L’occupazione di Roma e l’incendio del campo di Chalons

L’occupazione di Roma
E L’INCENDIO DEL CAMPO DI CHALONS
«»o(2^0c«o
L’ OCCUPAZIONE DI ROMA
Tutte le notizie che giungono da Roma s’accordano in un punto; nel dichiarare, cioè, che la curia romana si aspetta da un giorno all’altro la entrata delle truppe italiane, e che ogni giorno di ritardo fa
rinascere in lei nuove e balde speranze.
Non ne siamo stupiti.
A Roma, più assai che a Firenze, si ha il senso esalto della si-
tuazione, e si comprende che più fortunata occasione non l’avremo *
giammai.
A Roma si sa benissimo che, ove la vittoria si volgesse dalla
parte delle armi francesi, la prima conseguenza da aspettarsene sa-
rebbe una vendetta della nostra neutralità per parte ..della Francia,
un consolidamento del potere temporale e un ritorno sicuro alla
politica del jamais.
Roma non s’ignora che il jamais fu pronunciato da Rouher, non
a nome e per incarico diretto e spontaneo dell’ imperatore, ma sotto
la pressione di Thiers, degli orleanisti, dei clericali ; per cui la cre-
sciuta potenza di Thiers, la preponderanza che egli acquista nelle
cose di Francia, è per Roma un motivo di sperare, col guadagnar
tempo, cose migliori.
A Roma si saluta con impazienza la fine dell’impero, e il ritorno,
o di una repubblica come quella del 1849-51 reazionaria e clericale,
o di un governo orleanese, dirette da Thiers e Trochu, o, a p ggio
andare, una reggenza dell’ imperatrice Eugenia, poiché, qnalutque di
questi governi venga a sorgere, la sua politica estera sarà favorevole
al potere temporale.
Ecco quello che si spera, quello che si aspetta a Roma: ecco
perchè le timidezze di Firenze accrescono le sue baldanza : ecco
perchè il governo italiano, se non matura pronte e ardile risoluzioni,
rischia di mettere a repentaglio la solidità sua, le speranze degli
italiani.
Si teme, è vero, che andando a Roma, il governo vi sia accom-
pagnato dalla rivoluzione. 3Ia un simile timore è puerile: ciò che si
deve temere invece è che la rivoluzione lo preceda.
Si teme ancora che 1′ Europa, irritata, non si faccia pagar cari
i nostri ardimenti. Ma che fa allora la nostra diplomazia ? Come non
ha ancora preparati i gabinetti amici ad un fatto di cui l’opinione
pubblica europea riconosce l’urgenza, la giustizia, la necessità?
Che la nostra diplomazia fosse meschina, lo sapevamo : ma
fino a prova contraria, rifiutiamo di crederla tanto al disotto del
suo ufficio.
Che se vi sono diplomatici che, come quello di Parigi, abbiano
perduto ogni influenza, ogni autorità, il governo italiano non deve
esitare a surrogarli, e mandando al loro posto uomini che siano in
grado di rappresentare degnamente la nazione che ha affidali loro
i proprii interessi.
Ma se si continua a lasciar tempo al nemico ; se Roma, colla
sua solita abilità, viene a rannodare le sue tele d* intrighi diploma-
tici , se noi proseguiamo nella inerte attitudine di spettatori, cor-
riamo innanzi ad una delusone crudele, la quale può avere per
risultalo, non solo di allontanare indefinitamente la soluzione della
quislione romana, ma di gitlare la penisola in tali travagli, da porre
in pericolo ciò che crediamo definitivamente acquistato.
Incendio elei campo eli Chàlons
II corrispondente dal campo al Gaoluis scrive a questo giornale:
Il 21 verso le sei di sera entrai nel campo lasciandomi alla destra
la piccola città di Suippes.
Dopo aver attraversato il campo di battaglia d’Attila e percorso
otto o dieci chilometri di pianura raggiunsi la parte del campo che
si trova alla destra della via Romana.
Le tende erano ritte occupando uno spazio interminato, ma un
silenzio di morte regnava dovunque. Era una cosa lugubre. Il cam-
po si sarebbe detto una di quelle antiche città i cui abitanti erano
precipitosamente fuggiti spinti da un’invasione di barbari.
Nella precip tazione della partenza i soldati, forse per alleggerire
il peso del loro zaino, avevano abbandonato parte della loro bian-
cheria e della loro calzatura. Dappertutto si vedevano i segni della
desolazione e dell’ abbandnno.
Era quasi notte quando lasciai il campo movendo dietro al-
l’ armata.
Verso le otto e mezza a due chilometri dal campo, vedemmo da
un rialto che domina le pianure una luce rossastra brillante dietro
i boschi e una fiamma immensa alzarsi al cielo.
Ben presto nuove fiamme sorsero più lungi sulla destra e l’in-
cendio prese proporzioni spaventevoli. Si sarebbe detto che tutto
1′ orizzonte ardeva sopra un’ estensione di più leghe.
