Descrizione del testo
La firma dei trattati di Versailles è lontana quattro anni nella prospettiva da cui lo storico Guglielmo Ferrero osserva la situazione europea attuale e la descrive nei tre saggi raccolti in Europa 1815-1919. La lunga guerra della pace. Dal 1919 al 1923, infatti, quello che doveva essere il processo diplomatico moderno e condiviso per il superamento della tragedia della prima guerra mondiale, si rivela, nell’analisi di questo lungimirante studioso, la sottoscrizione, al contrario, della tragedia della pace: l’apertura di nuovi e più accesi fronti di rivendicazione e odio tra gli stati vincitori e quelli vinti.
Oltre a svelare gli arcana imperii dietro le proposte di pace, l’analisi della nuova guerra tra Francia e Germania per il bacino della Ruhr; la descrizione del processo di eterno ritorno al passato dell’«infanzia politica» dell’umanità; e la critica della vittoria acefala pietrificata nel disegno delle pesanti riparazioni, aprono scenari inquietanti sull’immediato futuro dell’Europa.
Verrà, ci augura Ferrero nel ’23, quel giorno nel quale i clamori della guerra saranno sopiti e l’umanitarismo europeo smetterà di esser sacrificato e schiacciato dal peso distruttivo della forza armata e da quello becero degli interessi economici.
Verrà? È la domanda che l’Europa si pone oggi, ancora dopo altri cento anni.
Conosci l’autore
Guglielmo Ferrero (1871-1942) letterato, storico e sociologo, a Torino conosce Lombroso con cui collabora a La donna delinquente (1893). Collega di Turati alla Critica sociale, scrive dei viaggi di studio e dell’inteligencija europea in Europa giovane (1897), moderno reportage sul nation building euro-americano. Pacifista, nel ’14 sostiene l’intervento italiano nell’Intesa contro il germanesimo e per le terre irredente. Avverso al fascismo, si rifugia in Svizzera (1930) dove continua a scrivere di libertà e democrazia.