Parole al popolo del sacerdote Giuseppe Bertocci
PAROLE AL POPOLO
DEL SACERDOTE GIUSEPPE BERTOCCI
Nell’amore di Dio e del prossimo comprendesi
tutta quanta la sublime legge Evangelica. Amasi Id-
dio col rimettersi al santo volere j si ama il prossimo
col desiderargli o procurargli tutto quel bene che si
bramerebbe che fosse fatto a noi. L’ amore del pros-
simo include necessariamente e senza alcun dubbio
l’amore della Patria ,: poiché amar la Patria, altro
non vuol dire che desiderare e volere il suo bene ,
la sua prosperila, che è quanto dire il bene e la
prosperità dei propri fratelli : ma niuno può volere
il bene e la prosperità della Patria, se non procura
con tutto ciò che è iu suo potere, o colle parole, o
coi consigli, o coli’ opere, aiutarla e soccorrerla ne’
suoi bisogni, difenderla da quelli attacchi e da lut-
to ciò che tenderebbe a distruggere ad annientare il
suo bene, la sua prosperità.
Ora la Patria nostra è minacciata da una mol-
titudine di barbari che tentano colla forza brutale
devastare le nostre campagne, le nostre città, ed ogni
nostro bene togliere e rapire, facendo schiava la no-
stra terra. Dunque dovere, anzi obbligo di ogni buon
cittadino, di ogni vero cristiano si è quello di ado-
perare tutto ciò che è in suo potere per respingere
questi barbari oppressori, altrimenti trasgredendo al
precetto evangelico di amare il prossimo come se stes-
so, dovrà rendere severo conto a Dio di non avere
usato di quei mezzi”o di quelle facoltà che gli ave-
va dato per difendere insieme colla sua città, le so-
stanze e la vita de’ suoi concittadini, de’suoi fratelli,
permettendo o non curando che venga oppresso, che
languisca nella schiavitù.
Ne» qui si obietti » che voi state bene, che non
volete pensare per li altri, che il primo prossimo è
se stesso, e chi ha principato la guerra la finisca »,
ed altre simili espressioni che tutto giorno si sento-
no ripetere da alcuni non so se più egoisti o igno-
ranti. Ricordate quello che vi dice il Vangelo ? »
Fa’ agli altri quello che vorresti che fosse fatto a te ».
Ora poche miglia da noi distante, e sceso dalle no-
stre alpi, nella nostra patria – l’Italia, un popolo,
una masnada d’ armata gente, che per servire al ca-
priccio d’ un uomo, alla sua ambizione, semina nel-
le nostre Italiane città, stragi, rovine e morte, in-
fierisce barbaramente contro i nostri fratelli (1), con-
tamina e profana le chiese di nostra santissima reli-
gione ( 2 ) ?, e voi oserete dire di non volere, di non
essere obbligati a porgere soccorso ed aiuto a questi
vostri infelici fratelli oppressi dalla più alta tiran-
nia? Guai! a chi osa restare insensibile all’altrui
miseria, guai! a chi non si sente accendere il cuore
d’ un santo sdegno all’ infortunio del trafitto fratel-
lo ! La maledizione di Dio sta sopra di lui!
Ma poi non solamente siete obbligati a prestar
soccorso ed aiuto a quei fratelli che gemono sotto
il ferreo giogo di un deposta tiranno , perchè ve lo
comanda Iddio ne! suo Santo Vangelo, ma ancora
perche lo richiede lo stesso vostro proprio interesse,
Permettete che qui ve lo spieghi con un esempio
per maggiore chiarezza. Se nella vostra contrada ab-
bruciasse una casa, accorrereste in soccorso di essa
non solo perche ve lo comanda la carità del pros-
simo, ma perchè corrererebbe rischio d’ abbruciare
la vostra stessa abitazione. Allora non direste, non
voglio aiutare a spegnere quell’incendio, lo spegnerò
soltanto quando si sarà appiccato alla mia casa,come
dicono ora taluni, mi difenderò dai nemici quando
verranno a saccheggiare e rubare la mia roba! Ah,
sciagurati , pregate il Signor desìi eserciti che questi
barbari nemici non scendano nelle vostre campagne,
nelle vostre città-, serebbe troppo tarda, sarebbe forse
inutile allora qualunque difesa. ? Miseri noi se ciò
accadesse: questi sacri tempii più non servirebbero
per innalzare fervorose preghiere al Signore , ma li
vedreste contaminati, convertiti in usi profani, que-
sti sacri argenti che servono ai santi sacrifizi, servireb-
bero a saziare la loro avarizia, la loro cupidigia: le
vostre case le vedreste abitate da quei barbari che
dopa d’ avere devastato e saccheggiato il migliore, con-
laminerebbero le vostro donne, le vostre figlie, ed i
fanciulli sarebbero abbastanza fortunali se ristretti fra
le ginocchia della madre esalassero nel suo grembo
1′ ultimo fiato (3). Non v’ è preghiera, non vi è
promessa che possa arrestare la loro ferocie : leggete
le atrocità che hao commesso nei luoghi ove han po-
tuto porre il loro piede vendicatore, e vedrete se
quel che io vi dico è la pura, è la sola verità } ve-
drete se un ministro del Signor oserebbe dalla cat-
tedra di verità narrarvi menzogne e bugie.
