Università di Bergamo

Pubblichiamo qui di seguito un estratto dal saggio di Gemma Scalise contenuto nel volume a cura di Luca Cigna Forza Lavoro! Ripensare il lavoro al tempo della pandemia, Milano, Fondazione G. Feltrinelli, 2020.


La pandemia non colpisce tutti allo stesso modo: uno degli insegnamenti che l’esperienza emergenziale legata alla diffusione del Covid-19 ci ha già lasciato è che quando in una società ci sono delle forme di disuguaglianza che sono strutturali, anche i fenomeni che sembrano più democratici, perché colpiscono tutti, come un virus, hanno un impatto molto differenziato sui diversi gruppi sociali.

[…]

Il divario di genere è, infatti, un’asimmetria “cristallizzata” nei rapporti socioeconomici che, nonostante l’evoluzione dei ruoli e dei comportamenti di genere e l’espansione generalizzata dell’occupazione femminile, persiste e si manifesta sotto varie forme e con diversa intensità a seconda dei contesti geografici, sociali ed economici. Vari indici internazionali sono stati sviluppati nel tempo per misurare questo divario (tra i più noti vi sono il “Gender-related Development Index” e il “Gender Empowerment Measure” promossi dalle Nazioni Unite, il “Gender Equity Index” dell’Unione Europea, il “Social Institutions and Gender Index” dell’OECD ed il “Gender Gap Index” del World Economic Forum).

Nel mondo, il 78% degli uomini partecipa al mercato del lavoro contro il 55% delle donne: della componente femminile, solo il 18,2% ricopre ruoli di top management (Nazioni Unite 2020). Persino nell’accesso a internet e alla tecnologia c’è un divario rilevante: secondo l’ITU (2020), l’agenzia dell’ONU specializzata nelle ICT, nel 2019 la percentuale di donne che utilizzano internet a livello globale è il 48%, rispetto al 58% degli uomini.

[…]

L’impatto della pandemia inasprisce fortemente le disuguaglianze di genere già esistenti. Recenti studi confermano che la recessione legata alla prima ondata di Covid-19 abbia influenzato maggiormente la vita sociale ed economica delle donne più che degli uomini (Hupkau e Petrongolo 2020; Alon et al. 2020). Mentre la crisi del 2008 ha portato a una forte perdita di posti di lavoro in settori a prevalenza maschile, come l’edilizia e l’industria manifatturiera, l’impatto della crisi da Covid-19 si è avuto maggiormente in settori nei quali le donne sono sovra-rappresentate – come il settore ricettivo e ristorativo, dove le donne italiane rappresentano il 50,6% degli addetti, e il settore dell’assistenza domestica, nel quale la loro presenza arriva all’88% – e dove sono assunte con contratti spesso atipici, ragione per cui hanno avuto minore accesso alle forme di protezione sociale (Fondazione studi consulenti del lavoro 2020).

Il confronto sull’andamento dell’occupazione tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso periodo del 2020, svolto dall’Istat per analizzare gli effetti del lockdown della primavera 2020, mostra un calo del 4,7% dell’occupazione femminile, contro il 2,7% di quella maschile.

Su 100 posti di lavoro persi, il 55,9% appartenevano a delle donne. Tra queste, le più penalizzate sono state quelle assunte con contratti a termine (-22,7%) ma anche le professioniste autonome (-5,1%). Tra il 2019 e il 2020 è inoltre aumentato il numero delle donne inattive (+8,5%), scoraggiate e che non cercano lavoro (Istat 2020).

Oltre che sul mercato del lavoro, le donne hanno risentito degli effetti della pandemia e delle misure di lockdown in ambito familiare. La chiusura delle scuole e le esigenze degli anziani dovute alle restrizioni hanno aggravato le responsabilità di cura delle donne, riportando alla luce la distribuzione fortemente iniqua nelle famiglie italiane del carico di lavoro non retribuito dedicato alle attività domestiche e nella cura. Inoltre, per circa tre milioni di madri impiegate con un figlio sotto i quindici anni, questo ha significato sperimentare, spesso per la prima volta, lo smart-working e contemporaneamente assistere i figli nella didattica a distanza (Fondazione studi consulenti del lavoro 2020).

Acquista e continua a leggere l’ebook Forza Lavoro! Ripensare il lavoro al tempo della pandemia disponibile in tutte le librerie digitali.

Condividi
La Fondazione ti consiglia
pagina 96762\