Lettera pastorale per la S. Quaresima del 1848…

LETTERA PASTORALE
PER LA S. QUARESIMA DEL 1848
Patrizio di Norcia e di Viterbo Per la Grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica
Vescovo di SUTRI e NEPI della Santità di R. S. PIO PAPA IX
Prelato Domestico, ed al Soglio Pontificio Assistente
AI DILETISSIMI IN CRISTO FRATELLI, E FIGLI IL CLERO
E POPOLO, DELLE CITTA E DIOCESI DI SUTRI E IVEPI
Alle preghiere, che stante la perseveranza delle pubbliche calamità gli umiliammo annuendo benignamente la Santità di Nostro Signore Pio papa IX nella sua innata
clemenza si è degnato di dispensare dal rigore della legge sull’astinenza, e di permet-
tere che nel corso della santa Quaresima, la quale incomincerà dalla mezza notte an-
tecedente il mercoldìdelle Ceneri 8 del venturo Marzo, salvo 1′ obbligo del digiuno,
ed esclusa la promiscuità di carne e pesce nella stessa mensa, i nostri diocesani
inclusi i regolari d’ambi i sessi non astretti da voti speciali, e quanti dimorano nei
territorìi soggetti al nostro episcopato possano cibarsi nell’unica commestione di tutte
specie di carni anche non salubri, e delle uova, e latticini nei Venerdi e Sabati:
eccettuati però i giorni di Mercoldi delle Ceneri, dei quattro tempi 15 17 18, delle vi-
gilie di S.Giuseppe 18, e dell’ Annunziazione di Maria SSma 24 marzo, non che
gli ultimi quattro della Settimena Santa incominciando dal mercoldì 19 aprile, nei
quali si dovrà far uso dei soli cibi di magro. La qual dispenza si vuòbensi com-
pensata con altre opere di pietà, e di misericordia, tra le quali al S. Padre in-
teressa la visita almeno settimanale di qualche Chiesa, che noi determiniamo nella
rispettiva Parrocchia, e per le Tenute campestri nell’ Oratorio più vicino, ove si
preghi per qualche spazio di tempo per gli urgenti e gravi bisogni della religione,
Chiesa cattolica e dello Stato secondo la pia intenzione della medesima Santità Sua.
Dopo participate queste pontificie indulgenze , delle quali potrete usare eo-
scentiosamente come conviene a Cristiani Cattolici non possiamo venir meno da
noi stessi, e non aggiungervi Fratelli e Figli in Gesù Cristo carissimi , alquante
parole, che le circostanze dei brutti tempi, in cui siamo riservati a vivere alta-
mente reclamano dal nostro pastorale Ministero. Lungi dall’intrometterci nei giu-
dizi delle cose politiche, siccome di messe non nostra, circa le quali una già pro-
vata esperienza di mezzo secolo basta a farvi cauti; noi ci limitiamo nella coltura
del nostro campo spirituale, e nel gemito del nostro cuore con tutta la libertà ,
che si addice al nostro sagro carattere vogliamo levar la voce, e premunirvi a mettervi
all’ erta, e vegliare contro le guerre, che sotto i più maligni pretesti si sono di-
chiarate alla Religione e alla Chiesa dì Gesù Cristo. Da un’atto dì generosa mise-
ricordia verso i colpevoli plaudito da tutti i buoni, e dalle variazioni dei sistemi
nrl regime civile fatte con rettissime intenzioni nel fine di migliorare le cose pub-
bliche per la comune felicità, i nemici della Chiesa Cattolica ardirono con perfidi
sofismi di concluderne l’empio sistema dell’ìndefferentismo in materie religiose e
travolgere in questo senso diabolico le disposizioni, eie opere del regnante Sommo
I’ontffice, quasi Egli, che è l’immobile pietra, e il fondamento indefettibile della ve-
rità, con quegli atti si fosse dichiaralo per le inique loro massime, fatto partecipe
ilclla loro stoltezza, e favoreggiatore del loro intendimento. Ne ha pianto nel fon-
do 0.ell’ animo 1′ augusto Vicario in terra di Gesù Cristo, chiamando a parte del suo
dolore gli Emi Padri della Chiesa suoi principali Collaboratori uniti nel Concistoro
del 11 passato decen.bre » Jlid insupér est, disse , quod animum nostrum ve~
hementer cinga, et urget. ? JYon è certamente ignoto , che molli dei nemici
della verità cattolica in questi tempi specialmente fanno tutti gli forzi per ugua-
gliare la dottrina ci Cristo ai mustruosi errori d’ogni genere, e ad essa fra-
michiarli , macchinando così di propagare sempre più l’empio sistema cCeCC fir-
h’ÉFFERENTlSMO di qualsivoglia religione. ? Novissime autem horrciidum
dieta inventi ali qui sunt ? che tale ignominia allriboirono al Nome, e ali si-
