Notificazione.

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NOTIFICAZIONE.
I. Sull’imbrunire della sera 11 giugno 1849 taluni masnadieri armati
invasero la casa canonica di Barbiano. Allo strepito di coloro, spaventatosi quell’Arciprete D. Matteo Zuffi, si chiuse nella propria camera , suonando la campana a stormo.
Nondimeno i malandrini violentati diversi mobili, ne involarono danaro ed effetti per un complessivo valore di scudi 180, e quindi partirono, non senza avere ferito Giuseppe Zuffi padre
del prefato Arciprete.

II. Nella notle dal 31 ottobre al 1 novembre 1849 vari assassini
armati recaronsi alla casa di Martino Morigi di S. Pietro in Trento, Agro
Ravennate; e col mentito nome di Forza, e violenze alla porta d’ingresso,
s’introdussero in essa. Usate poscia enormi sevizie al detto Morigi , ed
a quelli di sua famiglia, lo rapinarono di Sc. 157 oltre diversi effetti
preziosi, di vestiario e biancheria.Partiti di colà, portaronsi all’ altra vicina casa di
Pellegrino Bezzi,e nella maniera suindicata ivi pure introdottisi, praticarono crudeli sevizie
al Bezzi stesso, e mediante sfascio di mobililo rapinarono della somma di oltre Sc. 400.

III. Alcuni malfattori armati nella notte 5 febbraio 1850 entrarono,
mediante rottura del muro, nella casa del villico Celeste Tabanelli di Bizzuno.
Usate quindi sevizie a quelli della famiglia, asportarono danaro e
commestibili per un valore complessivo di Sc. 8.

IV. Un’orda di dieci malviventi armati e contraffatti in volto verso
la prima ora di notte del 20 febbraio 1850 invadeva l’osteria detta ?
Cà di Lugo ?, sita in parrocchia S. Lorenzo, condotta da Lorenzo Carnevali.
Maltrattato questi nonché la sua famiglia, lo derubava di denaro ed
effetti per circa Sc. 77, non senza risparmiare quanti altri ivi trovarono,
ai quali pure toglieva denaro.

V. La sera del 12 marzo 1850 vari malfattori armati presentaronsi
alla casa del possidente Paolo Guerriui, posta all’esterno di Bagnacavallo,
all’ intendimento di derubarlo. Entrati nella camera ove il Guerrini si trovava seduto
colla propria moglie, intimarono ad essi il silenzio. Della comparsa di coloro atterritosi il
Guerrini si alzava; ma nell’atto stesso uno dei malandrini spianatogli al petto il fucile lo esplose,
e ne rimase desso Guerrini ucciso; dopo di che gli assassìni fuggirono senza involare cosa veruna.

VI. Alcuni malviventi armati invadevano nella notte del 21 marzo 1850
mediante rottura di muro la casa del colono Giovanni Cortesi, abitante
in parrocchia esterna di S. Giacomo di Lugo. Sevizie e mali trattamenti
usarono ai componenti di quella famiglia, che derubarono di effetti e
danaro per un complessivo valore di Sc. 24

VII. Poco dopo le ore 9 della sera 27 giugno 1850 quattro individui
armati s’introdussero nella casa di abitazione della signora Flavia Marzola,
Sita in Ripa Persico. Sorpresa la medesima che stava in un alla propria
figlia Adelaide conversando con Don Mariano Gagliardi, intimarono alla
prefata signora Flavia di consegnare loro la chiave dei denari Svenuta
F Adelaide, sottrattosi il Don Gagliardi colla fuga, invocando ad alta voce
l’altrui aiuto, la signora Flavia consegnava a coloro una chiave. Volevano
i masnadieri che li seguisse, ma essa invece assistendola figlia, si ritirò
con questa in altra camera, e chiusane a catenaccio la porta, si fece dalla finestra
a gridare soccorso. Dietro ciò gli assassini partirono, nulla asportando.

