Fondazione Feltrinelli

Affrontare la distanza esistente tra il mondo dei giovani e quello della politica significa andare a fondo nelle cause della rottura tra una generazione che non si sente rappresentata dalla classe politica che amministra il potere, e una classe politica che non riesce a intercettare tematiche e istanze che arrivano dal mondo dei giovani. Si è andata affermando nel senso comune l’idea che ragazze e ragazzi siano disinteressati alla politica. Tuttavia, le mobilitazioni di massa per la crisi climatica, le battaglie quotidiane nelle scuole sull’autodeterminazione di genere o, ancora, la partecipazione degli studenti alle mobilitazioni in corso in Francia per la rivendicazione di una nuova cultura del lavoro in risposta a un sistema neoliberale che essi stessi rifiutano, sono soltanto alcuni esempi di quanto ragazze e ragazzi abbiano voglia di farsi sentire e di sporcarsi le mani, in altre parole di partecipare alla vita politica. La sfida per un’Istituzione culturale come la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli è quella di provare, in forme diverse, ad abilitare questa partecipazione, trovare tempi, spazi e modi nuovi per approfondire le necessità di una generazione in rapida evoluzione.

Supportare quindi percorsi di educazione civica e di autonomia, mettersi in ascolto delle voci delle nuove generazioni, lavorare per amplificare le loro pratiche, supportare le loro lotte – che poi in realtà sono le battaglie di molti – sul clima, sui diritti, sulle nuove culture di lavoro. Sono azioni che crediamo necessarie per guardare a un nuovo modello sociale basato sul dialogo intergenerazionale e in cui le domande dei più giovani possano contribuire a incidere sull’agenda politica istituzionale a diversi livelli.

Nasce così l’esigenza per Fondazione Feltrinelli di dedicare ai pensieri, alle parole e alle azioni dei giovani uno spazio di ascolto, ricerca, intervento e disseminazione nel quale ragazze e ragazzi possano assumere un ruolo da protagonisti. Terremo al centro, nell’affrontare questo lavoro, quattro presidi tematici che coinvolgono in prima persona le giovani generazioni nel proporre idee e piste di lavoro, tematiche che necessitano di essere approfondite e ridefinite proprio in base ai diversi significati che stanno assumendo nel tempo presente.

In quest’ottica la scuola, sempre uguale a se stessa, eppure strumento di costruzione del futuro, è al centro di un conflitto tra spinte di trasformazione e ritorno al passato. La scuola del tempo presente è il luogo nel quale i giovani passano gran parte del loro tempo, nel quale imparano a essere cittadini, a partecipare e a stare insieme. Eppure, è un luogo poco capace di lasciare spazio alla partecipazione di bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Teniamo quindi gli occhi aperti su cosa gli studenti immaginano quando pensano alla scuola a cui vorrebbero dare vita, prestiamo attenzione a come la comunità educante si sta parallelamente muovendo per costruire una scuola più aperta e partecipata.

Il 29 marzo 2023 siamo stati coinvolti in una delle tappe del percorso Scuola Sconfinata Open Lab, un progetto che sperimenta pratiche di co-progettazione tra studentesse, studenti, docenti e attori del territorio mettendo in connessione scuola e città. Dopo una iniziale fase di ascolto di ragazze e ragazzi e di elaborazione di proposte per trasformare la propria scuola – o il modo di stare a scuola – i gruppi di lavoro sono adesso impegnati nella fase degli School Hackathon in cui le proposte elaborate vengono concretizzate con l’aiuto di stakeholders territoriali esperti. Nel primo dei quattro hackathon previsti, le studentesse e gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore G. Galilei – R. Luxemburg, i loro insegnanti e diversi professionisti hanno collaborato nella progettazione di prodotti audio-visivi che raccontano la periferia e il centro città seguendo le curiosità di ragazze e ragazzi. È soltanto uno dei molteplici esperimenti del fare scuola che mette al centro chi impara e promuove collaborazioni con il territorio.

Progettare con le scuole e con la rete territoriale che intorno alla scuola prende vita, vuol dire anche occuparsi di città. Sempre di più le trasformazioni che riguardano la scuola vanno nella direzione di uno “sconfinamento” al di fuori degli spazi dedicati classicamente all’educazione, dissolvendosi in una rete integrata che prende vite in molte forme diverse all’interno delle città. Al rapporto tra giovani e spazio pubblico è stato dedicato anche l’evento organizzato il 28 marzo dal Comune di Milano in collaborazione con Fondazione Feltrinelli, Milano futura. La città delle ragazze e dei ragazzi che abbiamo potuto ospitare presso la nostra sede. In questa occasione, assieme a un centinaio di operatori sociali del Comune di Milano, abbiamo discusso tematiche come la visibilità e l’invisibilità dei giovani nella città, dei loro spazi di autodeterminazione e di partecipazione, dei luoghi di aggregazione che scelgono di frequentare, della comunicazione e dello storytelling che riguardano i più giovani.

Attraverso lo spazio urbano – nell’aggregazione che avviene negli spazi pubblici – prende forma la necessità di affermazione di nuove priorità. I giovani stanno tornando nelle piazze per chiedere diritti che sembravano non essere necessari in passato e che divengono oggi centrali, indice di un mondo che cambia ad un ritmo più vicino la passo veloce delle giovani generazioni, che al passo lento della politica istituzionale. Esempio chiarissimo di questo meccanismo è la tematica della sostenibilità ambientale e di nuovi modelli di sviluppo, sulla quale la politica non riesce a prendere un impegno serio nonostante la continua richiesta di risposte che arriva dal basso.

Rispetto al come intendiamo intraprendere il nostro percorso di ascolto delle giovani generazioni, l’obiettivo per noi è smettere di essere i soli a parlare e quindi di farci piattaforma per amplificare le voci di bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Siamo quindi pronti ad accogliere contributi editoriali che arrivano da giovani autori che abbiano voglia di far emergere punti di vista inediti, personali o collettivi, e a promuovere nuove forme di collaborazione.

Ci aspettiamo con il lavoro che stiamo intraprendendo, e che arriva da un impegno iniziato molto tempo fa, di poter mettere in discussione, come Franco Lorenzoni ci suggerisce, quello che sappiamo del presente per poterlo capire meglio, con gli occhi e le orecchie e la sensibilità delle ragazze e i ragazzi con cui vogliamo affrontare questi temi.

Proprio perché siamo convinti che non sia possibile dare una chance di cambiamento al presente senza ripartire dai protagonisti del futuro, abbiamo inaugurato con Stagione Scomposta le Factory, il nostro modo per incoraggiare il protagonismo dei giovani. Spazi di dialogo in cui i giovani potranno coltivare le idee di cui si fanno portatori su quattro temi: Scuola, Diritti, Città, Ambiente, con progetti pensati e realizzati “dai ragazzi per i ragazzi”.

Condividi
La Fondazione ti consiglia
pagina 148341\