Di seguito, un estratto dall’ebook, Fattore acqua, a cura di Luca Tricarico, pubblicato da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli in collaborazione con Sofidel per la collana Scenari
L’aumento atteso nelle temperature e nella frequenza degli eventi estremi previsti per il prossimo futuro avrà impatti sulla disponibilità di risorse idriche, in particolare sull’entità e sulla distribuzione delle piogge, sullo scioglimento dei ghiacci, sulla portata dei fiumi e delle falde acquifere, oltre che sulla qualità dell’acqua – con effetti che varieranno nelle diverse regioni del mondo – determinando impatti severi sull’economia e sulla società. […]
In aggiunta al potenziale di mitigazione dell’acqua, lo sviluppo di tecniche per l’uso più efficiente dell’acqua in agricoltura e nei settori più vulnerabili alla variabilità del clima può giocare un ruolo importante anche per l’adattamento ai cambiamenti climatici all’interno di politiche per la sostenibilità.
L’efficienza nell’uso delle risorse idriche sarà determinante per mantenere la produttività in agricoltura e garantire la sicurezza alimentare in un clima che cambia. Fra le misure rilevanti per l’adattamento nel settore agricolo possiamo identificare l’introduzione di pratiche per migliorare la gestione efficiente dell’acqua e del suolo al fine di evitare ripercussioni sulle produzioni delle colture agricole.
A riguardo esistono diverse tecniche finalizzate a conservare l’acqua nel suolo o a gestire in modo più efficiente la risorsa idrica, tenendo conto delle condizioni pedoclimatiche locali, come ad esempio:
1) La scelta più consapevole delle tecniche di lavorazione del suolo (livellamento laser dei campi, lavorazione minima, pacciamatura, ecc.) e impiego di tecniche colturali alternative (inter-coltivazione, multicoltivazione, ecc.) in funzione delle specifiche condizioni ambientali e delle nuove tecnologie disponibili;
2) l’innovazione con investimenti infrastrutturali a livello aziendale, ad esempio strutture e impianti di protezione da gelo e grandine e sistemi irrigui ad alta efficienza, capaci di garantire la prevenzione di rischi di salinizzazione dei suoli in zone aride;
3) l’irrigazione pianificata sulla base degli effettivi fabbisogni irrigui stimati da appositi servizi di assistenza tecnica;
4) gli investimenti sul capitale umano per il miglioramento della gestione dell’acqua nei comprensori irrigui che fanno capo a infrastrutture di approvvigionamento idrico;
5) il recupero, la ristrutturazione e la manutenzione delle sistemazioni idraulico-agrarie in particolare negli ambienti collinari, attraverso la progettazione partecipata a scala di micro bacino;
6) le modifiche di uso del suolo e diversificazione e sostituzione colturale nelle aziende agricole;
7) l’innovazione nel campo della meccanizzazione, anche attraverso l’introduzione di forme di sharing che facilitino l’impiego di tecnologie moderne a costi contenuti, adeguate alle specifiche caratteristiche dei sistemi produttivi locali.
Rispetto alla relazione fra cambiamenti del clima e acqua si possono dunque identificare margini di azione sia sul fronte dell’adattamento – da attuarsi fin da subito, a livello locale, pianificando anche interventi per l’adattamento preventivo nei settori più vulnerabili − sia sul fronte della mitigazione. Gli interventi di mitigazione avranno benefici globali e più distanti nel tempo, a vantaggio delle generazioni future.
Creare sinergie fra la gestione del fattore acqua e le politiche climatiche sarà fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, concorrendo soprattutto alla sicurezza alimentare e al raggiungimento di adeguate condizioni di igiene e sanità per lo sviluppo.