Sagra consulta
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SAGRA CONSULTA
Sabato ir Febbraro i852.
I DUE TURNI
DEL SUPREMO TRIBUNALE
Composto» degli Illustrissimi e Revmi Giudici,
Monsignori ANTONIO MATTEUCCl Segret. e Presidente
BARTOLOMEO PACCA
AUGUSTO NEGRONI
SALVO MARIA SAGRETTI
COSTANTINO BORGIA
CARLO CRISTOFORI
SALVATORE V1TELLESCHI
DOMENICO BARTOL1NI
LUIGI FIORANI
GIACOMO GALLO
TERENZIO CARLETTI
GIUSEPPE ARBORIO MELLA
Coli.’ intervento degl’ Illustrissimi Monsignori
BONAVENTURA ORFEI Coadjutore di Monsig.
Avvocato de’ Poveri
PIETRO BENVENUTI Procuratore Generale del
Fisco e della R. C. A. e
Degli Illustrissimi Signori: Avvocati
Stefano Bruni”
Pietro Frassinelli
Pietro Gui;
Giovanni Sinistri
Lorenzo Pieri
Difensori; di Officio»
Assistendo l’infrascritto* Cancelliere-
Sii sono adunati nella; solita. Sala: del Palazzo» Innocenziano in;
Monte Citorio per giudicare in: Revisione a forma, dell’ Art- 565 del
regolamento; organico; e- di; procedura; Criminale’ la Causa; intitolata,
SENIGALLIA
di Omicidj
CONTRO I CARCERATI
Clari Pio sopracchiamato Ciaciauro,.delfu Giuseppe, di anni’34
nato> e domiciliato in Senigallia, conjugato, industriante ,
Giorgetti Annibale sopracchiamato il ‘figlio del Pettinare del
Pòrto, del fu Mariano ,, di anni venticinque, nato e domiciliato in
Senigallia ,, libero, di stato ,, di mestiere pettinaro ,
Giustini Giacomo sopracchiamato Jura , del. vivo Giovanni,, di
anni 4o, nato- in Monte Porzio, domiciliato in; Pergola, conjugato,,
di. mestiere canepino ,
Mandolini Giuseppe- sopracchiamato Menefrego-, del vivente-
Fortunato,, dii anni- 3″o.,. nato; e domiciliato, in Senigallia ,, conjuga-
to ,, di mestiere canepino ,
Marchetti Nicola: del fu; Antonio,, dii anni 34,, nato e domici-
liato, in Senigallia ,, conjugato , calzolaio e; custode del pubblico; ma-
cello,,
Naponelli Francesco ,. sopracchiamato Jacomone e Pàpetto,, del
vivente Giacomo , nato in Senigallia il 28 Aprile 1819,. e domici-
liato in detta Città , conjugato,, di mestiere oliararo e- sard’ellàro,
Piantanelli Raffaele, di; anni! 25 ,, nato; e- domiciliato» ini Seni-
gallia , libero; di stato,, impiegato» nell’ ospedale ,,
Polini Francesco,, del fu Angelantonio;, di anni 23′,, nato; e-dòr
miciliato in Senigallia,, conjugato,, di mestiere pettinaro,,
Santi Luigi, del fu Baldassare , di anni. 43 , nato in Monte-
scudolo e domiciliato in, Senigallia, libero di stato, ispettore politico,
Travaglini Vincenzo, del fu Giacomo, minore degli anni venti
e maggiore degli, anni dieciotto , nato e domiciliato in Senigallia,
libero di stato, di mestiere barbiere, e
CONTRO I CONTUMACI
Francesconi Baldassare
Francesconi Gaspare
Olmeda Giuseppe
Renzi Domenico
Ridolfi Adolfo,
Sulla quale Causa il primo Turno di questo» supremo Tribu-
nale nel di 3i decembre 1.851 pronunciò la sua Sentenza.