VIII. Verso l’un’ora di notte 13 luglio 1850 Eleonoro Banzi, bottegaio di Longastrino,
faceva ritorno alla propria abitazione. Sul limitare della medesima venne appuntato colli
schioppi da tre sconosciuti, e forzato ad entrare nella camera, dove stavano gli altri di
sua famiglia. Postosi l’uno di coloro a guardia di questa, gli altri due salirono col Banzi
nelle camere superiori. Ivi frugato, lo rapinarono di circa Sc. 2, e dai
mobili tolsero oggetti preziosi, e di vestiario per un valore di Sc. 55.70
Partendo quindi da colà con minaccia gli imposero di disporre per essi
Sc. 400, giacché, dopo tre giorni, vi sarebbero ritornati con altri compagni.

IX. Di prima sera del 54 luglio 4850 alcuni malandrini invasero la
casa dei villici Simone e Francesco Zanotti, situata all’esterno di Lugo.
Manomessi tutti i mobili ne involarono un gruppo di Sc. 15. Non paghi
di tale somma, ne volevano altri Sc. 50, mettendo no laccio ai collo ai
medesimi Zanotti Ma assicurando questi di non averli, i malandrini si
misero a punzecchiare con un coltello le mani di Simone fino a che fece
sangue. Ma fermi i Zanotti nel dire che altro danaro non avevano, i malandrini
se ne partirono.

X. Intorno le ore 8 della sera 27 luglio 1850 il sig. Valerio Brini
di Conselice, Agente di campagna , stava seduto nella sua corte, lorchè
venne sorpreso da nove assassini armati. Due di costoro lo presero in
mezzo e con esso entrarono in casa, salendo al piano supcriore : tre li
seguirono, lenendo in mezzo la servente Annunziata Bolognesi, e l’inquilina
Teresa Manelli: il rimanente rimase di guardia all’altra gente di
servizio nella stalla. Datisi quei primi a frugare ogni mobile, s’impos-
sessarono fra danaro ed effetti preziosi per un valore di Sc. 285. 50.

XI. La mattina 9 settembre 1850 Stefano Ravaglia di Mandriole sotto
Ravenna, fermato in prossimità della sua abitazione da due individui armati
ed unitosi a costoro altri quattro, fu costretto a condurli alla sua
abitazione. Ivi giunti, e colla minaccia di fucilare il detto Stefano, costrinsero
quelli della famiglia ad aprirne loro la porta. Entrati quindi, e legati con
laccio pel collo Giuseppe ed Agostino germani al detto Stefano,
nonché usate a questo crudeli sevizie, lo rapinarono di danaro ed oggetti
preziosi per un complessivo valore di Sc. 1434. 75.

XII. Intorno le ore 10 del mattino 2 ottobre 1850 entrarono in Lugo
su di un biroccino tirato da cavallo tre malandrini armati. Fermatisi
avanti la casa del Banchiere ? Dalvecchio ? posta nella strada ? del
Ghetto ?, discesero. Postisi tosto l’uno a custodia del cavallo, altro come
di guardia alla porta di casa, il terzo con coltello alla mano entrò, e
recatosi al banco con minacce di morte al dello Dalvecchio, s’impadronì del
danaro nella somma di Sc. 2257, che portò nel biroccino;
Prestamente risaliti nel medesimo i tre malandrini allontanaronsi alla .
vista di molta gente , che rimase del tutto indifferente. Poco lungi da
Lugo incontrato il sig. Don Giuseppe Guerra sopra un biroccino pure
tirato da cavallo, l’obbligarono a discendere. Indi montati dessi sopra
quel ruolabile col fatto bottino proseguirono la fuga.

XIII. Sei malandrini armati sulle prime ore della sera 8 ottobre
1850 invasa la casa della famiglia Bertuzzi, contadini di Campanile, territorio
di Lugo, ed usate atroci sevizie al reggitore Francesco, ne asportarono
denari ed effetti pel complessivo valore di circa Sc. 86 90.

