Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti, la trasformazione digitale e i suoi impatti sulle dinamiche sociali e sul mercato della conoscenza ci pongono di fronte a una situazione che da una parte può radicalizzare le diseguaglianze, dall’altra può, se ben utilizzata, rappresentare un’opportunità per fronteggiare le nuove sfide.
Ecco il senso politico della Scuola di Cittadinanza Europea: far valere la conoscenza come un fattore di emancipazione e di crescita, nel non permettere che le disparità di partenza tra le persone rappresentino un destino segnato, ma che generino la possibilità per tutti di esprimere i propri progetti di vita e crei le condizioni culturali e sociali per nuove forme di convivenza.
Crediamo infatti che la conoscenza vada riscoperta nella sua dimensione abilitante di bussola e di strumento democratico centrale per le dinamiche di cittadinanza attiva e consapevole. Per stare nel cambiamento contano l’incontro e l’interdipendenza delle conoscenze, delle competenze, analogiche e digitali, e degli strumenti disciplinari, nella consapevolezza che solo in questa dinamica ci possiamo riappropriare della capacità di individuare prospettive di soluzione e miglioramento. Scuola di Cittadinanza Europea è giunta al suo secondo anno di attività, mossa proprio dal principio che l’educazione debba preparare uno studente a diventare un cittadino informato, in grado di partecipare alla presa di grandi e piccole decisioni pubbliche che riguardano sia il mondo, nel senso più ampio del termine, sia la vita quotidiana.
Oggi ripartiamo da qui, dopo aver ricevuto da parte della Commissione Europea il premio Altiero Spinelli “per la diffusione della conoscenza sui temi europei”. Ripartiamo da un’offerta rinnovata, arricchita e totalmente gratuita dove s’inseriscono, tra gli altri, due percorsi speciali. Le attività didattiche legate alla mostra “‘900, la Stagione dei Diritti. Quando la piazza faceva la storia”: l’esposizione che ripercorre gli snodi cruciali del Novecento per raccontare la lotta per i diritti e le libertà civili, collettive e politiche e la proposta legata a “Migrant Voices”, un nuovo prodotto didattico sul tema delle migrazioni di ieri e di oggi per scoprire come gli spostamenti degli italiani dal Sud al Nord tra gli anni ’50 e ’70 hanno trasformato la città, i costumi e il lavoro: un percorso che traccia la sfida per una nuova cittadinanza.
Lavoriamo con i giovani e le scuole sulla conoscenza del passato, sull’approfondimento di temi legati alla rappresentanza e alla partecipazione pubblica e democratica
fino alla riflessione sulle questioni della sostenibilità e dello sviluppo urbano, della lotta alle disuguaglianze, dell’accesso alle risorse. Questi sono i temi che a nostro avviso costituiscono gli ingredienti per la formazione del cittadino di domani.
Un’altra novità è rappresentata dall’offerta di approfondimento e aggiornamento rivolta a insegnanti, educatori e formatori per suggerire approcci originali e interdisciplinari e per una didattica inclusiva.
L’intento è quello di mettersi in ascolto delle domande, dei bisogni e delle sollecitazioni che ogni giorno provengono dalle aule scolastiche.
La scuola ricopre da sempre un duplice ruolo: è il termometro più preciso del contesto sociale in cui viviamo oggi ed è una previsione piuttosto indicativa del nostro domani. Per noi è una risorsa determinante della dimensione più ambiziosa legata alla comprensione e promozione delle soluzioni per un futuro più equo e più giusto, per tutti.
Buon lavoro a tutti.
Massimiliano Tarantino
Segretario Generale di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
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