Premesse le solite preci all’ Altissimo ,,
Sentito il rapporto della causa fatto dalF Illustrissimo e Reve-
rendissimo Monsignor Borgia giudice relatore 5
Letta la suindicata Sentenza del 3i Decembre i85i colla quale
Per 1′ Omicidio in persona di Mariano Perilli avvenuto in Se-
nigallia nel giorno 3 Marzo 1849 come colpevoli di detto Omicidio
con animo deliberato e per ispirito di parte furono condannati alla
pena dell’ ultimo supplizio ad umanità di voti Francesco Polini, ed
a maggioranza di voti Luigi Santi :
Per 1′ Omicidio in persona del sacerdote Canonico Don Gioac-
chino Specchietti, avvenuto fuori le mura di Senigallia nelle ore
pomeridiane del giorno 21 Marzo 1849 corae colpevole di detto
Omicidio commesso con animo deliberato e per spirito, di parte fu
condannato a maggioranza di voti Raffaele Piantanelli alla pena del-
l’ ultimo supplizio ;
Per 1′ Omicidio in persona di Giovanni Costantini avvenuto in
Senigallia la sera del 3 Aprile 1849 come colpevole di detto Omi-
cidio con animo deliberato e per ispirito di parte furono condan-
nati alla pena dell’ ultimo supplizio ad unanimità di voti Nicolai
Marchetti, ed a maggioranza di voti Giuseppe Mandolini ; e
Per 1′ Omicidio in persona di Pietro Campobassi avvenuto in
Senigallia nella notte del 4 Maggio 1849 come colpevoli, di detto.
Omicidio con animo deliberato e per ispirito di parte furono con-
dannati a maggioranza di voti alla pena dell’ ultimo supplizio Pio.
Clari, Annibale Giorgetti, Giacomo Giustini e Francesco Napo-
nelli 5 e Vincenzo Travaglini, perchè minore degli anni! venti., alla
galera in vita e come riconosciuti non abbastanza colpevoli venne-
ro dimessi in libertà provvisoria Ferdinando^ Bavosi, Andrea Campo-
bassi e Stefano Francesconi..
Viste e ponderate le risultanze processuali ;
Visti ì Verbali dell’ Udienza del 21 , 29, 3o e 3i Decem-
bre i85i ;
Udite le conclusioni di Monsignor Benvenuti Procuratore ge-
nerale del Fisco e della R. C. A.
Ascoltate le verbali deduzioni defensionali di Monsignor Orfei
Avvocato coadiutore de’poveri ; del Sig. Avv. Stefano Bruni per Raf-
faele Piantanelli; del Signor Avvocato Pietro Frassinelli per Giaco-
mo Giustini, e Francesco Polini del Signor Avvocato Pietro Gui
per Pio Clari ; del signor Avvocato Giovanni Sinistri per Giuseppe
Mandolini , Nicola Marchetti, Luigi Santi,, e Vincenzo Travaglini ;
e del Signor Avvocato Lorenzo Pieri per Annibale Giorgetti , e
Francesco Naponelli:
Ricevuta da tutti i predetti Signori Difensori la dichiarazione
di non aver altro ad aggiungere, avendo avuto per ultimi la parola :
Chiusa la discussione e rimasti soli i Giudici per deliberare :
INVOCATO IL SANTISSIMO NOME DI DIO
I due turni, del Supremo. Tribunale- hanno- reso, e pronunciato
k seguente
SENTENZA
TITOLO L
Di Omicidio in persona? di: Mariano* Pèrillil
Tanta era la ferocia dei faziosi; di Senigallia, che ne
la pubblicità del luogo,. né il pieno meriggio, né il: con-
orso del popolo Bastavano a frenarla.. Il Direttore postale
2
Mariano Perilli sulle due pomeridiane dei 3 Marzo 1849
stavasi a diporto nella piazza del Duomo , osservando una
quantità di truppe repubblicane che si esercitavano nelle
manovre. Poco lungi da lui erano soffermati Francesco Po-
lini , Luigi Santi, ed il contumace Gaspare Francesconi.
Appena da costoro fu visto, uno di essi cioè Francesco Po-
lini gli si avvicina, gli esplode in direzione della testa un
colpo di pistola , e gravemente il ferisce , per cui dopo un’
ora è morto. Di quanti erano presenti, niuno si mosse con-
tro F assassino, mentre altri tratteneva il timore, altri la in-
differenza , o meglio F approvazione.
