Università di Pavia

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Il rispetto per le persone e per le loro diverse credenze e abitudini di derivazione culturale, etica e religiosa è spesso invocato quale ideale ispiratore di politiche pubbliche all’interno di società multiculturali. Tra queste, un ambito di indagine emergente riguarda le politiche elaborate in risposta al pluralismo alimentare.

Come portato in evidenza da Expo Milano 2015, le abitudini alimentari giocano un ruolo cruciale nel modo in cui una persona concepisce se stessa in relazione a una delle pratiche essenziali della propria vita quotidiana: la nutrizione. Lo sviluppo di politiche rispettose di una pluralità di scelte personali, pratiche culturali e prescrizioni religiose in materia di alimentazione si rivela così nella sua importanza.
Ma come dovrebbero essere politiche alimentari rispettose di una simile pluralità? Fa differenza se le richieste di opzioni alimentari differenziate hanno un fondamento etico, religioso o culturale? La previsione di tali opzioni è economicamente sostenibile? Più in generale, quale risposta politica dovrebbe essere data alla presenza in società di diversi standard relativi all’alimentazione?

Questo insieme di domande può essere raccolto sotto il cappello unificante delle sfide eticamente rilevanti poste alle istituzioni di società caratterizzate dal “pluralismo alimentare”; dalla presenza, cioè, di diverse abitudini, requisiti e convinzioni che riguardano la produzione, la distribuzione e il consumo del cibo, e che informano richieste di riconciliazione attraverso la formulazione di politiche pubbliche. All’interno di democrazie di matrice liberale, il pluralismo pone generalmente problemi di giustificazione dell’ordine sociale e delle politiche messe in atto al suo interno. La ragion d’essere dell’ordine sociale è l’instaurazione di uno schema imparziale che permetta la cooperazione tra individui, diversi ma egualmente liberi, nel perseguimento dei loro differenti piani di vita. Il potere politico può essere legittimamente esercitato solo se giustificato a tutti coloro che vi sono sottoposti. In condizioni di pluralismo, questo esercizio di giustificazione pubblica assume una connotazione di grande complessità. Infatti, gli attori istituzionali si trovano a dover fornire ragioni accessibili a una complessa ed eterogenea cittadinanza, che deve poter fare proprie queste ragioni per potere accettare i vincoli che le politiche pubbliche pongono al perseguimento dei loro piani di vita. Il pluralismo pone, così, sfide eticamente rilevanti per le istituzioni che si trovano a dover rispondere a questa complessa domanda di giustificazione pubblica.

Come anticipato, un ambito specifico interessato dal pluralismo è quello dell’alimentazione. È facile vedere come all’interno di società eticamente e culturalmente eterogenee, le abitudini alimentari delle persone sono oggetto di pluralismo. Basti pensare alle controversie circa l’autorizzazione di pratiche rituali di matrice religiosa per la macellazione animale (halal o kosher) o delle previsioni di opzioni alimentari rispondenti a richieste vegetariane o vegane nelle mense scolastiche. Quale risposta politica dovrebbero, quindi, ricevere le richieste di trattamento differenziale in materia di alimentazione?

Attorno a questa domanda, è stata organizzata in Fondazione Giangiacomo Feltrinelli una tavola rotonda dal titolo “A tavola con rispetto”: un forum di discussione tra filosofi, storici delle religioni, antropologi, economisti e attori sociali in relazione alla questione delle previsioni di opzioni alimentari nei menu delle mense pubbliche. La tavola rotonda si pone a compimento del progetto di ricerca “Alimentare il rispetto” finanziato dal MIUR e svolto da tre gruppi di studiosi situati presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia, il Dipartimento di Scienze Giuridiche “Cesare Beccaria” dell’Università Statale di Milano e il Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà dell’Università di Bologna.

Emanuela Ceva
Università di Pavia


 Consigli di letturacover

Per approfondire l’articolo di Emanuela Ceva, leggi l’ebook Religioni e cibo di Giovanni Filoramo,  in uscita per Utopie, collana digitale di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Il nutrimento fa parte dell’insieme dei simboli che costituiscono il sistema culturale di un gruppo. Un codice di condotta alimentare che distingue tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, tra puro e impuro, che contribuisce a stabilire l’identità di quel gruppo e la sua immagine…

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