Il campo fu incendiato per impedire ai prussiani di stabilirvisi?
o si accontentarono di appicar fuoco solo ai boschi e ai fasci di pa-
gi a e fieno che sarebbe stato impossibile portar via, vista la rapi-
dità dilla partenza e la mancanza di vetture da trasporto? Ci è im-
poss bile pronunz’are un giud zio in proposito. Tuttavia dietro gli
ordini [burlali dati il giorno prima agli impiegati del telegrafo e di
molti stabilimenti al servizio dello Stato, di trasportare i loro mobili
nel più breve tempo possibile sotto pena di essere esposti a vederli
abbruciati, dà luogo a supporre che la distruzione del campo era
slati decisa nel caso in cui 1′ armala si fosse vista nella necessità di
fare un movimentro strategico.
seguenti
Parigi, 26 (ore 4 40 pom) ? Furono comunicate le
informa/ioni :
Phalsburg continua a d fendersi eroicamente. Due tentativi di
assalto furono respinti ; nel primo i prussiani perdettero 500 uomini
e mille nel secondo. Il comandante della fortezza dichiarò che la fa-
rebbe saltare in aria piuttosto che consegnarla al nemico.
Gli « sploratori nemici comparvero a 12 chilometri da Reims.
Sembra che le truppe prussiane si dirigano sopra Varrennes e
Stenay.
A!cune migliaia di prussiani trovansi intorno Verdun.
Parigi, 26 (4 40 poni.) ? Corpo legislativo. ? Il ministro Che
vreau dice : Sembrava che 1′ armata del principe reale di Prussia a-
vesse sospesi la sua marcia, ma ieri ed oggi I’ ha ripresa dirigen-
dosi sopra Parigi ? Ed vere del governo il darne avviso alla Ca-
mera e al paese. Il comitato di difesa prende le misure per far fronte
all’ eventualità di un assedio. Il governatore di Parigi e il gabinetto
faranno il loro dovere; noi calcoliamo pure sul patriottismo della
capitale.
Parigi, 26 /ore 5 pom.) ? Senato. ? Buisson dice : Non abbiamo
alcun dispaccio diretto di Bazaine, ma le informazioni pervenuteci
confi rmàno the la situazione delle nostre armate è eccellente. La
marcia del m mico sopra Parigi sembra che pel momento sia arrestata.
Parigi, 26 (ore 6 35 pom ) ? Un decreto nomina a membri del
Comitato per la difesa di Parigi i senatori Behic e Mellinet, e i de-
putali Darti, Du uy e Talhouet.
Parigi, 27 (ore 6 35 ani.) Thiers fu nominato membro del Co-
mitato per la d fesa di Parigi.
Le operazioni ilei Consiglio di revisione per la classe del 1870
incomiocieranno il 5 settembre e termineranno il 19. La legge di
surrogazione non è applicabile a questa classe.
E ulìicialmenle confermato che il Belgio e il Lussemburgo hanno
ritirato il loro consenso pel trasporto dei foriti prussiani. Non aven-
do il gabinetto di Berlino più oltre, insistilo, questo incidente è defi-
nitivaioenle terminato.
Parigi, 27 ( ore 6.40 ant. ). ? Informazioni giunte al ministero
dell’interno :
Le truppe prussiane hanno attraversato Nancy e marciano so-
pra Chàloris e Joinville per Vaucouleurs. Sembra che siano compo-
ste di ui mi) i dell’ullima categoria della landwehr.
Pare che le forze le quali assediano Toul, in seguito alla vigo-
rosa dT sa fatta dalla piazza, rinunzieranno all’assedio e marcie-
ranno sulla Marna.
Gli esploratori prussiani che accampavano nella strada fra
Monlmedy e Mezières furono respinti dai franchi tiratori. Poco dopo
le comunicazioni furono ristabilite.
Le truppe prussiane accampate a Stenay si ripiegano sopra Dun.
Praga, 27. ? Una deputazione del Club czeco presentossi al
Club tedesco < tiren lo una conciliazione. Essa manifestò il desiderio che una Commissione di cinque membri, scelti fra entrambi i partiti, s'i ccupi dell ? soluzione delle divergenze nazionali. Il Club tedesco inviò dal suo canto una deputazione al Club czeco mostrandosi di- sposto ad eleggore la Commissione. (Estratto dai giornali la Riforma N. 238, e il Diritto N, 240.) Bologna ? Stabilimento Tipografico di Giacomo Monti.

Condividi
Estremi cronologici: s.d.
Segnatura definitiva: MRI1222
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 38X27 cm
Colore: bianco e nero
Tipografo (ente): Monti Giacomo, tipografia. Bologna
Lingua della documentazione: italiano
Note: Estratto dai giornali la Riforma N.238, e il Diritto N.240.
Descrizione del contenuto: Incipit: Tutte le notizie che giungono da Roma s'accordano in un punto; nel dichiarare, cioè, che la curia romana si aspetta da un giorno all'altro la entrata delle truppe italiane...
Extent_const: 1
Extent_qt: c.