XIV. Nella sera 4 novembre 1850 tre individui armati entrarono
nella casa di Pietro Guerrini detto ? Canarella -, di Traversare , ove
questi si trovava in unione alla di lui madre, ed ai fanciulli di suo fratello
Agostino, che ne era assente. Ricercato detto Pietro da coloro del
proprio nome, cognome e soprannome, corrispose alla ricerca. Allora due
dei malandrini rispettivamente armati di sciabola e di baionetta, vibrarono
colpi allo stesso Pietro, che coperto di ventotto ferite cadde a terra.
Non sazi di ciò, in presenza della madre, uno di loro con una mannaia
barbaramente gli tagliò e staccò la testa. Poscia si allontanarono senza
involare cosa veruna

XV. Dopo l’Ave Maria della sera 9 dicembre 1850 ad opera di taluni
Malandrini armati vennero invase l’ una dopo l’ altra le abitazioni
di Antonio Savini detto ? Spadarino ?, e Luigi Melandri, poste in
Villa Godo presso la strada Faentina. Involarono al Savini la somma
di Sc. 158. 20, ed al Melandri Sc. 25, praticando ad entrambi offese
personali, mediante laccio al collo.

XVI. Malandrini armati sulla pubblica strada, che da Lugo conduce
a Ferrara, in prossimità all’ Osteria ? della Fortuna ? aggredirono nel
mattino 17 dicembre 1850 Giuseppe Pirotti, Pellegrino Bassi e Gaetano
Rizzini , derubandoli di danaro e di effetti pel complessivo valore di
Sc. 40, non senza privarli, per darsi a celere fuga, dei rispettivi cavalli
e biroccini, quali abbandonarono poscia a qualche miglio distante dalla
suindicala località.

XVII. La sera del 25 gennaio 1851 una masnada con sfrontata temerità
invase la città di Forhmpopoli. Entrati, taluni si diressero alla Caserma
dei Gendarmi, e tolsero le armi a quelli che vi si trovarono.
Nel frattanto tre altri di coloro entrarono nel pubblico Teatro, ove davasi
una comica rappresentazione. Saliti quindi nel palco scenico, all’elevarsi
del sipario pel secondo atto, spianarono le armi contro li spettatori.
Una nota fu letta dei cittadini riputati più danarosi e messi i destinati
a contributo pecuniario. Invasero le case di questi e di altri Signori,
e senza riguardo ad età e condizione enormi sevizie loro usarono, e
quindi ne partirono col rapito bottino di Sc. 5611 circa fra danaro ed
oggetti preziosi,

XVIII. Alle ore sei del mattino 1. marzo 1851 il possidente Francesco
Lignani venne improvvisamente da quattro individui armati fermato
in vicinanza della propria casa, posta in S. Lorenzo, distretto di Lugo,
e costretto di condurli in essa. Ivi arrivati furono tutti della famiglia
radunati in una camera. Uno dei malandrini rimase loro a guardia. Il
suddetto Francesco in un alla moglie del di lui fratello Giuseppe venne
condotto da altri di coloro al piano superiore, e frugativi tutti i mobili,
ne involarono denaro ed effetti preziosi pel complessivo valore di
Sc. 200. Si impossessarono eziandio del cavallo e biroccino di esso Legnani,
sopra del quale si allontanarono.
Arrivati alla casa di certa famiglia Grilli, l’uno dei masnadieri veduto
Antonio, uomo di quella famiglia, discese dal biroccino, e lo seguì
fino alla stalla, ove l’uccise con un colpo di arma comburente. Indi
entrato nella casa, e trovatovi Luigi Grilli, a questi domandò danaro,
che gli fu consegnato con alcuni effetti preziosi per un complessivo valore
di Sc. 60. Riunitosi quindi agli altri suoi compagni rimasti nel cortile di
guardia, costrinsero certo Sante Ceroni, parente dei Grilli, ad attaccare il
cavallo al biroccino, e di accompagnarli fino ad una vicina casa colonica.
Quivi informatisi del nome e cognome del detto Ceroni,lo lasciarono in libertà,
derubatolo però dell’orologio d’argento. Poscia proseguirono il viaggio
sopra i due biroccini.

