Tratto da Il nostro futuro, Come affrontare il mondo dei prossimi vent’anni
di Alec Ross, Traduzione di Bruno Amato, Giangiacomo Feltrinelli Editore
Il ruolo delle donne nel business e nella società è stato uno dei traini più importanti e meno riconosciuti dell’ultima fase della globalizzazione, e avrà un peso ancora maggiore nella prossima fase. L’uguaglianza delle donne è una questione spinosa non solo nei paesi musulmani o in via di sviluppo, ma in tutto il mondo, anche in un’economia avanzata come il Giappone.
Uno sguardo al contrasto tra i ruoli che le donne svolgono nelle attività economiche cinesi e in quelle giapponesi rivela i vantaggi che la responsabilizzazione delle donne sul lavoro porta e i costi della loro esclusione.
“Le donne reggono la metà del cielo,” disse una volta Mao, e la parità è stata un punto centrale degli sforzi del suo regime. Il governo sollecitò le donne ad avviare piccole attività commerciali di quartiere e dalle loro case. In fabbrica ricevevano salari quasi pari a quelli degli uomini, più sussidi per i figli e orari flessibili. Il progresso delle donne nella società cinese nel corso dei decenni è uno dei motivi principali per cui il paese è quella potenza economica che è oggi. Un quarto della popolazione femminile urbana va al college, dove le donne ottengono risultati migliori dei loro colleghi maschi. Nel 2013 la Cina era al primo posto nel mondo per percentuale di donne in posizioni dirigenziali di vertice: il 51 per cento. La metà delle donne più ricche del mondo vive in Cina.
Jack Ma, fondatore e ceo di Alibaba, mi ha detto una sera a cena che le donne erano indispensabili per il successo della sua azienda sia come clienti sia come dirigenti. Il suo consiglio di amministrazione è formato per un terzo da donne, e quasi un quarto dei ruoli di vertice – da vice- presidente in su – è svolto da donne.76 Il rapporto non è ancora di 50-50, ma è sostanzialmente migliore che nella grande maggioranza delle società di tecnologia. Jack Ma ha spiegato ai suoi commensali che “la cosa più sicura di tutte è fare prestiti alle imprenditrici, perché restituiscono sempre tutto”. E, se Ma auspicava un maggior potere per le donne, non era perché questa fosse una cosa equa o giusta, ma perché era “good business”.
Il ruolo che hanno le donne nell’economia del Giappone, invece, ha contribuito alla stagnazione del paese. La matematica lascia intendere che non dovrebbe essere così. Le donne giapponesi sono quelle con la migliore istruzione al mondo. Questa formazione di alta qualità ha inizio in giovane età: tra i paesi dell’Ocse le ragazze giapponesi sono quelle che ottengono i risultati migliori negli esami standard. Negli anni dopo il college, però, la forza lavoro giapponese subisce un’emorragia: quella delle donne. Al primo figlio, il 70 per cento smette di lavorare per almeno dieci anni, e molte non riprendono mai più. (Per fare un paragone, lo fa solo il 30 per cento delle americane, e in Norvegia l’81 per cento delle madri lavora.)
Alec Ross