Ci sono generi umoristici in cui l’aggressività è sublimata al punto da non essere quasi più percepibile. Secondo Arthur Koestler, per una risata spontanea deve esserci anche una “goccia di adrenalina” verso cui scaricare quella aggressività: una vittima di cui si ride e nei confronti della quale l’umorista si sente superiore. E perché è vero che “non si ride mai da soli”, alla vittima devono contrapporsi un umorista e un complice.
Partendo da queste regole: di chi, con chi, e soprattutto come ridevano i fascisti durante il Ventennio?
Solitamente si identifica la risata fascista con lo sghignazzo che ispirava le spedizioni punitive contro i nemici socialisti all’epoca della presa del potere. Oppure con le vignette inequivocabilmente razziste già presenti nella pubblicistica (non solo fascista) degli anni venti e trenta, e rese ancora più oltraggiose dopo la promulgazione delle leggi razziali. Ma queste sono solo le manifestazioni più evidenti di una più diffusa complicità che, per l’intero Ventennio e forse oltre, funse da collante a una identità nazionale bisognosa di nemici da costruire, castigare e possibilmente abbattere senza l’interferenza di dubbi o inquietudini ulteriori.
Il volume mira a comprendere su cosa si fonda quell’intima complicità tipica del Ventennio per analizzare gli aspetti non solo repressivi del consenso fascista.
L’autrice
Valentina Pisanty insegna Semiotica all’Università di Bergamo. Ha pubblicato articoli sul negazionismo, sul razzismo, sul discorso politico, sulla narratologia, sulla retorica della memoria e sulla semiotica delle testimonianze. Tra le sue pubblicazioni, L’irritante questione delle camere a gas: logica del negazionismo (Bompiani 1998, nuova edizione rivista e ampliata 2014), Semiotica e interpretazione (con Roberto Pel- lerey, Bompiani 2004), La difesa della razza: antologia 1938-1942 (Bompiani 2006), Semiotica (con Alessandro Zijno, McGraw-Hill 2009), Abusi di memoria: negare, banalizzare, sacralizzare la Shoah (Mondadori 2012), “La comprensione umoristica” (in La compresione linguistica, a cura di A. Paternoster e V. Pisanty, Mimesis 2019) e I Guardiani della Memoria e il ritorno delle destre xenofobe (Bompiani 2020).