XIX. In vari luoghi ed epoche veniva poi dato ricetto, e prestato favore
ai malandrini, siccome sarà accennato in appresso. Quali autori, o
rispettivamente complici dei prenarrati crimini caddero in potere della Legge

1. Emaldi Giacomo detto – Lamelda -, del fu Costante, d’anni 42,
ammogliato, contadino, nativo ed abitante di Fusignano ; altre volte inquisito
per rapina con omicidio, e di omicidio, mai condannato, uno della Banda vulgo
– del Passatore -, costituitosi spontaneo in carcere il 16 marzo 1851. Imputato
dei titoli IH, XVI, XVIII.
2. Montini Tommaso detto – Teggione -, del fu Luigi, d’anni 29,
scapolo, fabbro-ferraio, di Massiera, sotto Bagnacavallo, altra volta inquisito
per rapina e ferimento, ma non condannato, altro della Banda del
Passatore -, arrestalo il 4. maggio 1851, Imputato dei titoli IV, V, VII,
Vili, IX, X, XII, XIV, XVII e XVIII
3. Farina Antonio detto – Donandone -, del fu Luigi, d’anni 45,
scapolo, sarto, nato a Piangipane, domiciliato, a Mezzano, altra volta
condannato per furto qualificato a cinque anni di galera, e processato per
rapina; altro della Banda – del Passatore -, Imputato dei titoli I, II, VII
all’XI inclusivi, XIII, XV, XVII e XT1II.
4. Bianchedi Domenico detto – lisagnino -, figlio di Giuseppe, d’anni
40, coniugato, bracciante, di Faema, altre volte inquisito per rapina,
condannato per furto a tre anni di opera pubblica, precettato, arrestalo
il 4 maggio 4 854.
5. Conti Luigi detto – Carera -, di Giuseppe, d’anni 54, scapolo,
contadino, nato a Colignola, domicliato a S. Severo, altre volte inquisito
per rapina, arrestato il 4 luglio 1850.
6. Randi Francesco detto – Staffa -, di Paolo, d’anni 44, ammogliato
con prole, bracciante, di Missiera, altre volte inquisito per rapina;
arrestato il 4 giugno 1850.
7. Zucchini Giacinto di Angelo, d’anni 25, scapolo, calzolaio, di Barbiano,
una volta processato per ferito, arrestato il 2 settembre 1851.
Imputati del fatto, di cui al N. I.
8. Silvestrini Francesco detto – la Nardina -, di Leonardo, d’anni 65,
ammogliato, contadino, nato a Castel Bolognese, domiciliato in Barbiano,
altra volta condannato per omicidio, e ricettazione di malviventi, arre
stato il 17 agosto 1851.
Imputato del titolo XIX, e cioè di aver dato ricetto a malandrini,
che commisero l’invasione, à cui al N. L
9. Carnevali Angelo detto – Fortunino ~, di Matteo, d’anni 55, ammogliato
con prole, contadino, di Fusignano, altre volte processato por
furto e rapine, precettato, arrestato il 25 maggio 1851.
10. Saporetti Giuseppe detto – Rizzone -, di Luigi, d’anni 58, ammogliato
con prole, segantino, di Bagnacavallo , altra volta condannato
per rapina, arrestato il 17 settembre 1851.
11. Ghetti Agostino detto – Blac-, di Domenico, d’anni 55, ammogliato
con prole, bracciante, nato a Fusignano, domiciliato a Bizzuno ,
altra volta processato per furto e rapina, arrestato li 11 aprile 1850.
12. Bezzi Luigi detto – Badan -, di Domenico-Maria, d’anni 27,
coniugato, campagnolo, nato a Villa nuova, domiciliato a Bagnara, altra
volta inquisito per omicidio, incendio doloso, e furto qualificato, arrestato
il 20 ottobre 1851.
Imputati del fatto IV.
13. Costa Francesco detto – Procura-, di Domenico Maria, d’anni 44,
ammoglialo con prole, contadino di S. Severo, sotto Lugo, mai inquisito.
Imputato del titolo XIX, e cioè di aver dato ricetto, e somministrato viveri
ai malandrini che emisero il fatto, di cui al N. IV.
14. Cantagalli Pietro di Antonio, d’anni 55, coniug. senza prole, canapino,
di Bizzuno, altra volta inquisito per rapina, arrestato li 20 giugno 1851.
Imputalo del titolo XIX, vale a dire di aver dato ricetto agli
