Repubblica Romana

REPUBBLICA BOMANA.
Al COIRSI ED AI PARLAMENTI DI FRANCIA E INGHILTERRA
1/ ASSEMBLEA COSTITUENTE
I Rappresentanti del libero Popolo Romano indirizzano parole di richiamo e di fiducia insieme, ai Governi
ed ai Parlamenti delle due più libere e potenti nazioni d’ Europa.
E’ noto al mondo che noi fummo per molti secoli governati dalla Chiesa negli ordini temporali con quegli
speciali modi di assoluta autorità, coi quali essa governa gli ordini spirituali, onde avvenne che in mezzo alla lu-
ce del secolo decimonono qua regnassero le tenebre del medio evo, l’incivilimento fosse combattuto spesso con
aperta guerra, sempre colla forza d’inerzia, e che persino fosse delitto per noi il sentirci, e chiamarci italiani.
E’ noto al mondo che noi tentammo più volte vendicarci in liberià ; ma 1′ Europa ci fece espiare con
servitù più dura quelle prove per le quali altri popoli venivano glorificati. Parve alfine venuto dopo lungo martirii
il giorno del riscatto, e noi fidavamo nelle potenze delle idee, nella prepotenza degli eventi , e nell’ animo
mansueto del Principe; ma volemmo essere italiani innanzi tutto e fu colpa; ci credemmo liberi e fu illusione. Un
giorno il Principe ci abbandonò, e restammo senza governo: non mancò chi cercasse modi di composizione: fu
invano: vennero reietti perfino i messaggi del Parlamento e del Municipio; il popolo portò più oltre il tempo,
colla pazienza; ma il Governo emigrato non pronunziò più mai una parola di libertà, una parola di amore; chia-
mò colpa tre milioni di uomini dell’ eccesso di uno ; e quando si pensò al modo che solo restava per costituire
un’ autorità dal Principe col fatto abdicata , il Sacerdote ci maledisse.
E’ noto al mondo che il suffragio universale die origine alla nostra Assemblea, la quale esercitando per ne-
cessità un diritto imprescrittibile, volle esautorala per sempre la teocrazia e proclamata la Repubblica. Nessuno conr
trastò; la voce degli esautorati si fece sol essa udire il suono di querela.
E l’Europa vuol dare ascolto a questa voce, e sembra dimenticare la storia dei mali nostri e confondere an-
ch’ essa ciò eh’ è degli ordini spirituali, e ciò che è dei temporali.
La Repubblica romana ha sancito l’indipendenza e il libero esercizio della autorità spirituale del Pontefice, e
con questo mostrò al mondo cattolico quanto sentisse profondamente il diritto di libertà d’azione religiosa inse-
parabile dal Capo supremo della Chiesa. Per mantenerla integra alla morale guarentigia della devozione di tutti
i nostri fratelli cattolici, la Romana Repubblica aggiungerà la guarentigia materiale di tutte le forze di cui essa
dispone. Ma a ciò non s’ accontenta l’Europa a quel che traspare, perocché si vada ripetendo alla Cattolicità
importare 1′ esistenza del governo temporale del Romano Pontefice.
A questo proposito noi invitiamo i Governi ed i Parlamenti di Francia e di Inghilterra a considerare quale
diritto si possa allegare da chicchessia per imporre ad un popolo indipendente una maniera di governo qualsivo-
glia ; con quale sagacia si possa pensare a restaurare un governo per natura sua inconciliabile colla libertà , e
colla civiltà, un governo esautorato moralmente da tempo lunghissimo e materialmente da più che cinque mesi,
senza che nessuno , nemmeno il clero abbia provato a rialzarne la bandiera; ed infine con quale prudenza si possa
tentare di puntellare un’autorità esosa universalmente, e perciò solo impotente a durare, e capace a provocare
nuovamente cospirazioni, rivolture e perturbazioni continue.