postolica nostra dignità, e non si ristettero dal farci come partecipi della loro
stoltezza , e favoroggiatori di queir empio sistema. Questi uomini mossi dalle
deliberazioni ( non certamente aliene dalla santità della Religione Cattolica ),
che a bene pubblico , e ad aumento di prosperità giudicammo di prendere in
alcuni affari relativi al nostro civile principato, e dal perdono nei primordi
del nostro Pontificato da noi clementemente concesso ad alcuni dei nostri sud-
diti , vollero congetturare vernarsi da Noi così passionatamsnte d’ ogni cre-
dente ; che ritenessimo nella via della salvezza, e potere egualmente giungerà
all’ eterna felirità non solo i Figli della Chiesa, ma tutti gli altri ancora co-
munque dall’ unità cattolica divisi. Desunt nobis prae horrore verba ad novam
liane contra Nos et tara atrocem injurìa detcstandam. ,,
E dopo aver lamentato l’nidegno abuso, che si fa del venerando Suo Nome,
e delle Sue istituzioni, aggiunge il suo gemito quanto su i gravissimi danni pro-
dotti alla Chiesa Cattolica in occasione della guerra civile nella Svizzera coli’ esi-
lio di tutte le Famiglie religiose , la persecuzione dei sagri Pastori e Ministri di
Dio , il saccheggio barbaro delle Comunità regolari , e dei Templi , e co’ sagri-
l’esi più esecrandi spinti sino alla profanazione delle ossa, e ceneri, dei defonti,
e del santissimo Sagramento cacciato dai Tabernacoli degli altari e gettato in ter-
ra per rubarne! sagri vasi; altrettanto è più su la sfacciata temerità di quanti nella
stessa Città rocca, e centro della santa fede per quei detestabili eccessi prope de-
lirantes . . . minime exhorruerunt palam publiceque triumphare. Quindi rin-
novata la proffessione della fede, di cui e colonna immobile, rivolto a tutti i
Vescovi del mondo Cattolico nell’ammonirli delle trame nemiche, li scongiura ed
esorta col medesimo strettissimo vincolo di fede, e di riverenza ad uniformarsi
pienamente nei medesimi sentimenti. Sermonc-m nostrum ad alios quoque W.
Eratres universi Cattolici Ortis Patriarchas, Archiepiscopos, Episcopos toto
cordis affectu convertimus, eosque omnes, et singulos obsecramus, atque horta-
mur in Domino, ut stabili inter se concordia, et cantate conjuncti, atque ar-
ctissimo fidei, et observantiae vinculo Nobis, et Inde Pctri Cathedrae obstricti
perfecti sint in eodem sententia.Per tutto ciò iuculca, che solerli nel loro officio
fuori d’ ogni umano riguardo , avendo soltanto Iddio innanzi agli occhi humanis
quibusque sepositis rationibus, et solum Deum ob oculos habentes non risparmino
mai né vigilanza, nò fatica, onde con Episcopale fortezza , costanza e prudenza
combattono le battaglie del Signore, e con migliore alacrità ritraggano le dilette
pecorelle alla loro cura commesse dai pascoli avvelenali, sospingendole ai salute-
voli, e non permettano, che siano tratte in inganno dalle dottrine varie e pelle-
grine, ma corraggiosamente le difendano dalle insidie, e d’ assalto dei lupi rapa-
ci ,, Oves eorum curae commissas a venenatis pascuis avertant, ad salutarla
propellant, easque numquam patiantur decipi doctrinis varìis, et peregrinis,
sed strenue a rapacium luporum insidiis, et impetu defendant.
Già con altra pastorale dei 14 decembre 1846, in occasione di comunicarvi
il santo giubileo vi avvertimmo della poca fiducia, che avevamo in quelle accla-
mazioni ovunque echeggiane, e dei nostri timori, che tale entusiasmo avvegnaché
giusto per riguardo alla Veneranda Persona, cui universalmente plaudivasi, e quan-
to a voi certamente leale, altrettanto che degno essendo voi stati sempre per prin-
cipia per fede devotissimi alla Chiesa e al beatissimo suo Capo; non fosse gene-
ralmente sincero, e potesse votare le insidie di qualche ceto nemico, che sembrava
affrettarlo con mire non ordinate, non pacifiche, e tanto meno religiose. Perciò
eccitandomi a crescere sempre nella venerazione verso 1′ augustissimo e graziosis-
simo nostro Papa e Sovrano, vi rammentammo i doveri, e vistruimmo dei modi
onde dargli le vere prove dell’ amore, del rispetto , dell’ obbedienza, e dell’ at-
taccamento, che gli professaste con le parole. I nostri timori purtroppo si avverano.
