Il Professor Carlo Carraro, uno dei massimi esperti di economia ambientale in Italia, offre un quadro della situazione attuale e delle possibilità e sfide future da cogliere per la risoluzione della peggiore delle forme di povertà: quella energetica.
La povertà energetica è un problema che riguarda un miliardo e 300 milioni di persone. Un individuo su cinque nel mondo non dispone di energia elettrica per soddisfare bisogni primari come cucinare, illuminare e riscaldare la propria abitazione.
La povertà energetica è una delle peggiori forme di povertà, poiché ostacola lo sviluppo economico, rende difficile l’istruzione e limita i mezzi a disposizione per migliorare le proprie condizioni di vita. La povertà energetica è la base della povertà: oltre il 95 percento delle persone che non hanno accesso a reti elettriche moderne vive in Africa sub-sahariana e nelle regioni rurali dell’Asia, un dato che mette in luce come la distribuzione globale della povertà energetica rispecchi quasi specularmente la geografia della povertà complessiva.
In assenza di moderne reti elettriche, l’uso massivo di fonti energetiche quali legna e carbone produce inquinanti nocivi per la salute di bambini e adulti (soprattutto quando si concentrano tra le mura domestiche), accresce il problema della deforestazione e rilascia in atmosfera sostanze che contribuiscono al riscaldamento globale (come anidride carbonica, metano, black carbon). L’inquinamento prodotto da fonti di energia primitive ha effetti drammatici sulla durata di vita delle popolazioni dei paesi più poveri e quindi sull’efficacia dei programmi di istruzione, fondamentali per poter garantire lo sviluppo in quelle regioni. La povertà energetica è quindi allo stesso tempo un problema economico, sociale e ambientale.
Per dare accesso all’energia a quel miliardo e più di persone che oggi non ne può fare uso, o che usa fonti di energia dannose e insostenibili, è necessario puntare su fonti energetiche pulite (una combinazione di gas e rinnovabili), che possano soddisfare la duplice esigenza di ridurre la povertà energetica limitandone l’impatto sull’ambiente. Recenti studi dimostrano che garantire a tutti gli individui l’accesso all’energia necessaria a soddisfare i propri bisogni primari e produttivi, pur senza modificare il mix energetico di oggi, produrrebbe solo un limitato aumento delle emissioni di gas serra nei prossimi vent’anni. Nonostante questo rimane indispensabile puntare su fonti energetiche a basso contenuto di carbonio. Ogni critica alla riduzione della povertà energetica basata sul timore di un aumento delle emissioni è sostanzialmente infondata: ciò non toglie che l’uso di fonti di energia rinnovabile debba essere fortemente sostenuto.
Non c’è dubbio che i benefici di una riduzione generalizzata della povertà energetica siano molteplici. Eliminare la povertà energetica favorisce la crescita economica globale, riduce l’inquinamento a livello locale e globale, permette di ridurre malattie e conflitti, con beneficio per tutti i paesi del mondo. L’obiettivo di garantire a tutti un energia pulita e sostenibile è quindi un bene comune ed è una della grandi sfide globali del nostro tempo.
Da alcuni anni gli sforzi per affrontare questa sfida si sono moltiplicati. Nel 2011 l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha lanciato l’iniziativa Sustainable Energy for All (SE4ALL), con l’obiettivo di raggiungere l’accesso universale all’energia entro il 2030 attraverso l’incremento globale dell’efficienza energetica e della produzione da fonti rinnovabili. La riduzione della povertà energetica è inoltre uno dei Sustainable Development Goals che saranno approvati dalle Nazioni Unite nel summit previsto a settembre 2015.
Ma questi sono solo dei primi passi. Per ridurre la povertà energetica servono importanti investimenti in infrastrutture energetiche e adeguati incentivi per renderli convenienti anche nei paesi in via di sviluppo. Il tema della finanza per lo sviluppo sostenibile sarà al cuore del summit di Addis Abeba del prossimo luglio, altra tappa decisiva, assieme ai summit di New York e Parigi, in questo 2015 in cui i governi del nostro pianeta hanno l’occasione per scegliere in modo definitivo un sentiero di crescita sostenibile.
Un’occasione che non può essere mancata e per la quale tutti, governi, imprese e cittadini, devono fare la loro parte. Molto ci si aspetta dai governi e dal mondo delle imprese e della finanza. Sicuramente servono visione e grandi progetti. Ma anche a livello individuale, ingegno e innovazione sono gli elementi che possono fare la differenza. Di idee innovative per garantire a tutti accesso all’energia ne stanno emergendo molte, nel mondo della ricerca e in quello delle start-up di giovani imprenditori. Serve però delineare un percorso chiaro per portare queste idee sul mercato, sostenendole con adeguate risorse finanziarie, ricavate dall’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili. Solo così è possibile risolvere il problema della povertà energetica e portare sviluppo economico sostenibile in tutti i paesi del mondo.
Carlo Carraro, Università Ca’ Foscari Venezia e Fondazione Eni Enrico Mattei
Approfondimenti
Clicca sull’icona in basso e guarda l’intervento di Carlo Carraro durante il Terzo Colloquio Internazionale di Laboratorio Expo, presso l’Università degli Studi di Milano.
“Vorrei riprendere i temi sottolineati nella giornata per provare a proporre qualche soluzione. L’obiettivo di Expo è quello di proporre soluzioni a livello tecnologico organizzativo ma soprattutto politico e sociale…”
Per approfondire le tematiche affrontate da Carlo Carraro, visita la nuova sezione multimediale dedicata al Terzo Colloquio di Laboratorio Expo. Raggiungi Il Diario del Terzo Colloquio cliccando QUI.
Carlo Carraro – Biografia
Carlo Carraro è un economista e accademico italiano. È stato rettore dell’Università Ca’ Foscari Venezia. È professore ordinario di Econometria e di Economia Ambientale ed è riconosciuto come uno dei principali esperti di economia ambientale in Italia.