assassini dopo la patrazione del fatto, di cui al N. IV, sendosi diviso il
bottino nella di lui casa.
15. Visani Domenico detto – Stupino -, di Bartolommeo, d’anni 40,
vedovo, bracciante, nato a Zagonara, domiciliato in Bagnacavallo, mai
inquisito, arrestato il 46 maggio 1851.
16. Ricci Sebastiano detto – Zulotto e Zivolotto – di Giuseppe , di anni 55,
ammogliato con prole, ortolano, di Bagnacavallo, mai inquisito, arrestato il
10 febbraio 1851
Imputati di complicità nel fatto V.
17. Venturini Andrea detto – Fonso – di Sante, d’anni 57, ammogliato con
prole, bracciante, nato a Bizzuno, domiciliato in Campanile,
altra volta condannato per furto e rapina, arrestato il 19 maggio 1851
imputato del fatto VII.
18. Gherardini Lorenzo detto – Bardella – di Gian Antonio, d’anni 39,
nato in parrocchia- S. Francesco -, domiciliato in quella di S. Maria, sotto
Lugo, ammogliato, contadino, mai inquisito, arrestato il 18 maggio 1851.
Imputato del titolo XIX, cioè di prestato favore ai malandrini
che commisero la rapina, di cui al N. IX.
19. Zaccari Angelo di Vincenzo, d’anni 29, di Lugo, scapolo, con-
tadino, altre volte inquisito per rapina, arrestato il 21 marzo 1851.
Imputato di correità nel fatto X.
20. Facchini Angelo detto — Geminiani – di Luigi, d’ anni 34, di Lugo,
scapolo, fabbro-ferraio, altra volta inquisito per rapina, furto e precettato,
arrestato il 17 marzo 1851.
Imputato di correità nei fatti IX, X, XII.
21. Contessi Giuseppe detto – Bragiolino — di Antonio, d’anni 35, di
Traversara, sotto Bagnacavallo, scapolo, possidente, mai inquisito, ar-
restato il 17 dicembre 1850.
Imputato di complicità nei fatti XII, XIV.
22. Ravaglia Carlo detto – Armiano – di Domenico Maria, d’anni
34, di S. Patrizio, sotto Russi, ammogliato, contadino, mai inquisito,
arrestato il 27 marzo 1851.
Imputalo di complicità nel fatto XII
23. Marangoni Francesco detto – Torretta ?di Giacomo, d’anni 50,
trafficante in bestiame, coniugato, nato a Barbiano, domiciliato in
Cotignola, mai inquisito, arrestato il 19 marzo 1831.
Imputato del titolo XIX, cioè di prestato favore ai malandrini
avendo dato ricetto dopo la commissione del fatto XII, essendosi nella
di lui casa diviso il bottino.
24. Facchini Domenico detto -Geminiano – di Luigi, d’ anni, 48, fabbro
ferraio, scapolo, di Lugo, mai inquisito, arrestato il 27 settembre 1851.
Imputato del titolo XIX, cioè di prestato favore ai malandrini
che commisero il fatto, di cui al N. XII
25. Casadio Vincenzo di Giuseppe, d’anni 25, scapolo, campagnolo,
nato a S. Maria, sotto Bertinoro, domiciliato a S. Bartolomeo, Agro
Ravennate, mai inquisito, arrestalo il 28 aprile 1852.
26.Amadei Antonio detto – Bagattino – di Giuseppe, d’anni 42, di
Villa Godo, sotto Ravenna, ammogliato, conladino, mai inquisito.
Imputato di convita nel fatto XV,
27. Ferruzzi Morando di Pier Giacomo, d’anni 56, imolese per nascita,
ammogliato, orefice e possidente, domiciliato in Lugo, mai inquiito ,
arrestato il 29 marzo 1851.
Imputato di complicità in rapina, per avere acquistato dai malandrini
della banda del Passatore gli effetti preziosi del compendio dei
delitti da essi commessi.
Assuntasi la relativa processola, previa legale constatazione dei fatti
suddetti, ed addebiti preaccennati, emersero in genere i delitti di rapina
armata-mano, e di rapina con omicidio, nonché di ricettazione, e prestato
favore ai malandrini, ed in ispecie ne rimasero rispeltivamenle con
vinti rei Farina ed Emaidi dei fatti ad essi ,N come sopra imputati, per
la propria confessione; il Montini dei fatti, di cui ai titoli X, XII-XVII
e XVIII mediante la propria confessione, e pel concorso delle circostanze
