Soldati per soldatini. Abbecedario essenziale per giocare alla guerra
La Grande Guerra, per la sua eccezionalità, è la chiamata alle armi della ragione sull'inspiegabile del conflitto che cerca, nel tumulto del discorso, le porte per un accesso facilitato alla sua leggibilità.
Su periodici e opuscoli a larga diffusione, questa chiamata delle lettere alle armi assedia perfino l'infanzia e i suoi giocattoli per neutralizzare, agli occhi dell'opinione pubblica sul «fronte interno», la tragedia attraverso un linguaggio e delle immagini familiari.
L'assedio posto alle parole della quotidianità in tempo di pace e alle figure più docili dell'immaginario infantile - la S di strenna e la A dell'asino del presepe di Natale - descrive però anche la volontà della propaganda bellica di coinvolgere e mobilitare anche i bambini: di familiarizzare proprio loro alle logiche del conflitto.
Il balocco neutrale diventa così l'arma pedagogica che solidarizza il bambino con l'età adulta più tumultuosa e l'adulto con la nostalgia per i giochi di guerra dell'età passata. Lettere e figure sulla pagina scambiano il soldatino con il soldato in un abbecedario-manuale per giocare, tutti, alla guerra.