Notificazione
I.R. GOVERNO CIVILE MILITARE
NOTIFICAZIONE
I. Valdrè GiusEpPE, detto Montagna forte, del fu
Paolo, d’anni 29, scapolo: altra volta condannato a cinque
anni di galera per omicidio, ed a quattro anni di opera
pubblica per prestalo aiuto e favore a taluni detenuti che
evasero dal carcere;
2. Fanti Gaspare, del fu Luigi, d’anni 39, scapolo,
mai punito, ambidue operaj campestri, di Casal Fiuminese,
propostisi di commettere rapina, ne designavano la casa
e la persona di Giuseppe Palladini, possidente di Castel del
Rio, in età quasi settuagenaria, dimorante da solo in isolata
abitazione, denominata Canova. A quest’intendimento
I. Nelle ore pomeridiane del s3 Novembre i85a unitisi nel concertato
luogo di ritrovo, si diressero a quella
volta. Strada facendo Fanti si munì di grosso bastone per
incutere timore. Valprè era armato di coltello a tre scrocchi
vulgo di Lugo. Pervenuti a quella casa, essendo le ore
cinque, il Fanti se ne rimase in osservazione sull’ingresso
che fu trovato aperto, ed il Valore entrò chiedendo alloggio al
Palladini. Avutane la negativa, ne manifestò il pravo
disegno: pose mano al suindicato coltello, lo ricercò del
denaro, ed afferratolo per un braccio, Io tradusse in altro ambiente,
ove da un cassetto di un mobile, gli rapinò
in monete d’oro, d’argento e di rame, la somma di oltre
venti scudi, e più taluni formaggi ; dietro a che ne partirono,
facendo il Valdrè ritorno alla propria abitazione,
in unione del Fanti, che ivi ricevette parte del fatto bottino.
Lo stesso Valdrè, e
3. Galli Giovanni, del vivo Carlo, d’anni ai, scapolo, contadino,
nativo della Serra, dimorante a Campiano
alla così delta, Cavecchia di Codrignano:
11. In una notte sui primi di Luglio anno suddetto, recatisi
alla casa di abitazione dei coniugi agricoltori possidenti,
ben cogniti al Galli, Cassiano e Francesca Cassani
di Linaro, sotto Imola, nel divisamento di commettervi
pure rapina, ne bussarono alla porta d’ingresso. Alla domanda,
chi era, ed alla risposta » la Forza « venne loro aperta dalla
suddetta Francesca, che vi si trovava con una
sola bambina lattante. Il Valdrè armato del proprio coltello,
di Lugo, vi entrò, qualificandosi, onde intimorirla,
per altro dell’orda del Passatore, mentre il Galli nella
certezza di essere conosciuto, siccome vicino di casa, si
trattenne all’esterno. Subitamente fecesi a domandare il
danaro, e rispostogli dalla Francesca di non averne, usò violenze
alla medesima, e quindi frugata la cassa, ed involati
due rotoli di tela di circa quaranta braccia, ne partì. Riunitosi
col Galli, si restituirono alla rispettiva abitazione,
essendosi il Valdrè tenuti i due rotoli di tela compensandosi così,
ed assolvendo il Galli dei debito di venti paoli
che con seco aveva per altrettanti in più fiate imprestatigli.
III. Finalmente in altra notte del Ma^sio di detto anno,
i medesimi Valdrè, e Galli portaronsi alla casa di abitazione di
Antonio Grillini, contadino, di Codrignano, per
derubarlo di polli ; ma non rinvenutili, il solo Valdrè portò via
alcuni arnesi campestri.
Caduti in potere della Legge i predetti Valdrè, Fanti
e Galli: assuntasi a loro carico la relativa processura, e
chiamati j e ri a discolpa innanzi al Consiglio di Guerra, ne
emerse, previa legale constatazione dei prenarrati fatti, il
titolo di rapina, aggravata rispetto al solo Valdrè di furto
semplice, ed in specie ne risultarono Valdrè e Fanti convinti
per la propria rispettiva confessione, ed il Galli urgentemente
indiziato; lo perchè il sullodato Consiglio di
Guerra con sentenza di jeri stesso, in base della Notificazione
2 Luglio 1850, condannò Giuseppe Valdrè, e Gaspare Fanti alla pena
di morte mediante fucilazione, oltre
all’ emenda dei danni a favore dei rispettivi danneggiati,
ed il Giovanni Galli ad anni dodici di galera, riservata
contro questi ed a favore del Cassani l’azione civile per
la rifazione del patito danno.
La Sentenza avendola confermata in via di diritto, fu
oggi alle ore 8 antimeridiane eseguita mediante fucilazione
nei Campi Caprara fuori di Porta San Felice di questa Città
in persona di Giuseppe Valdrè. ed in via di grazia commutai
la pena dell’ultimo supplizio in quella di quindici
anni di galera al Gaspare Fanti, avuta in considerazione
la minor parte che ebbe nell’esecuzione del delitto.
Bologna 15 Novembre 1853.
L’I. B. TENENTE MARESCIALLO GOVERNATORE CIVILE E MILITARE
COMANDANTE L’OTTAVO CORPO D’ARMATA
PRINCIPE LIECHTESTEIN
Bologna Tipografia governativa alla Volpe