La scomunica

LA SCOMUNICA
Quando si pone il piede nel sentiero degli errori, se ne tesse una catena fino all’ultimo anello.
Ne vogliamo una prova? Ce la porge Pio IX. il suo Pontificato conta appena duo anni di vita , ma una serie interminata di errori gravissimi.? Cominciamo dai primi momenti della sua elezione.
Concesse amnistia ai rei di politica , ma non disarmò i loro carnefici. Creò un municipio nuovo , con clementi vecchi. Iniziò la Consulta di stato, e poi o non !a consultò giammai , o consultata non ne attuò i suggerimenti. Creò una Guardia nazionale per tutelare le liberali istituzioni, ma la sottopose a capi più interessati a demolire che a sorreggere il nuovo edilizio politico. Dava una costituzione dopo che 1′ avean data tutti i principi d’Italia, e fu la eccezione di tutte le
costituzioni del mondo: la ispirazione del celeste imperatore della China avrebbe potuto fare altrettanto.
Che n’ b avvenuto in seguito ? Tutti i buoni effetti che in parte potevano discendere dalla costituzione sono stati o ritardati o sviati o sformati da uomini inetti o despoti o scaltri. Quindi gran parte del popolo , veggendo i suoi interessi materiali Iesi ed avversati dalla longanimità e dallo mezze misure , ha potuto credere che tutto questo danno fosse una immediata conseguenza della costituzione , e cosi si è indotto ciecamente per fino a maledirla. Pio IX ha composto una lunga serie di ministeri, non saprei dire so per sciupare le reputazioni di
nomini rispettabilissimi , o se per voglia di venire al punto di non trovar più chi lo servisse. Questa guisa di congedare e screditare spietatamente i più agguardevoli personaggi dello stalo , la non mi sembra certo una bella prova di carità e di delicatezza in verso il prossimo.
Così e avvenuto che passando rapidamente di ministero in ministero, tulle lo faccende del governo han dovuto subire aggiornamenti , rilardi e quasi una eterna mmobilità. Non pago di aver commesso opere nuove a intelletti invecchiali, ha pur volulo darsi interamente
in mano dei più giurati nemici della sua stessa fama. Quindi un addio al popolo ed allo sue franchigie, all’Italia ed alla sua indipendenza, ed una imprevista ritirata nei trinceramenti della vecchia corte e della parassita diplomazia. Ci da un ministro guizzottino ; gli viene ucciso da un solo, ed esso ne incolpa una città intera:
gli si chiede un ministero omogeneo , e fa rispondere dai moschetti degli svizzeri, il popolo si acqueta ed egli lo abbandona; fugge dal seno del suo popolo, e si ricovera in casa del mitragliatore di Napoli, gli si spedisce un pacifico messaggio, e sdegna di ascoltarlo, gli si fa invito al ritorno, e manda proleste. Ma ciò sarebbe poco. Il supremo dei suoi errori quello che rivela una balordaggine di duo secoli indietro , e pur compiuto. Pio IX manda ai suoi dilittissimi figli una paterna scomunica.
E poiché siamo a questo , spieghiamoci bene. ¦? Cosa è scomunica ? È un atto con cui il Pontefice toglie dalla comunione dei fedeli una o più persone.
Per quali colpe si può lanciar© la scomunica ?
Per eresie , per sacrilegi , per profanazioni e rubumenti di cose sacre ec. Per cose di governo temporale si può dare la scomunica ? No. Perche quando Cristo dava a Pretto l’ autorità” di sciogliere e di legare, intendeva parlare di cose spiriluali, mentre egli nelle faccende temporali non voleva impacciarsi; e lo disse chiaramente
? io non ho regno in terra. ? Non avendo dunque Gesù Crislo stesso nessun regno mondano , da lasciarlo in eredità ai Pontefici, come poteva loro lasciare il diritto di possederlo, e la facoltà di scomunicarne gli invasori?
