Come due lembi di un tessuto che sosteniamo con eguale cura, immagini di guerra e progetti di pace si alternano nelle nostre attività di ricerca. Stiamo studiando le origini dell’Europa, e dell’idea di cittadinanza europea, ricorrendo ai fatti e alle ragioni che un secolo fa ci hanno portato alla Prima Guerra Mondiale. Entriamo così in contatto con forme di tecnologia e di organizzazione del conflitto che vanno oltre lo scontro e che sono progettate per rendere sistematica l’eliminazione del nemico.
Allo stesso tempo stiamo lavorando con il mondo della ricerca per dare un connotato diverso al termine sostenibilità, portando in Expo Milano 2015 non solo la cultura del cibo e il valore sociale della commensalità ma la visione di un pianeta diverso, nel quale possano trovare spazio forme di convivenza civile che determinino un futuro più equo, per tutti.
Guerra da una parte, per capire le ragioni storiche di uno stare assieme, Pace dall’altra, per progettare una qualità dello stare assieme che sia ragione di progresso.
Nelle stesse settimane si susseguono, anche poco oltre i confini della nostra Europa, forme di scontro, vere e proprie guerre, che escludono l’ascolto della storia e si distinguono per unire la solita ferocia all’indifferenza di molte delle opinioni pubbliche che un tempo facevano pressioni, si univano, manifestavano in qualche modo la contrarietà allo “strumento guerra”.
Vorremmo denunciare la nostra contrarietà sia alla guerra sia all’indifferenza rispetto alla morte. Pensiamo sia un modo anche questo per promuovere una società diversa, equa e giusta. E lo facciamo brevemente, ricordando tutti coloro che oggi, nell’estate del 2014, perdono la vita per l’incapacità o volontà di altri di non trovare soluzioni alternative.
Massimiliano Tarantino
Segretario Generale di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli