Sugli avvenimenti d’Italia
Sugli avvenimenti d’Italia
Discorsi della stampa francese e spagnuola
fra mezzo alle contumelie e le vergogne
della stampa reazionaria fancese, ci è dolce udire
un saluto fraterno, una parola di incoraggiamento e di speranza , muovere da quella terra sacra
della libertà moderna. Compagni nelle ispirazioni e nelle idee, i democratici d’ogni paese mandano un solo grido, il grido della libertà dei
popoli. Amici e fratelli, noi vi salutiamo col cuore, applaudendo ai vostri sforzi magnanimi verso la democrazia universale. Riproduciamo le seguenti parole calde di generosa simpatia che indirizza ali* Italia il Peuple Souverain di Lione,
giornale della scuola democratica e sociale :
» Tu sarai libera, o Italia! tu sarai ben tosto una grande nazione ! Tutte le glorie hanno
illustrato il tuo suolo ; i grandi uomini, gli uomini di genio vi furono sì numerosi, quanto le
stelle del firmamento; una sola cosa manca da
secoli a’ tuoi figli: la libertà! . . .
» Italiani, nostri fratelli, i democratici della Francia vi amano e v’ammirano. I nostri sguardi e i nostri cuori pendono sulla lotta gigantesca, che avete intrapresa contro i vostri oppressori. Coraggio, pazienza ! I nostri voti non saranno sempre sterili, e il giorno avvicina in cui
ci sarà dato mescere il nostro sangue al vostro
su i campi di battaglia della libertà , e combattere con voi per l’indipendenza generale delle nazioni !
» Italiani , giacché la fiamma della libertà
s’è alla fine riacessa per voi, non lasciate che vi
sia tolta, bandite ogni gelosia, ogni divisione,
non permettete che il nemico semini in mezzo
a voi la discordia , ma tenete uniti i vostri cuori, e non deponete le armi che il giorno in cui
avrete conquistata alla vostra patria la libertà, ed
al mondo intero la Repubblica universale.
*> Tutti i popoli hanno gli occhi su voi, i
re medesimi vi sogguardano con spavento.
» Risvegliati, risvegliati ! Rivestiti di forza, o Italia! terra classica della libertà, patria
di Bruto e di Catone ! Risvegliati come ai vecchi giorni, come ai secoli passati ! I tuoi figli
erano caduti, estenuati ; ma ora ascolta la voce
del Signore, che difende la causa degli oppressi.
» Per troppo tempo , voi avete bevuto alla coppa dell’ angoscia e dell’ ingiustizia, voi non vi beverete più ! »
n Rallegratevi, gioite, l’ora della liberazione è suonata, che tutti i popoli si diano la mano e ripetino insieme : » Gloria all’ Italia, che
ha vinto i suoi oppressori, che ha atterrato il
dispotismo ! » ‘
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AVVENIMENTI D’ITALIA
GIUDICATI DALLA STAMPA LIBERALE DI SPAGNA
vJ^ra che la questione italiana s’ affretta al suo scioglimento , la
Spagna che tanto sofferse e tanto lottò per la sua indipendenza non
può a meno che giustamente apprezzare i nostri sforzi diretti ad uno
stesso fine : ed ecco come si esprime il Clamor publico.
« Le cose d’Italia meritano beo gravi e coscienziose meditazioni. Ad onta di chi potè credere la rotta di Carlo Alberto nei campi
lombardi aver consolidato nella Penisola il dominio imperiale troncando il volo ad ogni idea d’ indipendenza , 1* Italia si sveglia tuttavia dal suo letargo. Da un punto ili1 altro gli spiriti si ridestano, i
ministeri soccombono e cedono il luogo ad altri precursori di grandi
conflitti in cui forse sarà involta tutta i’ Europa. Il grido della
Costituente Italiana risuona su ogni labbro, e trova simpatia in ogni
cuore italiano; alla sua voce cadde il ministero toscano, Roma insorse , Torino si commosse , il re Carlo Alberto cessò dallo stato
d’ apatia , e gli elementi d’ una conflagrazione generale s’ aumentano, prendono vigore. Pio IX degno di miglior sorte abbandona il potere temporale della Chiesa , e dal suo asilo avversa ostilmente la
rivoluzione , e questa gli risponde destituendolo e creando una reggenza.
e Noi non scenderemo a discutere i mezzi e gli effetti della rivoluzione italiana. Sebbene abbiamo in abbominio i delitti commessi,
e sebbene ci accuorino gì’ infortunii del sommo pontefice , non ci
si offusca la ragione a tal segno da non ravvisare questi avvenimenti come effetti dell’ idea nazionale anziché trame di società segrete ; se fosse tanto superficiale il movimento riformatore non sarebbe abbastanza forte per mutare l’aspetto dei popoli ; dinanzi ad
esso non piegherebbero il capo le dinastie anche più potenti; e sarebbe a quest’ ora caduto e calpestato sotto ai piedi del vecchio maresciallo.
t Epperò veggendo dopo una sconfitta sorger più forte il grido
di guerra a sfidare 100 mila baionette tedesche e la Potenza militare
dell’ Austria, veggendo al suo irresistibile impulso cedere i principi
di Toscana e di Savoja e cadere nella citta, dei Cesari il trono pontifìcio, veggendo che nessun ostacolo esterno giunge a calmarlo, noi
non possiamo che convenire essere il movimento italiano eminentemente nazionale. Né la forza lo rattiene , ne lo modcrauo i tradì»
menti , nò i più sacri e delicati rispetti valgono a porre un argine a
questo torrente impetuoso.
« Di tanto v* era bisogno per atterrare un trono occupato dal
grande Pio IX. il più popolare dei pontefici , da cui vennero le prime riforme , il quale disconoscendo di poi V opera sua e le sue tendenze , ha finito col mover loro la guerra.
« Noi lamentiamo sinceramente questo divorzio , funesto al papa
ed al risorgimento italiano. Più che questione politica è questione
d’ indipendenza che s’ agita in Italia; più che la rivoluzione tiene il
campo la nazionalità. – La condotta di Pio IX , durante la guerra
coli’ Austria, i suoi atti pubblici in contraddizione coi segreti, la sua
ripugnanza ad inviar truppe all’ esercito liberale , le proteste dei suoi
emissari confidenziali, diminuirono la sua popolarità ed il suo prestigio, che ricevette in fine un colpo mortale coli’elezione d’ un ministero ostile all’opinione universale. Quindi i modi tenuti da lui dopo la rivoluzione compierono V opera di separazione.
« Che farà l’Europa in tali circostanze? Come svicrà il conflitto ? Si uniranno le nazioni cattoliche , per rimettere il pontefice nel
suo pieno e libero esercizio, ovvero si abbandonerà l’Italia alla sua
propria sorte ?
« Qualunque sia il partilo da adottarsi, sarà sempre disastroso,
ove urtasse apertamente le tendenze di quel popolo. Nei generosi sentimenti suoi Pio IX non pensa certo di ritornare a Roma fra le baionette straniere e ripigliare il governo de* suoi popoli con questo appoggio vergognoso. E poi un tal mezzo non farebbe che comprimere momentaneamente il movimento, che scoppierebbe di poi più terribile. L’Italia vuole la sua emancipazione , quell’ indipendenza che
è il sospiro di tutti i popoli , quella nazionalità che ella possedeva e
che si vide strappata dalle baionette della santa alleanza. Ogni combinazione la quale non posi su quest’ unica base , non può essere duratura , ed alia prima occasione i popoli scuoterebbero il giogo e ripiglierebbcro la lotta.
a O noi e* inganniamo, od un intervento armato quale lo vo-
gliano alcuni è impossibile, senza trascinar seco la guerra europea. Le
potenze del Nord non acconsentirebbero giammai che gli eserciti della
Repubblica occupassero V Italia; e dal lato suo la Francia si opporrebbe a che Russia e Germania occupassero Roma. 1/ unico intervento possibile sarebbe quello di Napoli, 1′ esito del quale però e dubbio, non permettendo l’agitazione del regno e la guerra colla Sicilia a Ferdinando di mandar sue truppe per un’ impresa tanto pericolosa , e che potrebbe costargli il trono. s
« Per lo che noi incliniamo a credere che tal questione cadrà
sotto la giurisdizione diplomatica , a meno che un’ insurrezione generale in Italia e la guerra imminente coli’ Austria non sorgano a cambiar totalmente l1 aspetto delle cose. Checche ne sia però, e fatta astrazioue dagli argomenti religiosi, egli ò evidente che sul Tevere vanno a decidersi i destini d’ Europa , sia che trionfi la nazionalità , il
che muterebbe le condizioni attuali, sia che soccomba, sventura che
ricadrebbe su tutti i popoli.
Tip. Tiocchi