Esplorando legami (non)umani e dilemmi
Il territori del cibo contribuiscono a dare forma alle nostre esperienze e al nostro senso di appartenenza. L’antropologo Alberto Arce, esplora queste dinamiche interpretando le connessioni tra cibo, cultura e territorio.
Oggi non è sufficiente chiedersi quale sia l’origine del cibo. Piuttosto dovremmo chiederci come è possibile descrivere e analizzare che cosa diviene nel momento in cui esso interagisce con la vita sociale. In particolare, intendo discutere la ridefinizione del “senso di appartenenza”, mettendo in primo piano la categoria dell’“inter-soggettività” attraverso la quale si rende possibile l’esperienza della creatività, come parte di quell’impercettibile movimento attraverso cui la vita è vissuta. Creatività che, in questo caso, non è soltanto individuale, ma si realizza nell’interazione con l’altro, sia esso umano e non-umano, generando di conseguenza una combinazione tra individualità, sociale, sé e alterità. È questo processo, di continua e contestuale definizione di relazioni umane e non umane – l’intersoggettività appunto – che produce quella che noi definiamo “cultura”. La quale, lungi dall’essere un dato astratto, un fenomeno definito a priori da regole esterne, è invece un insieme di attributi situati, che umani e non umani agiscono in modalità naturali o sociali, co-costituendo soggettività. O meglio intersoggettività, che potremmo anche chiamare affetti, legami. Questa relazione con il mondo si dispiega sempre, al di là di ogni eredità o ordine sociale.
In opposizione all’orientamento che enfatizza la descrizione dei processi di radicamento della produzione e del consumo rispetto ai paradigmi dell’ecologia istituzionale, ritengo più efficace riportare l’attenzione sulla mobilitazione dei corpi e l’incorporazione delle politiche del cibo nelle molteplici forme territoriali, che generano a loro volta altrettante molteplici forme di legame col cibo, tra produzione, consumo, distribuzione e territorio.
Mentre è più immediato associare la produzione locale all’espressione materializzata di una cultura condivisa, intrecciata alla storia sociale e all’ambiente ecologico di un luogo, l’associazione non è altrettanto scontata quando si pensa alla produzione destinata a un mercato globale, dove sembrano allentarsi fino a dissolversi i legami tra prodotto finale e territorio. Le dicotomie con le quali pensiamo alla produzione locale e globale, almeno in parte, decadono se ci avviciniamo al cibo come all’effetto di un’interrelazione continuativa e sempre cangiante tra diversi attori – non solo umani e non solo “viventi” – e includiamo in questo senso non solo l’ambiente sociale, ecologico, animale o vegetale, ma anche la tecnologia. Il cibo che è realizzato attraverso forme di produzione moderne, altamente tecnologizzate, e per lo più destinato a un mercato dalle lunghe distanze e alta competitività, sicuramente conferisce nuove forme all’intersoggettività insita nel suo processo di realizzazione. Di certo si trova a incarnare nuove forme di relazione, di intersoggettività e reciprocità, tra tutti gli attori implicati; in un certo senso, ricostruisce la vita sociale, ridefinendo l’esperienza umana, ma non l’annulla. La definizione del cibo come prodotto culturale esula quindi dal suo legame con pratiche considerate tradizionali o territoriali, ma è al cuore stesso della legittimazione di diverse pratiche culturali e relazionali intorno alla sua produzione.
Alberto Arce, SDC Wageningen University
Approfondimenti
Clicca sull’icona in basso e guarda il dialogo tra David Sutton (Southern Illinois University) e Alberto Arce (Wageningen University), tenuto nell’ambito del Terzo Colloquio Internazionale di Laboratorio Expo, presso l’Università degli Studi di Milano:
“We speak of a shared space where people can negotiate and eventually develop a kind of rebellion; global memories of past experiences, for example in Greece, can provide the resources to compare the past with the present…”
Per approfondire le tematiche affrontate da Alberto Arce, visita la nuova sezione multimediale dedicata al Terzo Colloquio Internazionale di Laboratorio Expo. Raggiungi Il Diario del Terzo Colloquio cliccando QUI.
Alberto Arce – Biografia
Professore Associato presso il Dipartimento di Antropologia e Sociologia dello Sviluppo presso la Wageningen University (Paesi Bassi). La sua ricerca si concentra sui seguenti temi: competenze nel commercio equo, policy intervention, sviluppo rurale, studi agro – alimentari, migrazioni transnazionali, antropologia dello sviluppo.