L’Amazzonia
Alla recente 74a Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il discorso tenuto dal presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha suscitato reazioni in tutto il pianeta. Ha creato particolare indignazione la dichiarazione sul fatto che l’Amazzonia non sarebbe un patrimonio dell’umanità bensì del Brasile.
L’Amazzonia, in realtà, è un vastissimo territorio di oltre 7,4 milioni di km2che rappresenta il 54% della superficie totale di ben otto Paesi sudamericani – Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela – firmatari dell’Organizzazione del Trattato di Cooperazione Amazzonica1, ed anche di un dipartimento d’Oltremare della Francia, la Guiana francese.
Bolsonaro, comunque, non è nuovo a queste affermazioni. Ha abituato il mondo con le sue esternazioni, prima in campagna elettorale e poi dalla presidenza della Repubblica.
I lettori ricorderanno certamente le dichiarazioni del presidente brasiliano riguardo gli incendi nella foresta amazzonica nel mese di agosto, che sono state riprese dai media internazionali e italiani. Il fuoco in Amazzonia in quelle settimane è stato così intenso che il fumo, per via di particolari condizioni atmosferiche, si è spinto fino a migliaia di chilometri di distanza, raggiungendo San Paolo e oscurando la città in pieno pomeriggio2.
Una missione accademica
Ho vissuto personalmente l’esperienza degli incendi poiché ad agosto ero in missione accademica presso la Facoltà dell’Amazzonia Occidentale (FAAO), una istituzione universitaria brasiliana che si trova a Rio Branco, capitale dello Stato dell’Acre.
L’Acre è al centro del continente latinoamericano e fa parte dell’Amazzonia brasiliana al confine con la Bolivia e il Perù. È uno degli stati brasiliani che vanta una lunga tradizione di cooperazione internazionale in materia di conservazione della foresta3 ma, allo stesso tempo, in Brasile è al 21° posto su 27 per indice di sviluppo umano 4.
È da due anni che vengo invitato dalla FAAO per insegnare, fare ricerca, confrontarmi e proporre modelli di sviluppo sostenibili che garantiscano protezione ambientale, crescita economica e inclusione sociale in quel territorio. Sembra un trilemma ma è proprio questa la grande sfida dello sviluppo sostenibile, soprattutto in Amazzonia.
La FAAO, infatti, ha maturato da diversi anni una politica universitaria che le permette di riflettere, pensare e sviluppare differenti strategie nella didattica, nella ricerca e nella cooperazione locale ed internazionale per affrontare le problematiche di un’area unica al mondo.
La Cátedra Barão do Rio Branco della FAAO, che ho l’onore di coordinare fin dalla prima edizione, è parte di questa strategia5. Si tratta, infatti, di un programma internazionale composto da un corso e da una conferenza con l’obiettivo di analizzare le sfide e le opportunità dell’Amazzonia nell’attuale globalizzazione.
Nel 2018 ci siamo occupati di “Relazioni politiche ed economiche internazionali” – in particolare sull’accordo Unione Europea-Mercosur e della guerra commerciale Stati Uniti-Cina – discutendone con l’ambasciatore dell’Unione Europea in Brasile, il direttore cinese dell’Istituto Confucio a Campinas (San Paolo) e la direttrice del network LIDE Italia.
Quest’anno, invece, ci siamo focalizzati sullo “Sviluppo Sostenibile in Amazzonia”, affrontandolo sia sul piano teorico che pratico. Tra i miei studenti ho avuto alcuni assessori e dirigenti alla pianificazione, all’ambiente, all’agricoltura familiare e allo sviluppo economico del Comune di Rio Branco, un direttore della Corte dei Conti statale (TCE-AC), due dirigenti del Difensore Pubblico dell’Acre, l’ex presidente della Confindustria acreana (FIEAC), una dirigente del Sistema brasiliano di sostegno alle micro e piccole imprese (SEBRAE), un dirigente del Consiglio Regionale degli Amministratori (CRA-AC) e alcuni imprenditori locali.