Un Sovrano acclamato per merito il più buono, il più saggio, il più provvido
tutto amore e tutta sollecitudine per gli amati suoi sudditi, che aprì la via a
tanti civili miglioramenti, versò a prò di tutti il pieno della suprema autorità ,
concesse quanto non gli resta oltre da dare, siamo costretti a seniirlo compen-
sato avvegnaché da pochi con dispiaceri amarezze e con piotivi di pianto, obbligato
sino a giustificarsi dalle più atroci calunnie in punto di religione e1 di
fede, a cui essenzialmente presiede Successore legittimo di quel Pietro Principe
degli Apostoli, su cui Gesù Cristo pose le fondamenta della Chiesa ! Vi è una
Setta di cattivi, che si propaga, perseguita la Chiesa, e tenta di sconvolgere
1′ ordine politico per giungere nella confusione allo scopo infernale di debellarla.
Si acclama il progresso, si esecra 1′ oscurantismo , si promuove la libertà. Ma
sotto il primo vocabolo si vuò il trionfo dei vizi, e lo slargamento delle vie della
corruzione, sotto il secondo s’intende la savia condotta dei buoni a degli onesti, che
fermi nel proposito di mantenere la morale abborriscono dal comunicare nella
iniquità ; sotto il terzo si maschera la licenza, la sfrenatezza e 1′ emancipazione
brutale da ogni legge civile , sagra e divina.
Queste parole ormai Yanno per bocca di tutti uomini anche i più idioti, che
lo proclamano senza dolo, perché non ne intendono il significato. Sono queste voci
i segnali della guerra, che si dilata contro la Chièsa contro la Religione, e diremo pure
le proprietà dei Cittadini. Non è più mistero, che le mire settarie sono verso le
rapine, i saccheggi e le stragi: i radicali comunisti hanno fatto una sola causa;
gridano alla libertà , mentre tentano di alzare il regno della tirannia , persegui-
tando gli uomini onesti , che vogliono esser liberi nell’ uso dei loro diritti e
poteri in senso opposto alle loro massime , ed opprimendoli per mezzo di un
empia e brutale violenza. L’ esempio toccato ai disgraziati Cattolici della Sviz-
zera n’è prova inconcussa.
Noi si vogliamo la libertà, ardiamo di zelo pel progresso, e odiamo 1′ o-
scurauiismo. Vogliamo bensì la libertà, alla quale ci riscattò Gesù Cristq, la libertà
della grazia , che ci redense dalla schiavitù del peccato, e ci fa veri amici e figli
di Dio: quella libertà, che consiste nell’esercizio spontaneo, e franco dei nostri po-
teri personali, morali e fisici, e nel libero arbitrio di sciegliere, e di agire secondo
la nostra volontà sfgueudo le guide della grazia adiutrice, e i moti della coope-
rante nell’adempimento dei nostri uffici verso Dio, la società, noi stessi, verso la Reli-
gione, la Chiesa, il Principe, la Patria, la Famiglia. Questa èia libertà fatta di nostro
diritto, perché è dono dell’altissimo Dio conveniente, ed essenziale alla nostra no-
bile natura umana, senza”cui non potrebbe esservi merito d’ogni specie, e l’uomo
non si distinguerebbe dai bruti. Coli’ uso di questa libertà , che iniziò il bene ,
e’ introduciamo nella via del progresso , di cui pure è autore Gesù Cristo. Egli
1′ ottimo per essenza dettò le regole di questo progresso nell’evangelio, e le firmò
col suo sangue dall’alto della Croce, d’ onde pubblicandole all’universo, le dette
quasi divina costituzione della vera civiltà e del vero risorgimento sociale. I lumi
non possono crescere , se prima non nascano , né possono nascere senza la prima
luce, che li generi, la qual luce è Cristo, che disse: Ego sum lux mundi. Questi
Itimi si diffusero colla propagazione dell’ Evangelio , fugarono le tenebre , e ri-
scattarono gli uomini dalle ombre della morte; che coprivano 1′ universo -i per
essi il mondo cambiò in bello la sua faccia, l’uman genere risorse alla sua nobile
condizione , le genti in qualunque clima situate tra loro si congiunsero, e si af-
fratellarono formando una sola famiglia sotto un, solo padre e signore. L’evangelio
e la. cosiùui/oue comune, e dispensabiJe a tutti, su cui basa la religione e la chiesa,
che fanno gli uomini retti o felici, e il sole di verità e di giustizia, che illu-
mina ogni vivente , e lo scorta pel cammino di una vita pura , che mette all’a-
térniU d’ ogni vero piacere : ma è insieme la sorgente di tutte le scienze delle
lettere e delle arti : è il codice della vera civiltà. Più che questo evan-
gelio si conosce , si osserva , i popoli sono più civili, più dotti, più industri. E
perchè all’ Italia nostra per singolarissimo dono della divina Provvidenza fu con-
cesso di avere il centro e la sede della Chiesa Cattolica, e del’augusto suo Capo,
Maestro, Vindice e Custode dell’evangelio, perciò meritò essa la gloria d’in-
segnare e propagare la città a tutto il mondo. Argomentando da quest’ indefet-
tibili principii , se i veri progressi sono quelli che più vivono conformi al Van-
gelo , ed avanzano nelle virtù, che esso predica emulandosi a sempre migliori e
maggiori meriti per la vita eterna , che è il fine dell’ uomo; gli Oscurantisti quali
saranno? tutti quelli certamente che si allontanano dal medesimo, e declinano nel
vizio e nel peccato. Quindi come stanno nel numero dei primi i buoni Cattolici
osservatori gelosi dei Comandamente di Dio e della Chiesa , devoti alla religione
alle Ljggi , al Principe, rispettosi alle Potestà, e Magistrati, custodi zelanti della
pace , e dell’ ordine sociale ; nel novero degli altri sono certamente da compu
tarsi i trasgressori dei precetti divini ed ecclesiasti , i disubidienti alle leggi del
Governo , e alle disposizioni del Sovraro , i contumaci agli ordini dei superiori,
gli agitatori dell’ ordine pubblico, e quanti insomma non vivono rettamente come
si convien ai cristiani cattolici.