Voi, padri e madri, adunque, se avete dei figli
e vostro dovere, è obbligo vostro il non distoglierli
ma consigliarli ad accorrere sotto le italiane bandie-
re per far argine a questi devastatori. Grande è, lo
so, l’amore di madre, di sposa, ma più grande esser
deve quello della Patria, dei vostri fratelli, di voi
stessi. Gii vi gioverebbe l’aver risparmiato un figlio
quando poi vi vedreste togliere le sostanze, contami-
nare le figlie, devastare le campagne, profanare l’al-
tare del Signore? Date adunque la vostra santa be-
nedizione ai vostri figli, e vittoriosi torneranno nelle
vostre braccia più degni dell’amor vostro, de’vostri
concittadini,’ poneteli sotio la proetzione e sotto la
custodia della Madre del cielo, ed essa ricondurrà un
giorno i figli nelle braccia della madre terrena. Niuno
che abbia sane e robuste le braccia oggi può lamen-
tarsi per mancanza di lavoro 5 là nel campo Italiano
vi e un lavoro degno di tutti li uomini, onorato e
benedetto da Dio, dal Signore degli eserciti. Vi ac-
correte adunque ad impugnare le armi nel nome del
Signore con fede, con ardore, come una volta le im-
pugnarono i Giosuè, i Gedeoni,i Daviddi , i Maccabei
i San Luigi re di Francia ed altri santi uomini, i
quali pugnarono per il bene e la prosperità della
patria loro, e sarete certi che, adempiendo ad un vo-
stro dovere comandato dalla legge divina ed umana,
otterrete la dovuta ricompensa.
Non lamentate le vicende della guerra, poiché
in quella guisa che per acquistare la felicità del cielo
è necessario soffrire tribolazioni e dolori, così per
acquistare la prosperità, la felicità terrena, è neces-
sario soff/ire stenti, fatiche ed afflizioni. D ovrà forse
lamentarsi il colono quando grondante sudore pre-
para il campo che deve frutargli il pane quotidiano
per l’intero corso dell’anno?… All’armi adunque,
fieli d’ Italia; vendicate il sangue che i vostri fratelli
generosamente hanno versato; ed insegnate ai tiran-
ni che ancor non è morto nel petto degli Italiana
l’antico valore. Coli’opera vostra, co’vostri consigli
aiutate, in nome del cielo, in nome di ciò che avete
di più caro, aiutate i vostri fratelli a liberarsi dalla
straniera oppressione, da quell’ oppressione della quale
voi stessi siete minacciati; e cosi adempirete al pre-
cetto evangelico dilige proximum tuum sicut te
ipsttm.
( 1) » JB’ ornai tempo di porre un argine al
disordine : dove la voce della ragione non pene-
trasse mi farò ascoltare co” miei cannoni… Guai
a coloro che si mostreranno sordi alla mia voce
ed oseranno far resistenza. Volgete lo sguardo
sugli ammassi fumanti di Sermide. Il paese restò
distrutto ecc. » Parole del generale JVelden nel
proclama del 5 agosto 1848.
(2 ) Vedi la Gazzetta di Genova ove narra
che i Piemontesi uccisero un ulano entro la cui
valigia trovava si una pisside.
( 5 ) Vedi i periodici ove narrasi di alcuni
fanciulli precipitati dalle finestre nelle cinque gior-
nate di Milano.
( dal Popolano.
Bologna 1848. Tip. Bortolotti dai Celestini.