Considerando che F Omicidio in persona di Mariano
Perilli è provato in genere dalla legale ricognizione e sezio-
ne cadaverica , da cui risulta essersi F estinto trovato affetto
di una ferita alla guancia sinistra, la quale aveva fratturato
comminutamente la branca orizontale sinistra , e trapassan-
do sotto la lingua aveva leso le arterie , vene, ed altre par-
ti molli circonvicine, e fratturata anche la branca orizontale
destra della mandibola inferiore; ferita che si riconobbe pro-
dotta da arme da fuoco , e causa unica ed assoluta della
morte :
Considerando che dalla deposizione di tre testimonii
presenti alla consumazione del delitto rimane stabilito , che
Francesco Polini avvicinatosi improvvisamente al Perilli e-
strasse dalla saccoccia del petto una pistola, la esplose con-
tro il medesimo , e lo colpì nel viso :
Considerando, che mal si ricorse dal Polini ad una
coartata col voler far credere che in quel giorno si trovas-
se lontano da Senigallia e precisamente verso Marotta, da-
poichè n’ è smentito non solo dalla fede dei suindicati tre
tostìmonii , ma anche da quei medesimi da esso indotti a
sostegno di sua coartata :
Considerando che a convincerlo sempre più di sua reità,
concorre il detto di un deponente, il quale assicura che il
Polini prima di esplodere la pistola gli fece cenno di allon-
tanarsi dal Perilli cui era a contatto:
Considerando che anche F Inquisito Luigi Santi sosten-
ne che il Polini fu quello eh’ esplose il colpo di pistola
contro il Perilli :
Considerando che Luigi Santi è convinto di correità in
questo delitto dal suo esame nel quale si fa presente al fat-
to , e dal deposto dei testimonii, che lo videro sulla Piazza
del Duomo unito al Polini, e al Francesconi discorrere fra
loro e guardare attentamente il Perilli , eh’ erasi fermato
presso il cantone del Palazzo Pasquini:
Considerando che due testimonii ben videro quando i
tre coadunati postisi in cerchio fra loro si somministrarono
un oggetto, che un deponente osservò avere il Polini ripo-
sto nella sua saccoccia del petto, per cui suppose che fosse
appunto la pistola, che quindi esplose contro il Perilli :
Considerando che il Santi Ispettore politico ben rico-
nobbe come esso ammette , il materiale esecutore del delit-
to j* però egli non solo non si mosse per procurarne il fer-
mo , ma trascurò perfino di dare alla giustizia qualunque
rapporto sull” accaduto, il che maggiormente persuade del
suo concorso nel delitto :
Considerando esser provato che gF Inquisiti appartenes-
sero alla compagnia infernale, la quale aveva in odio il Pe-
rilli perchè affezionato al legittimo governo, e di cui pro-
vocò col mezzo del circolo popolare la destituzione dall’ Im-
piego di Direttore Postale , come si ha dalle originali mi-
nute di lettere dirette al potere di quel tempo, ed esistenti
in atti :
Considerando non potersi perciò dubitare che F Omici-
dio si commettesse deliberatamente, e per spirilo di parte ;
Visti gli Articoli 2^5 e io3 del Regolamento penale:
Visto e considerato quant’ altro era a vedersi e consi-
derarsi ;
Il Supremo Tribunale ha dichiarato e dichiara che con-
sta in genere di omicidio in persona di Mariano Perilli e
che in ispecie ne furono e ne sono colpevoli con animo de-
liberato e per spirito di parte Francesco Polini e Luigi
Santi, ed in applicazione degli Articoli 2^5 e io3 del Re-
golamento penale ha condannato e condanna alf ultimo sup-
plizio i detti Francesco Polini e Luigi Santi. Quindi li ha
condannati e condanna alla rifazione dei danni ed al rim-
borso delle spese processuali da liquidarsi in separato giudizio.
Ha infine ordinato ed ordina la prosecuzione degli atti
a forma di legge contro il contumace Gaspare Francesconi.