Insomma, tutte persone che stanno già utilizzando concretamente nel loro lavoro quotidiano le conoscenze e le competenze acquisite durante il corso e la conferenza, facendosi così promotori e moltiplicatori – in prima persona e per conto delle istituzioni che rappresentano – di uno sviluppo sostenibile nell’area amazzonica.
La conferenza internazionale
La conferenza internazionale, che si è svolta il 23 agosto nel teatro della FAAO, si è focalizzata sulla “Condotta d’Impresa Responsabile in Brasile e nella regione amazzonica” e ha rappresentato l’evento di chiusura della Cátedra.
Abbiamo affrontato questo tema poco conosciuto in Brasile tramite il contributo di relatori internazionali di alto livello, mentre nella stessa giornata gli incendi poco distanti rendevano l’aria di Rio Branco irrespirabile e il cielo grigio.
Gli interventi dei rappresentanti dell’Unione Europea (UE), dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), di due ministeri federali brasiliani (Economia e Diritti Umani), di quattro università (FAAO, Brasile; Università del Salento, Italia; Pontificia Università Cattolica del Paraná, Brasile; Università di Monterrey, Messico), e di una organizzazione della società civile (Conectas), hanno contribuito a delineare un complesso quadro in cui diventa determinante, da un lato, la cooperazione tra università, istituzioni, imprese e società civile e, dall’altro, l’adattamento a livello amazzonico di principi e norme internazionali.
Alla conferenza sono intervenuti anche le massime autorità statali e locali – il Governatore dello Stato dell’Acre e la Sindaca di Rio Branco – che si sono impegnati pubblicamente a realizzare un’agenda per lo sviluppo sostenibile che tenga conto delle peculiarità dell’Amazzonia.
Una proposta concreta
Questa conferenza ha rappresentato un momento storico e di grande importanza per due motivi: (i) è stata la prima volta che UE, OIL e OCSE si sono riunite pubblicamente in Brasile per discutere su come le imprese possono contribuire allo sviluppo sostenibile in Amazzonia, (ii) per la prima volta in assoluto un evento di questa grandezza si è tenuto lontano da una capitale latinoamericana6.
Abbiamo così contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica amazzonica e abbiamo chiuso i lavori della conferenza con l’impegno di costituire un Osservatorio sulla Condotta d’Impresa Responsabile in Amazzonia.
L’Osservatorio risponde all’esigenza di produrre informazioni rilevanti direttamente in Amazzonia. Vuole essere, quindi, uno strumento di discussione e di ricerca per monitorare l’impatto delle attività economiche nella regione amazzonica, sviluppare indicatori quantitativi e qualitativi, tracciare mappe di tutti gli attori rilevanti nell’area e, infine, fornire indicazioni, allerte e raccomandazioni al settore pubblico e privato, locale e internazionale, utili allo sviluppo sostenibile.
Per poter fare tutto questo è importante generare nuove sinergie e costruire solide alleanze internazionali che permettano di sostenere e sviluppare tutte quelle attività accademiche che contribuiscono – insieme al lavoro delle istituzioni pubbliche, delle imprese e delle parti sociali – alla soluzione dei numerosi problemi che affliggono l’Amazzonia: disboscamento, incendi, economia informale, esclusione sociale.
L’esperienza in Amazzonia mi ha confermato il fatto che i cambiamenti reali si possano ottenere solo se partiamo da una istruzione di alta qualità che, a cascata, alimenti buone pratiche per una efficace protezione ambientale, per una crescita economica inclusiva e per la riduzione delle diseguaglianze sociali.
Nelle condizioni territoriali date, diventa, quindi, fondamentale il contributo di una istituzione accademica come la FAAO che, aprendosi al mondo, rappresenta la porta di ingresso privilegiata per chiunque voglia studiare, fare ricerca e contribuire a risolvere i problemi dell’Amazzonia.
Referenze
1 Organizzazione del Trattato di Cooperazione Amazzonica (sito disponibile in inglese, spagnolo e portoghese)
4 IBGE, Cidades e Estados do Brasil
5 FAAO, Cátedra Barão do Rio Branco
6 OECD, Promoting Responsible Business Conduct in Latin America and the Caribbean