I beni della Chiesa non hanno che fare colle leggi di Cristo: essa gli ottenne da Carlo Magno, che li rubò all’Italia : e non so quanta onestà sia 1′ accettare il dono di un ladro. Dunque il Papa per affari di politica non può scumunicare? No certamente : Cristo , che è il suo institutore , non gli ha data tale facoltà , nò la Chiesa se la può usurpare senza tradire i sacrosanti precetti dell’ Evangelo, senza correggere o anuularc sfrontatamente il codice angelico della fede. Abbiamo noi forse profanato il tempio, leso il dogma cattolico, pollufo il rito? Niente di lutto ciò. Il sovrano ci ha lasciati senza governo, e noi vogliamo crearne uno. Quando un padre abbandona
la sua famiglia, questa orfana famiglia non ha forse il diritto di ragunarsi a consulta, e provvedere a’suoi
interessi ? Ne più ne meno abbiam fatto noi : in luogo di precipitarci nell’ anarchia , ci congreghiamo in famiglia, e ci componiamo un governo. ? Il Papa intanto che fa? Scomunica i suoi figli, perchè non vogliono l’anarchia. Può darsi più impudente esercizio di potere? Più sciagurato abuso di spirituali armi? Sacerdoti di Dio , lasciate stare i fulmini del Vaticano, serbateli per bbrustolarne la Ironie ai nemici della religione santissima , ai profanatori degli altari ; ai disperditori dell’ ostia di Cristo , ai conculcatovi dei chiostri verginali. Tale razza di gente la conoscete voi ? Sapete ov’ ella consuma impunemente i suoi sacrilegi? Sono i croati, là nella cattolica Lombardia. Ebbene perche non avole loro
fulminalo V anatema? Ecco su quali teste voi dovete tempestare : ecco le colpe che Cristo vi ordina
di legare, ecco il vero uso di un’arma che la mano di Dio vi trasmette. Noi non abbiam nulla di comune con simili mostri : la nostra causa e tutta estranea al diritto sacro : noi trattiamo di governo , d’ interessi esplicitamenti mondani, di gabelle, di milizia, di leggi,
di giustizia, di tribunali. Che ha che fare tutto ciò colla vostra religione ? Che andate voi confondendo il diritto divino coli’umano ? Credete forse di spaventare le anime? Oh sacerdoti, disingannatevi : il mondo non e più una famiglia di ciechi : non e più il tempo in cui bastava pronunziare scomunica, per faro inorridire: oggi la ragione slanci posto del fanatismo, e non s’inganna più il
prossimo , in nome di Dio. Badate bene, abusando voi di un armo che deesi adoperare con la più riguardosa parsimonia, la spezzate voi stessi, e in luogo di ferire le teste minacciate, vi bruciate la mano che la tratta, a
quel eh’ e peggio correte pericoli d’ incontrare quella derisione che nasce bene spesso dall’ impotenza
quando agonizzando minaccia. Non sarebbe la prima volta che lo spirito del ridicolo entrerebbe a soffocare 1′ ultimo resto del rispetto.
Sacerdoti, lo ripoto, fate senno, pria d’ oltraggiare i popoli : non si parla ad essi col tuono della
prepotenza ; non si trattano come vilissimo armento , come schiavi della superstizione. il tempo e il
maestro degli uomini ; la educazione dello spirito conta già secoli , e alle tenebro dell’ ignoranza successa la scuola della ragione. Guai a voi se vorrere sconoscerla !
(Estratto dalla Pallade di Roma N.459)
Tip. Tiocchi.

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Estremi cronologici: [1848]
Segnatura definitiva: MRI0236
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 30X21 cm
Colore: bianco e nero
Tipografo (ente): Tiocchi, tipografia. Bologna
Lingua della documentazione: italiano
Note: Alla fine del testo è riportatato: (Estratto dalla Pallade di Roma N.459).
Descrizione del contenuto: Incipit: Quando si pone il piede nel sentiero degli errori, se ne tesse una catena fino all'ultimo anello...
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