TITOLO IL
Di Omicidio in persona del Canonico
D. Gioacchino Specchietti.
La demagogia avendo sommamente in odio il Sacerdo-
zio diede prova di tale sua avversione anche con la uccisio-
ne del Canonico Preposto e Penitenziere nella Cattedrale di
Senigallia D. Gioacchino Specchietti. Andava questi a dipor-
to circa le ore 23 dei 21 Marzo 1849 per la via chiamata
di mezzo fuori Porta Maddalena. Visto appena ad una qual-
che distanza da Raffaele Piantanelli fu pronto costui a to-
glier con violenza di spalla il fucile ad un Cacciatore che
tornava in città, e farsi quindi ad inseguirlo col contumace
Adolfo Ridolfi. Andando a traverso i campi fu primo il Ri-
dolfi a raggiungerlo, e quando gli fu prossimo, gli esplose
contro un colpo di pistola che già teneva , e feritolo nella
testa lo rese al momento estinto. Il Piantanelli restituì al
proprietario il fucile; quindi amendue gli aggressori ritorna-
rono colla maggiore indifferenza in città entrando bensì per
altra porta cioè per quella chiamata di Ancona.
Considerando che F Omicidio nella persona del Sacer-
dote D. Gioacchino Specchietti rimane provato in genere
col giudizio de’ periti , che ispezionato e sezionato il cada-
vere , lo trovarono affetto di una ferita prodotta da arma
comburente sulla gobba destra dell’ osso frontale, penetran-
te nella cavità del cranio , quale ferita avendo lacerato in
tutta quasi la sua sostanza il cervello , fu dichiarata causa
assoluta ed immediata della morte :
Considerando che Raffaele Piantanelli è confesso di es-
sersi trovato unito al contumace Adolfo Ridolfi, allorché
da questo fu esploso un colpo di pistola a danno dello
Specchietti :
Considerando che se il Ridolfi fu il materiale esecuto-
re del delitto, grava però una eguale correità il Piantanel-
li , perchè da esso pur si volle F eecidio del nominato Sa-
cerdote , mentre si ha dal deposto di sei testimonii che
anch’ esso si facesse ad inseguirlo appena potè riconoscerlo
a qualche distanza fuori di Porta Maddalena:
Considerando che a conseguire il fine delittuoso che
erasi proposto si munì il Piantanelli di archibugio toglien-
jdolo a forza ad un cacciatore, che ne depone, e quindi lo
jingrillò e si pose in altitudine di esploderlo, il che avrebbe
Jfatto se il Ridolfi non lo avesse prevenuto, o il colpo di
Iquesti fosse andato fallito :
Considerando che maggiormente si rende manifesta la
Colpabilità del Piantanelli se si rifletta che caduto appena
[in terra lo Specchietti, il medesimo Piantanelli nel resti-
tuire al cacciatore F archibuso lo minacciò di morte se a-
vesse parlato , e quindi insieme al Ridolfi abbandonò la
pubblica via, assicurando più testimonii che ambedue si fé-
3
cero ad attraversare i campi dalla parte marina entrando in
città per altra Porta, cioè per Porta Ancona:
Considerando che il Piantanelli iiell’ impegno di allon-
tanar da sé la contratta responsabilità, tentò ma invano
prima del suo arresto di procurarsi una prova di coartata ,
e consultò in proposito anche due legali, il che rimane sta-
bilito colle deposizioni de’ testimonii, anzi nel fine lo ha
ammesso anche lo stesso Inquisito :
Considerando risultare dagli atti che il Piantanelli ave-
va fama di uomo di pessima qualità, e di essere aggregato
alla Compagnia Infernale :
Considerando che il Canonico Specchietti era in odio
agli Ammazzarelli per essersi ricusato alle cerimonie religio-
se per la proclamazione della Repubblica per cui con lette-
ra anonima fu minacciato di morte, il che porta a ritene-
re che il suo eccidio si commettesse deliberatamente, e per
spirito di parte :
Visti gli Articoli 2,^5 e io3 del Regolamento penale;
Visto e considerato quant’ altro era a vedersi e consi-
derarsi ;
11 Supremo Tribunale ha dichiarato e dichiara che con-
sta in genere di Omicidio in persona del Sacerdote D. Gioac-
chino Specchietti, e che in specie ne fu ed è colpevole con
animo deliberato e per spirito di parte Raffaele Piantanelli,
ed in applicazione degli Articoli 2^5 e io3 del Regolamen-
to Penale ha condannato e condanna il predetto Raffaele
Piantanelli alla pena dell’ ultimo supplizio, non che alla ri-
fazione de’ danni e spese processuali da liquidarsi in altra
sede di giudizio :
Ha in pari tempo ordinato ed ordina la prosecuzio-
ne degli atti a forma di legge contro il Contumace Adolfo
Ridolti.