Non vogliate perciò errare , Fratelli e Figli diletissimi. In queste crudeli
battaglie dell’ iniquità combatete da forti per la fede , e per la religione, in cui
sta l’interesse vostro. Le opere , e le parole vostre corrispondono a dettami dei
divini comandamenti, e dei precetti della Santa Chiesa. Amatevi scambievolmente,
perchè la carità vicendevole è il carattere distintivo dei cristiani. Onorate , e
venerate l’augusta Persona del Sommo Pontefice Capo beatissimo della santa Chiesa
Cattolica , nostro Clementissimo Principe, e dategliene prova eoll’obbedienza alle
leggi ; e col custodire la religione, 1′ ordine, e la tranquillità nella nostra patria.
Predicate , e seguite con libertà evangelica il progresso cristiano , e bandite
da voi l’oscurantismo irreligioso. Vivete ai lumi dell’ evangelio, e non isbaglierete
giammai. Ecco le dottrine che noi dobbiamo promulgarvi, raccomandandole prin-
cipalmente al venerabile Clero , che degnamente ci coadiuva nella vigna eletta del
Signore, affinchè siano per esso sviluppate , ed insegnate a tutti.
E perchè abbiamo la consolazione di sapere già istituita ovunque nei luoghi
delle nostre Diocesi la Guardia Civiea per concessione la più benevola del prov-
vidissimo nostro Papa , e Sevrano , inculchiamo alla medesima che corrisponda
esattamente, e con fedeltà alle mire , eh’ ebbe per essa il snpremo istitutore. Si
faccia benemerita della Religione e del Sovrano, dello Stato, e della patria. Entri
e cammini valorosa nelle vie dell’ enunciato progresso virtuoso, che gli additammo
e per farsi di maggiore efficacia nei suoi esercizi, preceda il popolo coll’esempio di
sempre savia e cristiana condotta.
Finalmente raccomandiamo a tntti la preghiera. L’ orazione è l’arme invitta,
e vittoriosa con la quale trionfò sempre de’ suoi nemici la Santa Chiesa, e veri-
ficò quell’ infallibile oracolo , che le porte dell’ inferno contro di se non
prevarrebbero mai. Or com’ ella conta tante vittorie, quante in ogni tempo furono
le guerre , che le mossero , aggiungerà tra quelle per nuovo trofeo aneor questa,
che infallibilmente conseguirà contro la pugna, che adesso gli ha rinnovata l’empietà
del secolo. Le litanie, ed il s. Rosario quotidiano in onore di Maria SSma ordinato
già per commissione espressa del s. PADRE con apposita nostra Circolare in tutte
le Chiese Collegiate, e Parrocchiali col corredo delle ss. Indulgenze seguiteranno
per tutto il corso della santa Quaresima opportunamente in questo fine di occor-
rere agli urgenti bisogni della Religione, e della Chiesa. Pregate dunque, Fratelli e
Figli carissimi con umiltà, con fiducia, con perseveranza Gradoni instate vigi-
lantes in ea. All’ orazione come a certissimo patto è alligala la salute nostra spi-
rituale, e temporale, e più assai la nostra felicità n«ila fulura vita iniermina-
bìle. Iddio ci esaudirà tutti , ed in questa vera speranza augurandovi ogni bene
con piena effusione del nostro cnore vi compartiamo la pastorale Benedizione.
Dato in Sutri dal Palazzo Vescovile li 25 febbraio 1848.
FRANCESCO VESCOVO
Lidgi Patricelli Cancelliere Generalo Vescovile