E se noi diciamo che siffatto governo non può immedesimarsi né conciliarsi colla libertà, e colla civiltà bene ne
abbiamo d’ onde; avvegnaché lo sperimento fatto di una Costituzione abbia provato come la pretesa affinità e la
voluta miscela delle materie spirituali colle temporali ne inceppasse la pratica e lo sviluppo. I Canoni ecclesiasti-
ci rendevano vani gli statuti civili ; la pubblica educazione ed istruzione sotto l’imperio della teocrazia erano pri-
vilegio e monopolio de’chierici; immobili erano rese le proprietà per le mani morte, erano .immuni e privile-
giali di foro gli ecclesiastici, ed all’ecclesiastico foro anche i laici soggetti; condizioni tutte così lontane dal
vivere libero e civile che qualsivoglia nazione libera vorrebbe prima sostenere dieci guerre che sopportarne sol
una. E 1′ Europa la quale fu commossa e perturbata tante volte dalla podestà sacerdotale che coi fulmini della
Chiesa incendiava gli stati, come può ella credere oggi comportabile per tre milioni d’ uomiui il soggiacere ad
mi imperio che non solo punisce temporalmente chi 1′ offende esercitando un diritto politico , ma minaccia ezian-
dio la dannazione dell’ anima ? L’ Europa non può credere conciliabili le libere istiluzioni con un Principe che
può a favore della politica potestà abusare dell’ enorme autorità del Sacerdote turbando le coscienze.
Noi confidiamo che Inghilterra e Francia cosi giustamente gelose della indipendenza, non potranno mai
avvisare che nel centro d’Italia essere possa un popolo italiano neutro rispetto alla nazione, politicamente quasi
feudo soggetto al mondo cattolico, sbandito perciò dal diritto universale delle genti, e fatto appanaggio del clero.
Imperocché signore dello Stato Romano è il Popolo Romano ; e se all’ universalità cattolica è lecito 1′ intervenire
nelle cose di religione, non lo può senza manifesta usurpazione in quanto ai diritti politici, in quanto al patto
sociale. E mentre intendere e volere si possa la neutralità di un’ intera nazione, non sosì la neutralità può impor-
si ad una parte della medesima, alla media, a quello Stato che per la pusitura sua sJ interseca e confina con quasi
tutte le altre parli d’Italia : il quale stato non potrà mai per forza di trattati e protocolli non vivere della vita nazionale.
I Rappresentanti del Popolo Romano crederebbero di offendere la sapienza civile dei Governi e dei Parlamen-
ti di Francia e d’ Inghilterra se dubitassero che quelli potessero sconoscere i diritti e le ragioni qui per sommi
capi dichiarate, e gli utili e vantaggi dell’Europa stessa alla quale importar deve di assicurare la tranquillità
assicurando la fine del Governo dei Preti.
Certo da noi non istarebbe che non se ne contrastasse la ristorazione con risoluta, audace , ed irrevocabile
volontà; né l’Europa avrebbe da imputarci le catastrofi inaudite che ne potrebbero derivare, né 1’oflesa che dalla
violenta e sanguinosa ristorazione ne verrebbe alla stessa autorità cattolica del Papato. Ad evitare questi mali sia-
mo cerli che Inghilterra e Francia ne soccorreranno d’opera e di consiglio, sicché semprepiù si stringano i
vincoli di amistà che ornai debbono collegare tutti i popoli liberi.
( Tip. Tiocchi. ) ( seguono le firme dei Deputali dell’ Assemblea )

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Estremi cronologici: [1849 aprile]
Segnatura definitiva: MRI0554
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 35X23 cm
Colore: bianco e nero
Tipografo (ente): Tiocchi, tipografia. Bologna
Lingua della documentazione: italiano
Note: Nota manoscritta sul verso del manifesto: aprile 49.
Descrizione del contenuto: Incipit: I Rappresentanti del libero Popolo Romano indirizzano parole di richiamo e di fiducia insieme...
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