TITOLO III.
Dì Omicidio in persona di Giovanni Costantini.
La sera del 3 Aprile 1849 sulla mezz’ ora di notte fu-
rono> esplosi alla vita di Giovanni Costantini sopracchiamato
il Rabito tre colpi d’ arme da fuoco, ed irrogate quindi
cinque ferite eoa istromenlo incidente, per cui fu reso sul-
r istante cadavere. Ciò avvenne presso la di lui casa posta
al Borgo esterno di Senigallia. Furono imputati di questo
Omicidio Nicola Marchetti già condannato a quindici anni
di galera per delitto politico e graziato pel sovrano Indulto
dei 1846, Giuseppe Mandolini, ed il contumace Giuseppe
Olnieda.
Considerando che V Omicidio di Giovanni Costantini è
provato in genere dalla legale ispezione e sezione del cada-
vere che si rinvenne affetto in diverse parti del corpo di
cinque ferite prodotte da istromenlo incidente e perforante
giudicate senza pericolo, e di altra ferita sotto 1′ orecchio
sinistro prodotta d’ arme comburente , che per aver leso i
vasi arteriosi e venosi, fra i quali la carotide, fu causa uni-
ca ed immediata della morte :
Considerando che un testimonio famulato da altro de
relato riferisce che poco prima della mezz’ ora di notte del
3 Aprile 1849 vide e riconobbe Nicola Marchetti provenien-
te da Porta Marina dirigersi verso il Ponte della Penna av-
volto in un mantello di pelone ed avente in testa un bon-
net con visiera ; quali indumenti lo slesso Marchetti ammet-
te di avere indossati in quella sera:
Considerando che altri due testimonii contesti di luogo
e tempo depongono di aver visto sulla mezz’ ora di notte
di detto giorno due individui armati di pistone coperti da
cappotto civico coi cappuccio in lesla provenienti da Porta
Marina dirigersi verso il ponte della Penna, ed appostarsi
sotto 1′ arco Luzianelli ove pur videro appostato e riconob-
bero l’Inquisito JNicola Marchetti armato di pistone, ed a-
vente un mantello di pelone ed un bonnet in testa. Aggiun-
gono poi gli stessi deponenti aver udito quasi subito in di-
rezione dell’ arco Luzianelli tre esplosioni e la voce quindi
del Costantini che implorava ajuto, per cui ritennero imme-
diatamente che fosse stato ucciso dagli due sconosciuti e dai
Marchetti, tanto più che non vi erano altri in quelle vici-
nanze :
Considerando esservi pur chi assicura che caduto in
terra il Costantini fosse lo stesso Marchetti che si lanciasse
su di lui e lo ferisse con più colpi di coltello, ferite che
realmente si rinvennero sul cadavere dell’ interfetto :
Considerando che il Marchetti a fronte delle suespresse
deposizioni volle far credere che al momento del delitto si
trovasse a Porta Marina ; però un solo dei Testimonii da
esso indotti lo favorì, ma contro la verità ; per cui fu con-
vinto di spergiuro. Gli altri due Testimonii da esso egual-
mente indotti lo smentirono ad onta delle premure fatte
loro dalla moglie dell’ Inquisito affinchè deponessero a di
lui favore.
Considerando risultare da prove testimoniali che anche
il Marchetti appartenesse alla Compagnia Infernale :.
Considerando che la morte del Costantini non ebbe al-
tra causa che 1′ odio degli Ammazzarelli inverso i ladri, col
qual pretesto volevano scusare tutti i loro delitti. Il Costau-
tini infatti dicevasi che fosse un ladro di campagna. Ma
niente ebbe a rubare a coloro che sono imputati della, di
lui uccisione, perchè niente essi possedevano in campagna.
