Risposta dei repubblicani lombardi ad un recente scritto di Massimo d’Azeglio…

RISPOSTA DEI REPUBBLICANI LOMBARDI
AD UN RECENTE SCRITTO
Ut SflAOTM® W hWQìM
GIÀ’ CONFUTATO DAL MESSAGGIERE TORINESE N. 348.
Il suo argomento magistrale contro i tapini repubblicani d’oggi, ella (il Sig. Azeglio) lo
trae dalla storia: questi pigmei, dice, non sono
né Milziadi, nò Aristidi, né Bruti, né Eegoli,
né Farinata o Capponi , né Washington o Fran-
klin.
» Certo, noi non siamo quegli omenoni : la
razza se n1 è spenta, ed è appunto per poter
gloriarci di risuscitare tali nobili piante, che
vorremmo spazzare e rivolgere il terreno : giac-
ché quella brava gente nacque e crebbe nelle re-
pubbliche. Sì, signor Azeglio, Aristide era nato
repubblicano; e veda un po’ la matta osservazio-
ne che le l’accio io : nella monarchia costituzio-
nale , per esempio di Luigi Filippo, non si tro-
va un Aristide ; si trovano un Dupont de 1′ Eu-
re, un Lamartine, che al suono delle schiopet-
tate, e sul trono revesciato, proclamano la re-
pubblica. E quel Washington e quel Franklin,
per rendere indipendente la loro patria, ebbero
la temerità di cacciar giù, a schioppettate, il
governo costituzionale, modello del vostro pre-
diletto pasticcio , e di proclamare la repiibblic:.
E di quei Bruti, (i Bruti sono due, signor Aze-
glio) uno cacciò via il re di Roma, sollevando
il popolo e gridando non più re! e 1′ altro, in-
vece di scrivere una protesta o di instituire un
Circolo, prese una via spiccia, pugnalò Cesa-
re… cosa che noi non faremo certo; perchè
? com’ ella osserva saggiamente ? nessuno di
noi vale Bruto , e ? come oso osservare io,
nella mia sciocchezza ? nessuno de’ nostri prin-
cipi vale Cesare.
» Ora veniamo a conclusione, perchè la let-
tera è già lunga quanto la sua apostrofe.
» Mettiamo carte in tavola.
» Noi repubblicani vogliamo anzi tutto l’in-
dipendenza d’Italia, e siamo repubblicani perchè
il cuore, la ragione, le storie e le recenti no
stre esperienze, e la miseria in cui cadde l’I-
talia per l’aliaci esperimenti, ci confermano in
questa massima: ? che, a persuadere ai re li-
beralismo , leghe, guerra allo straniero , si an-
fana a secco , e che, se non diamo alle loro
maestà il congedo e non alziamo il vessillo re-
pubblicano , non ne facciamo nulla.
» Ed ella cosa vuole signor Azeglio?
» ? L’ indipendenza d’ Italia.
» Con quali mezzi ?
» ? Colla cooperazione dei principi italiani,
colla loro federazione, colla sommissione dei po-
poli al l’atto dei loro governi.
E sì che, a leggere i suoi stessi scritti, pare
eh’ ella siasi accorto che i governi non ne han-
no mantenuta una, e che hanno menato e me-
nano pel naso popoli e dottori. Dice che fra
giorni si romperà la guerra grossa, e poco più
sopra dice che non si conclude nulla per la le-
ga, da cui dovrà poi farsi la guerra. E il fatto
sta che non si prepara né guerra grossa, né
guerra piccina; si fa la guerra alle popolazio-
ni, ai Parlamenti, alla stampa, alle franchigie
accordate per forza, con – proponimento di ri-
toglierle: ecco qual guerra si fa.
» Malgrado che i principi e i governi abbia-
no menato fino ad ora pel naso i dottori e i po-
poli , ella vuole che si stia sempre su quella via?
» Dato che glielo accordassimo, quanto tem-
po prende a convincersi che i principi lascie-
ranno cantare , e non ne faranno niente ? Quan-
ti mesi, quanti auui? La Lombardia è vuota
de’ suoi abitanti, è danneggiata , devastata dal
Tedesco: s’ ha da stare così? L’ armistizio è spi-
rato, la mediazione è una trappola, e i princi-
pi hanno visibilmente accettata 1′ inazione impo-
sta dall’Austria: si ha da stare così?
» No ? dirà ella; si ha a combattere per 1′
indipendenza di nuovo, uniti, popoli e governi.
» E se, dopo protestato e pregato, non se
ne fa nulla coi governi, e e’ ingannano di bel
nuovo, e ci tradiscono: staremo così?
» No. ? Ci rivolteremo ? ? No.
» Che faremo? …. È un circolo vizioso, da
cui s’esce; è un andirivieni, che fa disonore al
cervello umano.
E quando , dopo avere ben aspettato , e aspet-
tato , dovrete pur risolvervi anche voi a strap-
pare la benda e gridare al popolo ? Levati e
vendicati! ? se il popolo vi metterà innanzi agli
occhi il conto dei danni, delle lacrime, del san-
gue sparso , degli obbrobrii patiti per aver da-
to retta alle vostre aberrazioni, ai vostri con-
nubii impraticabili, alla vostra ostinata albagia
dottrinaria: ? chi pagherà il conto?? Che ri-
sponderà il signor Azeglio e gli altri Mazzieri
della Fraternità? Finiamo: e per tutto ciò che
tralasciamo di dire a prò’ dei repubblicani , la
rimandiamo a quel libro Nicolò deì Lapi…. di
quell’ altro Azeglio.
( Gazzetta di Venezia )
Bologna 1848. ? Tip. Bortolotti dai Celestini.

Condividi
Estremi cronologici: 1848
Segnatura definitiva: MRI0590
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 28,5X20,5 cm
Colore: bianco e nero
Tipografo (ente): Bortolotti dai Celestini, tipografia. Bologna
Lingua della documentazione: italiano
Descrizione del contenuto: Incipit: Il suo argomento magistrale contro i tapini repubblicani d'oggi...
Extent_const: 1
Extent_qt: c.