Padovani

PADOVANI
Quando dieciottomila Austriaci minacciavano eccidio e rovine alla città nostra Padova veniale larga d’ ogni possibile soccorso: oggi, cessato quel pericolo, Ella per
la prima intuona il cantico della vittoria e di laudi e di fraterni saluti uJè cortesissimSi
Grazie j o Padovani, dell’ amor vostro : grazie delle nobili parole e dei nobili fatti.
Voi ne salutate di nomi gloriosi : oh permettete che noi deponiamo ai piedi de’ no-
stri salvatori la corona intrecciata alle nostre chiome.
Nel breve correre di quattro giorni Vicenza fu testimonio di splendidi fatti, di
antiche virtù.
Irrompevano la prima volta i nemici, ed a difesa della città vegliavano soltanto
gl’intrepidi cuori de’Corpi Franchi e de’Civici Romani, de’Veneziani, de’nostri; in
tutto appena tramila uomini ordinati dall’ animoso Colonnello Bclluzzi. Fu una lotta
gloriosa fra le barbare orde del dispotismo, ed i giovani soldati dell’indipendenza: né
stavano contro ìì numero, l’esperienza, le armi, ma per noi l’onnipotente principio
della nazionalità, e la vittoria fu nostra. Nel giorno successivo si vedevano gli Austriaci
difilare verso Verona : per essi i vantaggi del terreno e del tempo ; ma il prode Gene-
rale Antonini non patì di lasciarli senza colpo ferire a così poca distanza. Colla brava
schiera do’ suoi volontari corse loro addosso e mantenne l’onore Italiano. Due giorni
dopo cominciò quell’assalto, di o.ni Vion parleranno le scorie. I traditori Austriaci > col
favor della notte, ne furono sopra.
Per dieci ore continue una grandine di proiettili incendiarii flagellavano da ogni
parte la nostra città; per dieci ore continue abbiamo combattuto e fummo salvi. Ne di-
fendevano il cuori; e la mente dell’invitto Generale Durando, la esperienza di lui, il
coraggio delle sua truppe, la perizia degli artiglieri, le virtù dei civici è de’ volontaria
Vicenza si mostrò degna alla lotta ed al pericolo ; risoluta ad ogni patimento ad ogni
sacrifizio rimase sempre serena, festosa e sicura nella giustizia della sua causa, nel va-
lore de’ difensori e nella fermezza del suo Comitato.
Eccovi, o fratelli Padovani, brevemente i fatti di quei prodi che hanno combattuto
per la salvezza di Vicenza : tutti quelli che nell’ ora del pericolo furono con noi Gene-
rali e Soldati, Corpi Franchi e Civici, Volontarii e Cittadini, tutti hanno ben meritato
della patria comune : a tutti dunque i vostri plausi e le vostre corone.
A Voi o generosi, non sia d’affanno se il Cielo non vi ha ancora permesso di mo-
strare alla prova quanta sia la fermezza dell’animo vostro: non vi è mancata che 1’od’
casione; ognun sa come siete pronti al cimento, ognuno onora la Città vostra nobilissi-
ma, dove tutti, in un solo proponimento, sono decisi a morire liberi ed Italiani.
Addio, Padovani. Quanto i padri nostri per fatali ire si odiavano e tanto stringiav
moci con indissolubili nodi di concordia e di amore. Sempre, sempre fratelli !
30 Maggio 1848.
DAL CIRCOLO DELL’ UNIONE ITALIANA IN VICENZA,
BOLOGNA TIPOGRAFIA TIOCCHI