Dunque la fine tragica di questo infelice fu per solo spirito
della Setta Infernale in allora dominante, la quale per la,
sua sete di sangue ne aveva deliberata la morte:
Considerando che se gli altri due Individui che stavano
appostati sotto l’Arco Luzianelli non furono; individualmente
riconosciuti, però il Contumace Giuseppe Olmeda hi rico-
nosciuto dubitativamente , e Giuseppe Mandolini ha. gravi
indizii a suo carico. Imperocché oltre avere Io stesso Man-
dolini tentato provare che nel giorno del delitto si trovasse
in Ancona , nel che rimase smentito dai suoi medesimi te-
stimonii , è provato che anch’ esso facesse; parte; della. Com-
pagnia Infernale ; che due giorni innanzi istigasse un tal
Galli ad uccidere il Costantini ; e che nella mattina, seguen-
te al delitto si facesse a dire che avevano* fatto bene di
ammazzarlo perchè era un ladro :
Considerando peraltro che gli accennati indizii non sono
sufficienti per dichiarare il Mandolini correo del delitto :
Visti gli Articoli 2,75. io3. del Regolamento penale, e
447 del Regolamento di procedura criminale;
Visto e considerato quant’ altro era a vedersi e consi-
derarsi ;
111 Supremo Tribunale ha dichiarato e dichiara che con-
sta in genere di Omicidio in persona di Giovanni Costanti-
ni, e che in specie ne fu ed è colpevole con animo delibe-
rato e per spirilo di parte JNicola Marchetti ; ed in applica-
zione degli Articoli 275 e io3 del Regolamento Penale ha
condannato e condanna il predetto Nicola Marchetti all’ul-
timo supplizio, non che all’emenda dei danni, ed al rim-
borso delle spese processuali come di ragione :
Non constando poi abbastanza della correità, di Giu-
seppe Mandolini ha ordinato ed ordina che per questo de-
litto sia trattenuto in Carcere per non oltre i sei mesi al-
l’ oggetto di assumere ulteriori indagini a forma e per gli
effetti dell’ Articolo 447 del Regolamento Organico di Pro-
cedura Criminale :
4
Ha infine ordinato ed ordina che siano proseguiti gli
atti a forma di legge contro il Contumace Olmeda Giuseppe.
TITOLO IF.
Di Omicidio in persona di Pietro Campobassi.
Battuti e vinti i ribelli nelle Romagne dalle Imperiali
Armate Austriache, nella sera dei 4 Maggio 1849 giungeva
in Senigallia una compagnia dei militi Svizzeri, che porta-
vasi a Roma per far 1′ estrema prova a sostegno della già
crollante anarchia. Due di quei militari si recano a bere in
una osteria al Borgo della Pace, ove si trovavano i Seni-
galliesi Francesco Santarelli , Onofrio Basii] , Antonio Du-
razzi e Pietro Campobasso Nacque quistione fra 1′ una e V al-
tra comitiva; di tanta ira si accendono gli animi che presto
dalle parole vengono ai fatti. Il Campobassi lancia sul viso ad
uno dei militi una misura di vino e 1′ offende, mentre uno
dei suoi compagni leggermente il ferisce con colpo di col-
tello. Saputosi il fatto , alcuni dei bravi dello Compagnia In-
fernale deliberarono di vendicare 1′ offeso soldato, Si pongo-
no subito in traccia degli offensori. Saltarelli , Basili e Du-
razzi sono menati prigioni. Al più tardi trovano pure il Campo-
bassi. Mentre lo conducevano al carcere, nel vicolo del Fon-
tanino del Marione con 1′ arme del vile lo feriscono e lo uc-
cidono. Di questo delitto sono oggi chiamati a rispondere
Pio Clari , Annibale Giorgelti, Giacomo Giustini, Francesco
Naponelli e Vincenzo Travaglini.