dei fatti, dei quali ai (itoli IV e XIV, risultarono pure convinti rei pel
concorso delle circostanze gtinquisiti designati ai lf-[f, 4 al 26 inclusive
dei defitti ad essi come sopra rispettivamente imputati; mentre rispetto al
Ferruzzi nominato al N. 27 emersero gli indizi equivoci ed inefficaci
per stabilire la di lui colpabilità nel delitto di complicità in più rapine;
per lo che /’ /. R. Consiglio di Guerra con Sentenza del 25 andante no-
vembre , in base delle Notificazioni 5 giugno, 5 settembre 4849 e 2 luglio
4850 condannò i suddetti
Emaidi Giacomo ..?, ( alla pena di morte mediante fucilazione* ed
Mori ini Tommaso e > ??, J x, , . , . ‘ . , …
n . A t . ali emenda dei danni verso ì danneggiati.
Fatina Antonio ; uu
Con Sentenza poi del 24 dello stesso mese condannò
Facchini Angelo ì af] anni 2() d, ^
Contessi Giuseppe ) u r
Saporetti Giuseppe ad anni 48 di galera.
Diandiedi Domenico
Conti Luigi
Rondi Francesco 1
Carnevali Angelo I
Ghetti Agostino ad anni 15 di galera per ciascuno.
Bezzi Luigi i
Bavaglia Carlo
Amadei Antonio J
Casa dio Vincenzo
Venturini Andrea j
Visa* Domenico ( d anpi |2 dj ^
lìtcci Sebastiano ( ° tu
Silvestrini Francesco
Zaccari Angelo J
, Cantagalli Pietro V ad anni 4 0 di galera per ciascuno.
Marangoni Francesco
Gherardini Lorenzo V
Zucchini Giacinto > ad anni 8 di galera per ognuno;
Costa Francesco )
Dichiarò doversi dimettere Facchini Domenico siccome abbastanza
punito colla sofferta carcerazione dal 27 settembre 1851, per essere stalo
all’ epoca del delitto dell’ età di soli tredici anni ; e Ferruzzi Morando
per mancanza di prove; riservala poi contro tutti i sunnominati razione
civile pel rifacimento del danno ai rispettivi danneggiati.
La prima Sentenza, avendola confermala in via di diritto, venne,
previa intimazione, eseguita il 24 andante alle ore 7 antimeridiane nel
terrapieno interno della mura fra Porla S. Felice e quella di S. Isaia
mediante fucilazione in persona di Tommaso Montini; commutata in via
di grazia la pena di morte a Giacomo Emaidi in dieci anni di galera,
preso in considerazione la spontanea sua costituzione in carcere, la lim-
pida e dettagliata di lui confessione, e gl’importanti servigi prestati alla
punitiva giustizia; e ad Antonio Farina in quindici anni di galera, in
riguardo alla sua piena confessione, per la quale si venne allo scopri-
mento ed arresto di altri malfattori
La seconda Sentenza, avendola pure confermata interamente, eime
intimata e mandata ad esecuzione
i *
Essendo poi pervenuti a questa Parte denari ed effetti pre-
ziosi in complesso di non poco valore, appresi ai sunnominati Ma-
landrini della famigerata Banda ? del Passatore ?, non che ad
altri dell’ Orda stessa, stati in diverse epoche arrestali, e quindi
sentenziati, o rimasti uccisi nei vari scontri avuti colla pubblica
Forza, saranno quei danari ed effetti inoltrati alt Autorità Ponti-
fìcia per le competenti disposizioni,
I
Bologna 25 Novembre 1855.
*
L’ I. R. TENENTE MARESCIALLO GOVERNATORE CIVILE MILITARE COMANDANTE L OTTAVO CORPO D’ ARMATA
Conte DEGENFELD-SCHONBURG.
Bologna tipografia governativa alla Volpe

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Estremi cronologici: 1855 novembre 25
Segnatura definitiva: MRI0035
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 79X52,5 cm
Colore: bianco e nero
Autore: Degenfeld-Schonburg, conte
Tipografo (ente): Alla Volpe, tipografia. Bologna
Lingua della documentazione: italiano
Note: Il titolo è preceduto dalla indicazione di responsabilità.
Descrizione del contenuto: Incipit: Sull'imbrunire della sera 11 giugno 1849 taluni masnadieri...
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