Le truppe napoletane
LE TRUPPE NAPOLETANE
La politica della corte Napoletana si è palesata finalmente; il pensiero secreto del Borbone vide la luce del Sole. Tradimento più atroce e più infame non fu mai ordito
dall’ umana nequizia. Mentre si protestava amore per l’Italia
e per la sua indipendenza, mentre i popoli sempre ciechi ap-
plaudivano a quell’esercito che traversando l’Italia si credeva
che andasse a combattere il nemico Comune j invece quelle ar-
mi etano destinate contro gl’Italiani , erano le alleate fedeli
del barbaro; Si tentò prima di sorprendere la buona fede dei
Pontefice : si cercò d’ indurre nell’ animo suo il sospetto con-
tro Carlo Alberto dipingendolo come un re ambizioso che a-
spiraVa al trono d’Italia: si coonestava ili tal modo la do-
manda di occupare Ancona, di mettere guarnigioni nelle gran-
di ditta del nostro Stato. A questo mirava la Deputazione di-
plomatica spedita da Napoli a Pio IX dopò aver fatto suonare
la tromba perchè si credesse diretta a concertare una lega ita-
liana 3 ad iniziare una Dieta in Roma» 11 capo della Deputa-
zione aveva il secreto; i suoi Compagni erano destinati a rap-
presentare le comparse nel Dramma, Quel capo, se fosse riu-
scito , aveva facoltà di sciogliere la Deputazione t di cacciare
anche 1′ attuale ministro napolitano in Roma f e di spiegare il
carattere di ambasciadore straordinario» 11 buon senso del
Pontefice, V accortezza del popolo romano mandarono a vuoto
le arti, non saprei dire Se più traditrici o ridicole di quella
corte : il pallone ebbe Un urto di vento e sgonfiò»
Intanto la parte italiana del popolo napoletano domanda-
va ad alte grida la guerra contro l’ Austria ; una rivoluzione
pareva imminente,» il Re vi suffiava dentro per avere un pre-
testo d’inviare le sue truppe nello Stato pontificio. Fece finta
di cedere suo malgrado, prolungò il termine della partenza
dell’esercito j poi ne vedremo il perchè; e intanto si occupò
con animo indefesso a scegliere le truppe vili e schiave che si
trovavano nella sua armata, e vi metteva uffiziali venduti alla
tirranide^ e quel generale Statella la cui vita è un continuo
tessuto di viltà Servile, e di orgoglio tirannico, dì melate pa-
role, e di azioni feroci. Il general Pepe era fra quelli come
un antico monumento venerato, dietro cui si nasconde una
truppa di assassini.
Fatta la scelta,» ordita bene la trama si fanno partire fi-
nalmente le truppe, e s’inviano non già a Venezia, non già
sul teatro della guerra ; si ordina invece che si riuniscano tut-
te in Ancona» Perchè questo? Eccone la spiegazione. L’Austria
aveva promesso a Rndctzki e a Ferdinando di Napoli che 60
mila uomini sarebbero venuti in Italia in loro soccorso, che
queste truppe sarebbero seguite’dalle forze russe inviate con
flotta di quella potenza. La rivoluzione italiana sarebbe stata
schiacciata in tal modo in Lombardia, e Carlo Alberto costret-
to a rientrare nei suoi Stati» L’ arrivo delle nuove forze au-
striache in Italia doveva coincidere coli’arrivo delle napolita-
no in Ancona e nelle Romagne» Ferdinando allora profittando
dell’avvilimento in cui cadeva l’Italia dopo la prima vittoria
riportata dall’ Austria, e dal risorgimento della fazione retro-
grada, si sarebbe tolta la benda, avrebbe occupato Ancona e le
Romagne sotto il pretesto di voler difendere il Pontefice dal
partito liberale accusato di volere il rovescio degli antichi go-
verni per sostituirvi la repubblica. Occupati così dalla tiran-
nide i due Stati posti agli estremi dell’Italia, la parte cen-
trale di essa doveva rodere il freno e tacere : si sarebbe ordi-
nato di dare una larva di costituzione, qualche franchigia mu-
nicipale, aspettando l’occasione propizia per ritogliere anche
il poco concesso, e riprendere il corso tanto dolce a tutti gl’in-
fami satelliti degli oppressori,, delle persecuzioni} delle con-
danne, e degli esigli.