Considerando in genere che 1′ Omicidio in persona di
Pietro Campobassi è constatato dalla legale ispezione e se-
zione cadaverica, da cui si ha che il medesimo ripor-
tasse due ferite , Y una nella regione carotidea destra, e
1′ altra nella regione ascellare destra ambedue prodotte da”
islromento incidente e perforante, penetranti in cavità,,
quali per aver recise le arterie carotide ed ascellare , e
lesa P asperarteria furono giudicate per loro stesse assolu-
tamente mortali, e causa unica ed immediata della morte
del Campobassi:
Considerando in specie esser provata la colpabilità di
Pio Clari, Annibale Giorgetti, Giacomo Giustini, France-
sco Naponelli e Vincenzo Travaglini dal deposto di più
testimonii contesti fra loro, li quali assicurano che i me-
desimi furono quelli, che arrestarono il Campobassi e li
videro tutti uniti condurlo al carcere per la via del Fon-
tanino :
Considerando che più testimonii stabiliscono ancora
che il Clari, il Giorgelti, il Giustini, ed il Travaglini
furono quelli che a vicenda s’ istigavano all’ eccidio del
Campobassi , e che il percossero e ferirono con colpi di
stile finche lo resero cadavere, mentre il Naponelli pre-
senzio la consumazione del delitto :
Considerando che gì’ Inquisiti ritenuti da tutti per ag-
gregati alla Compagnia Infernale già avevano in odio il
Campobassi per essersi ricusato , secondo viene da taluno
dedotto, di far parte delle bande repubblicane, odio che
in loro crebbe allorché udirono avere offeso uno Svizzero,
che si recava a combattere sulle mura di Roma, per cui
apertamente si fecero a dichiarare di volerne fare vendetta,
il che mostra che la uccisione del Campobassi ebbe luogo
per solo spirito di parte , ed in seguito di precedente
deliberazione :
Considerando che all’ epoca del predetto delitto Fran-
cesco Naponelli era divenuto maggiore di età perchè nato
il 2,8 Aprile 182,9, e cne Vincenzo Travaglini era nella
età minore degli anni venti e maggiore dei dieciotto.
Visti gli Articoli 275 , io3 , 27 § 3 e i3 del Re-
golamento Penale;
Visto e considerato quant’altro era a vedersi, e con-
siderarsi ;
Il Supremo Tribunale ha dichiarato e dichiara che
consta in genere di Omicidio in persona di Pietro Campo-
bassi, e che in specie ne furono e ne sono colpevoli, con
animo deliberato e per spirito di parte Pio Clari , Anni-
bale Giorgetti , Giacomo Giustini e Vincenzo Travaglini
maggiore degli anni 18 e minore dei 20 , ed in qualità
di complice Francesco Naponelli ; ed in applicazione degli
Articoli 275 e 100 del Regolamento Penale ha condannato
e condanna alla pena dell’ ultimo supplizio Pio Clari ,
Annibale Giorgetti e Giacomo Giustini; ed in applicazione
degli stessi Articoli col concorso dell’ Articolo 27 § 3 del
Regolamento anzidetto ha condannato e condanna Vincenzo
Travaglini alla galera perpetua da espiarsi a forma di legge :
ed applicando i medesimi Articoli 275 e 1.03 col concorso
dell’Articolo i3 del ripetuto Regolamento ha condannato
e condanna Francesco Naponelli alla galera in vita sotto
stretta custodia. Inoltre ha condannalo e condanna tutti i
sovraindicati individui all’ emenda dei danni agli eredi del-
l’ ucciso Campobassi ed alla rifazione delle spese processuali
,da liquidarsi a senso di leggìi-
Finalmente ha ordinato ed ordina che sii proseguano
gli atti a forma di legge- contro i contumaci Gaspare e
Baldassarre Francesconi e Domenica Renzi.
A. MATTEUGCI segretarie PRESIDENTE;
B. PACCA
A. NEGRONI
S. SAGRETTI
C. BORGIA
C. CRISTOFORI
S. VITELLESCHI
D. BARTOLIM
L. FIORANI
G. GALLO
T. CARLETTI
G. ARBORIO MELLA
E. CASTELLI. Cànceùuere
Dall’ Udienza dì Nostro Signore del 4 Maggio> r852.
Il SANTO PADRE per grazia si è degnato di commutare a
Luigi Santi la pena dell’ ultimo supplizio, cui è stato condannato
per l’Omicidio in persona di Mariano Perilli, in quella della galera
in vita sotto stretta custodia.
Il Segretario della Sagra Consulta
A. MATTEUCei