La scomunica del papa
LA SCOMUNICA DEL PAPA
Quando l’Imperatore Teodosio, che la storia chiamò grande, e l’umanità carnefice spieiati ordini emanava, ed a migliaia faceva tru-
cidare i propri fratelli Cristiani , ei trovava Venerando Pontefice alle
porte del Tempio, che in atto maestoso e terribile, glie ne interdi-
ceva 1′ ingresso, esclamando : Indietro nuovo Caino, che facesti dei
tuoi fratelli?
Oh! allora; l’anatema era giusto , era sublime; e il mondo Cat-
tolico imparavate penitenze dell’Imperatore, il sopportalo cilicio, la
deposta porpora, i digiuni, le macerazioni, ed il letto di cenere.
Oh! allora, pudica ed immacolata, era la sposa di Cristo, che
proteggeva il debole contro il forte , e scriveva nel Catalogo dei santi
il nome del Pastore Ambrogio, che colla fragile verga avea spezzato
lo scettro del Principe, la spada del soldato.
Ed oggi, che fa un Pio IX ? Accusa forse Borbone degli eccidi
di Palermo, di Messina , di Napoli, del Pizzo? gli domanda forse ra-
gione del sangue delle donne , dei vecchi, dei fanciulli immolali? ?
E nuovo Ambrogio gli grida : ? Indietro o Caino non contaminare
il Tempio? ? No certo, ? Pio IX striuge la destra di Borbone, lo
proclama , clemente, religioso, ottimo, massimo, (ed iniqua profana-
zione del più Augusto Sacramento) ! Pio IX più volte lui stesso,col-
la propria mano dà il pane degli Angeli al Re assassino e spergiuro’.’.!
E come se tanta vertigine non bastasse a svelare le epilettica
mente di Pio IX, ei lancia ora 1′ anatema contro tutti quei Cittadini
Rumasi, che presero in mano le redini dello Stato per salvarlo dal-
l’anarchia, dalla guerra civile, dagli eccidi meditati freddamente dal-
la diplomazia, e che si calcolavano sicuri , immancabili con la fuga
del Papa.
La scomunica nel 1849 ! ? E perchè? ? pel perduto dominio
temporale , per ritornare intatta la potenza al sacro Collegio dei Car-
dinali , nefanda Aristrocrazia , sentina d’ogni turpitudine.
Le armi spirituali in sostegno del potere del Principe, come nei
scellerati tempi dei Guelfi e dei Ghibellini..
Non bastavano le infami Memorie, i sacrilegii, le profanazioni
della fede di Cristo, nella efferata lotta dei Papi colla Casa di Svevia;
le disotterrate ossa d’ un Imperatore dalla propria mano dei suoi fi-
gli ; l’avvelenamento di un Arrigo col mezzo dell’ostia consacrata,
colle carni dell’agnello divino. ?? No un nuovo misfatto d’ un Papa
dovea evocare tutte quelle ricordanze fatali alla Religione, fatali ai
Pontefici, che dormivano obbliate sotto la polvere dei secoli !
L’Anatema! ? I Romani nel fasto del paganesimo e della po-
tenza loro, adottarono l’interdizione dell’acqua e del fuoco contro i
delitti di perduellione, ed era la scomunica di quell’età.
I Papi imitarono gli atti del paganesimo, e vollero, ed ottene-
ro, che un cerchio di fuoco circondasse l’anatemizzato, perchè lastol-
ta credulità umana reputava involto nella stessa sorte chiunque soccor-
resse, o desse un pane al condannato dalla Chiesa.
Ripeteva Roma cristiana l’interdetto dell’acqua, e del fuoco,del-
la Roma idolatra e pagana.
Riandare la serie degli abusi, fatti dai Papi, dei fulmini spiri-
tuali, sarebbe ripetere una seguela d’iniquità registrate nelle storie di
tutti i popoli , e che insieme alle false decretali, le simonie , il mer-
cato delle indulgenze provocarono lo scisma di Lutero.
L’Anatema nel 1849 pel dominio temporale! ?Ma d’onde sor-
se il dominio che vantate? dalla menzogna e dall’usurpazione sui po-
poli.
Da S. Pietro a Gregrorio II pel corso di 700 anni i Papi non eb-
bero veruna potenza civile in Roma , e nei primi tre secoli essi non
ottennero altra corona , tranne quella dei martiri.
Dopo l’invasione dei Barbari l’ignoranza profonda dei popoli,
rese arditi molti falsari a fabbricare scritti tendenti a provare l’auto-
rità temporale della Chiesa , ed a pubblicarli in nome di chiarissimi
uomini già spenti: in questa guisa nel VI secolo, Vigilio Vescovo di
Taspe in Affrica , confessa piamente d’aver pubblicato sotto il nome
di S. Atanasio un libro che lui stesso avea composto per combattere
l’eresia di Ario.
Faceva mestieri d’un titolo per consolidare una usurpazione,’, fog-
giavasi , o si citava senza presentarlo.
Tali sono i pretesi atti di donazione di Costantino , di Pipino ,
di Carlomagno , e di Luigi il buono che tutti citano, e nessuno ha
mai visto.
Si fanno scudo i Cardinali della donazione di Luigi il buono per-
chè fa parola di quelle dei suoi antenati, ma un Muratori la dichiara
apocrifa, (1) né la Corte di Roma volle giammai mostrarne l’origina-
le; ristringendosi a farne ostensibile una copia che porta la data del
1192.