Ma il traditore era tradito. L’ Austria prometteva quello
che non poteva dare, assicurava la venula del russo che non
poteva moversi. Con minore ignoranza degli avvenimenti po-
litici era facile lo scoprire l’inganno, ma quando ad un in-
gegno ottuso si presenta la promessa di cosa eh’ esso arden-
temente desidera, ogn’ illusione diviene verità, i pigmei si tra-
sformano in giganti. Ferdinando contava già sopra i GO mila
austriaci in Italia, come contava sopra i suoi cari lazzari, e
dall’ alto della reggia guardava continuamente col telescopio se
arrivava la flotta russa. Quando finalmente fu stanco di aspet-
tare e cominciò a vedere che forse poteva esser slato inganna-
to, o che i promessi aiuti potevano essere ritardati per cause
indipendenti dalle volontà dei due imperatori suoi alleati;
quando vide che non poteva prolungare più il soggiorno delle
sue truppe negli stati pontificii, e che doveva inviarle a com-
battere Sótto il suo nemico Carlo Alberto^ contro il suo amico
Ferdinando di Austria ‘, quando Vide che là Camera dei Depu-
tati riunità avrebbe rotte tutte le sue trarne^ scoperti tutti i Suoi
Secreti sicché sarebbe stato Costretto ad aiutare la indipenden-
za italiana eh’ egli odiava 3 a solidificare con le sue mani la
libertà ch’egli voleva distruggere 3 a cacciare dal sUò fianco
quei consiglieri ch’egli amava 3 a distaccarsi dai suoi Cari
lazzari coi quali vivrebbe lietissimo giorno e notte^ altro scam-
po non vide alla sua tirannide, altra via per non dispiacere ai
suoi amici Ferdinando e Nicolò, che ordire una controrivolu-
zione in Napoli 3 e Così fece.
Sparso il terrore in Ogni classe 3 rese liete di stragi e
di sangue le sue truppe , dato libero il campo per satollarsi
a tutte le infami passioni delle moltitudini 3 cacciati i buoni,
rialzati i tristi, potè allora egli sospendere la riunione della
Camera, distruggere ogni franchigia Costituzionale»; e richiama-
re impunemente le sue truppe che non dovean più servire
allo scopo che si era prefisso. E queste obbedirono, né fa me-
raviglia» Per tanti anni la Corte napolitana aveva faticato ad
abbrutirle, ad avvezzarle all’obbedienza passiva 3 a renderle
insomma macchine da guerra $ che sarebbe stata Cosa miraco-
losa se in quelli uomini ignoranti e bruti avesse potuto pene-
trare il sentimento della indipendenza italiana : 1′ odiò Contro
lo straniero. Nella loro anima furono gettati i semi di tutti i
vizi, il loro cuore fu chiuso ad ogni pensiero che non fosse di
Sangue e di rapine : si alzarono contro i cittadini 3 si porta-
rono nelle Calabrie e negli AbbruZzi perchè fucilassero ì libe-
rali, si conducessero in Sicilia perchè sgozzassero le dònne ,,
i vecchi, e i fanciulli, e si pretenderebbe poi che potesse pe-
netrare nella loro anima un* idea nobile tì generosa, e questa
fatta grande in pochi istanti condurli a combattere per una
patria che non conoscono, per gl’italiani che odiano, contro
la volontà di Un re che adorano Come i pretoriani adoravano
i Claiidj e i Calligola ? Fummo stolti di pensarlo Soltanto ,
fummo più stolti di dolerci del loro retrocedere.
Dovremmo invece ringraziarne il cielo : al primo colpo
di cannone austriaco quei soldati Sarebbero fuggiti vilmentej
0 avrebbero rivolte le loro armi contro gì’ italiani ‘. tanto So-
no assetati di sangue fraterno»
Ma F onta e 1′ infamia di quelle truppe non ricada sulla
nazione napolitana, né sopra tutte le truppe, né sopra tutti
gli uffiziali di quella nazione. Quei che combattono nei piani
di Lombardia protestano energicamente contro i vili. Una banda
di assassini deve forse infamare un popolo? E quelle truppe altro
non sono che grosse bande di assassini , sono quelle migliaia
di gladiatori che i romani educavano per uccidersi fra loro.
Il popolo tutto di quel regno meritevole di altro re e di
altra fortuna Sente orrore di quei fatti, e caccierebbe volen-
tieri dal suo seno quelli uomini che furono il solo stromento
della tirannide» Oli ! si affrettino i tempi in Cui la Europa non
avrà che milizie cittadine educate all’ amore della patria e dei
fratelli, alla difesa della legge e della giustizia, Finisca questo
miserando spettacolo che presenta oggi in molti regni di Eu-
ropa la umana società divisa in due grandi classi , Uccisori
e vittime, e queste che pagano quelli, e il capo dello stato
che soffia di continuo l’odio e 1 ira nelle due parti, e che
giubila e fa plauso ed è largo di doni quando i suoi gladiato-
ri hanno inferocito con arte militare, hanno assestato bene i
colpi, hanno aperto larghe piaghe col ferro»
L’ Italia doveva in questi giorni presentare questo mise-
rando Spettacolo; Sarà F ultimo. Tanti delitti non possono an-
dare impuniti. Popoli della romagna frenate i Vostri spiriti
bollenti. le vostre ire generose: lasciate che quelle belve rien-
trino nei loro covili, lasciate ai napoletani la cura di Vendi-
care 1′ Italia e F umanità. Dio pesò nella sua bilancia terribi-
le le stragi di Galizia, i feroci assassinj di Milano, oggi pesa
il sangue degli uccisi in Calabria s in Sicilia, in Napoli, e vi
Unisce l’iniquo tradimento teso al Pontefice e all’ Italia. Se
la bilancia è la stessa, la vendetta celeste sarà la stessa: la-
sciateli passare»
PIETRO STEMMI
BOLOGNA. TIP. HOCCHI NELLE SPADE1UE.