Dal 19 settembre al 3 ottobre sono stato a Bamako, Mali.
L’oggetto, anche materiale, della ricerca è “Foyer Seiwa” (vedi foto a destra): un efficiente fornello a carbone prodotto localmente il cui utilizzo comporta risparmi energetici (minor uso di carbone) per oltre il 30%, con conseguenze positive per l’economia familiare e sull’ambiente (minori emissioni CO2). Il prodotto è disponibile sul mercato a prezzi relativamente abbordabili (intorno ai 6 euro), tuttavia i livelli di acquisto e utilizzo sono tuttora molto bassi. Ci chiediamo: perché la gente non acquista e usa questo tipo di tecnologia, dati gli evidenti vantaggi? E’ solo una questione economica: il fornello è troppo costoso e le famiglie non possono permettersi di acquistarlo? Oppure è una questione di informazione: le persone non sono a conoscenza dell’esistenza e dei vantaggi derivanti dall’introduzione del “Foyer Seiwa” nelle loro case? Vogliamo inoltre investigare il ruolo dei social network nell’influenzare le scelte di acquisto. Gli obiettivi della mia missione durante le due settimane di permanenza è stato quello di: testare alcune ipotesi di ricerca, realizzare procedure operative tramite la realizzazione di “prove” (fase pilota) e impostare e finalizzare gli strumenti per la successiva raccolta dati. Abbiamo inoltre collaborato al training della squadra di rilevatori locali che condurranno l’inchiesta su un campione di 700 famiglie a Bamako.
La missione è stata un successo.
Abbiamo “addestrato” oltre 25 giovani maliani, alcuni alla loro prima esperienza sul campo. I contenuti del training prevedevano spiegazioni “teoriche” sul comportamento del rilevatore, sulla selezione delle famiglie (campionamento), sul questionario ed alcuni momenti di lavoro di gruppo, per mettersi alla prova con la traduzione simultanea del questionario (scritto in francese) in bambara, la lingua locale e per il corretto utilizzo dell’ipod, strumento utilizzato per la compilazione elettronica del questionario. A partire dalla metà di ottobre inizierà la raccolta dati. Grazie ai molti feedback ricevuti anche dai rilevatori in sede di training e dopo alcune prove sul campo, abbiamo finalizzato il questionario che costituirà lo strumento fondamentale per fotografare la situazione delle famiglie prima del nostro intervento di diffusione dei “foyer seiwa”. Abbiamo preparato un piano di lavoro dettagliato per i prossimi mesi per impiegare al meglio risorse umane e fisiche. Abbiamo consolidato il rapporto di collaborazione con GERES, una ONG francese, specializzata nel supporto alla filiera produttiva dei foyer Seiwa.
Personalmente ritengo che le giornate di training con i ragazzi che faranno da rilevatori siano stati i momenti maggiormente arricchenti del mio soggiorno a Bamako. Cercare di stimolare l’interesse, la curiosità e l’impegno di molti giovani, a volte alla prima esperienza di lavoro, in un progetto dai possibili risvolti immediati sulla qualità di vita delle loro famiglie è stato un momento prezioso di relazione e scambio non solo lavorativo. Ho avuto anche modo di conoscere e approfondire un pezzetto di cultura africana, per tanti aspetti davvero lontana dalla nostra.
Il lavoro sul campo, per un economista dello sviluppo, rappresenta un passaggio fondamentale: sul campo è necessario testare la fattibilità delle proposte pensate dietro una scrivania milanese. A volte i protocolli e le procedure pensati a tavolino si rivelano inefficaci e sterili nel rispondere alla domanda di ricerca; allora si rende indispensabile un entusiasmante lavoro creativo di adattamento al contesto. Esso tuttavia non può essere totalmente libero, dovendo restare vincolato ai criteri di sistematicità e scientificità necessari per rimanere negli standard internazionali di ricerca. Costringe a fare i conti con la realtà, coi problemi e, a volte, con il fallimento o la necessità di rivedere radicalmente le proprie idee. Al di là dell’intensità del lavoro e l’imprevedibilità delle situazioni nei contesti in via di sviluppo, le continue sfide di ogni giorno, affrontate insieme a colleghi “sulla stessa onda”, ha reso questo soggiorno davvero unico. La nuova sfida sarà supportare il progetto dalla scrivania milanese: skype e mail aiuteranno!
Jacopo Bonan
Ricercatore del progetto “Laboratorio Expo”
Il progetto di ricerca “Inefficienze informative e reti sociali nella decisione di adottare metodologie migliorate ed efficienti per la cottura dei cibi: evidenza sperimentale dal Mali”, è finanziato da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, all’interno di Laboratorio Expo, Fondazione Eni Enrico Mattei in collaborazione con USAID, Università Cattolica del Sacro Cuore, University of Notre Dame (USA), Heriot-Watt University (GB) e Paris School of Economics (FR).
Multimedia
Breve estratto dal documentario-web “Wassa / Pleins feux sur un cuiseur durable !” a cura di Geres:
La biomassa costituisce la più importante fonte di energia locale in Africa occidentale (80%). I progetti di diffusione di fonti più performanti nella regione favoriscono la riduzione del consumo di legname, limitano la deforestazione e le emissioni di CO2, e contribuiscono allo sviluppo economico locale.