non faceva sconti a nessuno e dichiarava guerra al suo “nemico interno”.
L’Unione nazionale dei minatori (NUM), nel corso di un intero anno, avrebbe dato vita a picchetti quotidiani, mobilitazioni e duri scontri con le forze dell’ordine, raccolto tante manifestazioni di solidarietà ma anche di sdegno da parte di chi sentiva il proprio treno del progresso preso in ostaggio da una manciata di nostalgici. In realtà, in una cittadina del soffice Yorkshire inglese si stava giocando una partita decisamente più grande, quella che avrebbe portato alla mutazione profonda del rapporto capitale/lavoro nel corso degli anni ottanta e alla rigenerazione del capitalismo. Passando attraverso questa grande epopea della storia del lavoro, alla fine i minatori del NUM guidati da Arthur Scargill hanno ammesso la sconfitta.
3 marzo 1985. Dopo pesanti conseguenze personali e collettive e dopo dure fratture interne, i minatori tornavano al lavoro, marciando dietro il corteo funebre dei propri legami comunitari, dei loro diritti e privilegi sindacali, quei diritti e privilegi che avevano fatto della classe operaia britannica una tra le più tutelate e politicamente solide al mondo.
Niente era più come prima.


 

Lo sciopero dei minatori visto da L’Espresso, 5 agosto 1984

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Lo sciopero dei minatori visto da Mondo economico, dicembre 1984

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Sei anni di governo Thatcher, i duri conflitti sociali e razziali in Gran Bretagna visti da MondOperaio, novembre 1985

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