Sin dal VI secolo, un frate che Dionisio il piccino chiamavasi,
compose una lunga collezione di false decretali attribuite ai primi Pon-
TIP. HOCCHI,
telici, e nel IX secolo, un tal Peccatore , o Mercatore , canoni e dei-
cretali false , presentava ai Pontefici che le accettavano.
Né pria del lOmo setolo, quelle collezioni per false si scopriro-
no ; ma era tardi , la scienza rivelava il delitto, ma la potenza tem-
porale dei Papi era già incrollabile.
Neil’ ottavo secolo pei decreti di Leone 1′ Isaurico, che abolivano
il culto dell’ immagini, Gregorio II scomunicava gì’ iconoclasti, e chiar
mando i popoli alle armi contro 1′ Imperatore d’ Oriente, opponeva
valida resistenza, e i primi fondamenti dell’indipendenza delle Citisi
Italiane, che risposero alla chiamata del Papa furono gitlati, e Roma
si costituì ìq Repubblica sotto la protezione dei Papi. (2)
Fondavano il Regno d’ Italia i Lombardi, e Gregorio III invoca-
va 1′ ausilio di Carlo Martello a distruggerlo, scrivendogli :
« San Pietro è assai potente per difendere da sé il proprio patrimonio,
« ma piacendogli di sperimentare lo zelo dei suoi figli, scongiura Carlo di
« non chiudere 1′ orecchio alle di lui preghiere, temendo , che forse un
« giorno San Pietro non chiudesse a lui le porte dei Cielo. «
Il Re dei Lombardi Luitprando era 1′ alleato di Carlo Martello, e
quindi soltanto pregavalo di rispettare le terre della Chiesa Romana,
che patrimonio di San Pietro falsamente chiamavansi allora.
Nel 741 Pipino il breve proponeva al Papa Zaccaria, il celebre
caso di coscienza ; di chi fosse più degno del trono ? se lui 1′ an^
tico discendente dei Prefetti del Palazzo, o 1′ erede dei Carlovingi,
Childerico III, e il Papa rispondeva Pipino e lo faceva consacrare a
Soissons per mezzo del di lui legato Bonifacio.
Da quel giorno fu scritto il patto tra il principato, e la chiesa,
tra i Vicarii di Dio, ed i Re della terra, da quel giorno il potere spi-
rituale servì sempre il temporale.
Il Lombari13 Astolfo proseguendo il piano dei suoi maggiori per
la fondazione del Regno d’Italia, presa Bavenna avanzavasi verso Ror
ma. E allora Stefano II correva’lui stesso in Francia, riconsacrava
Pipino « e dimandava in compenso della legittimata usurpazione la cac-
ciata dei Lombardi, e terre , e domimi per la Chiesa Bomana , e Pi-
pino, poi Carlomagno, consacrato a Roma Imperatore d’Qccidenle nel
natale del 800 favorivano il Papa.
Così fu stretta la tremenda lega dei Pontefici coi Principi, cosj
ebbe la prima origine, 1′ assurda dominazione temparale dei papi, do-
minazione ingiusta, crudele , anticattolica, usurpatrice.
Leone HI, camminando con passi più arditi, tolse 1’Elezione del
Papa al Popolo Romano, e trasportolla nel Sacro Collegio dei Cardi-
nali che in quella scelta , si dissero illuminati dallo Spirito Santo.
La potenza temporale adunque frutto di raggiri, di menzogne, di
false decretali, e donazioni, fondata nei secoli d’ ignoranza dovea spa-
rire nei secoli della ragione ; e sta per sparire, e nemmeno per assolu-
to fatto dei popoli un lanto mutamento avrà luogo. Pio IX cedendo
alle suggestioni dei diplomatici e dei Caidiuali fugge, lascia tre milio-
ni d’Italiani senza governo, questi provvedono ai loro bisogni, si ser-
vono della stessa macchina amministrativa stabilita da Pio IX, lo in-
vitano a ritornare, sono insultati e derisi, allora si dimanda di con-
sultare 1′ opinione del popolo tutto per costituire il nuovo Stato.
E Pio IX risponde a lutti questi alti del popolo il più savio, il
più mansueto dell’ universo con 1′ Anatema !
Oh Pio IX, quando tu con la gialla cera , la chiesa io nere gra-
maglie, pronunziavi la formola fatale, tu non udisti la voce che s’in-
nalzava dal Santuario; era la voce di Dio, che a te diceva: ? Vescovo
di Roma, Tu non pastore sei, ma Lupo del tuo gregge. Tu fornica-
sti coi Re. Sii Maledetto.
E la parola di maledizione non sui giusti di Roma cadde quando
tu gridavi : anatema , anatema ; ma su le, e il Carnefice delle Due
Sicilie.
O Clero Cattolico, a che si tarda di riunire un Concilio, di av-
visare sulle sorli della Chiesa, a dichiarare decaduto Pio IX. Affretta-
tevi Sacerdoti, o noi non rispondiamo più di nuovi scismi che si por
Iranno produrre.
G. LA CECILIA.
(1) Fontanini che vantava di possedere la donazione sfidato dal
Muratori, non la produsse.
(2) L’ Autorità era in mano del Popolo, ci era un gran consi-
glio ( Congregata major ) ed un piccolo consiglio ( congregalo minor )
dei capi dei possidenti ( cives honesti ) e dei capi della plebe : e la
forma Repubblicana or Democratica, ora Aristocratica , si mantenne
fino al XV Secolo. ( Baronio Muratori ec. )
( Estratto dal Corriere Livornese )