La Giunta centrale provvisoria di governo
CITTADINI !
La Deputazione incaricata da noi di recarsi al Campo a porgere alle LL. MM. il Re e l’Imperatore gl’Indirizzi delle Romagne, essenio ritornata oggi, abbiamo debito di comunicare
al Paese l’esito della sua missione. Essa ebbe un accoglimento il piii benevolo e cordiale. La
risposta del Re è contenuta nella lettera del C<>nte di Cavour che qui sotto pubblichiamo. Sua
Maestà il Re incaricò pure i Deputati di rendere pubblica lode al valore dei Volontari Roma-
gnoli che combattono sotto le sue bandiere. L’Imperatore non solo accolse benignamente la De-
putazione, ma si compiacque ricevere l’Indirizzo ed esprimere i sentimenti della più viva sim-
patia per la causa Italiana e per le Provincie che la propugnano.
CITTADINI!
ìtfoi speriamo che queste notizie varranno a dissipare ogni incertezza e che d’ora in poi
volgendo ogni voslro intendimento alla santa guerra nazionale, all’ordine interno e alla difesa
nostra e delle Provincie a noi unite, vi rimarrete tranquilli a quelle solenni parole dell’Impe-
ratore ? il mio esercito non porrà ostacolo alcuno alla libera manifestazione de’ vostri legit-
timi voti ??
Rologna 30 Giugno 1839.
GIOACHINO NAPOLEONE PEPOLI.
ANTONIO MONTANARI.
GIOVANNI MALVEZZI.
LUIGI TANARI.
CAMILLO CJmj|R]l.
Indirizzo a S. !I. l’Imperatore NAPOLEONE III.
MAESTÀ!
Gli abitanti della Romagna sentono altamente il sacro do-
vere di combattere anch’ essi la Guerra dell’ Indipendenza, e di
raccogliersi tutti sotto il Vessillo tricolore Italiano che ora nuo-
vamente sventola vittorioso a lato alle trionfanti insegne di Fran-
cia. Essi, che inviarono dieci mila Volontari all’Armata, quando
il loro Governo impediva in ogni guisa che dessero di piglio
alle Armi, sapranno ora mostrare all’ Europa colla spontaneità
del sacrificio, colla fermezza del proposito, colla concordia del-
l’ azione che sono meritevoli di combattere e di morire per l’Italia.
Essi non vogliono lasciare ai loro figli il turpe retaggio di non
avere concorso cogli altri Italiani al rinnovamento della Patria.
Noi abbiamo quindi invocato la dittatura del leale Re di
Piemonte, e stretti riverenti a lui dintorno, saremo oggi soldati,
per essere domani liberi cittadini.
Sire ! Noi pure al pari degli altri Italiani vi abbiamo com-
preso; le vostre nobili parole colle quali annunziate, che il vostro
prode esercito non si opporrà alla libera manifestazione dei legitti-
mi voti degl’Italiani, vi ha acquistata la nostra eterna riconoscenza.
A Magenta avete vinto il nemico, a Milano avete conquistato
quell’influenza morale che colloca un Principe molto più alto che
sterili conquiste.
Sire ! Questi Paesi, che furono campo di funeste discordie
e di ire di parti, oggi mirabilmente scomparse, hanno diritto
che si prò vegga alla loro salvezza, acciò non si rinnovino le an-
tiche sventure.
Indirizzo a Sua Maestà il Re VITTORIO EMANUELE II.
m SIRE!
A Voi generoso ed impavido RE, che tenete alto il vessillo
raccolto nella sventura e custodito dieci anni, l’Italia guarda
commossa, e confidente Vi segue.
Le Romagne, che da Voi sempre speravano salvezza, esul-
tanti di rompere un silenzio sì lungamente patito, convertono
l’antica voce di dolore in grido di guerra, e invocano la Ditta-
tura della M. V. onde siate duce eziandio de’ loro figli, e vo-
gliate in essi ristaurare le avite virtù militari affinchè abbian
parte col resto d’Italia tanto alle fatiche che alle glorie del co-
mune riscatto.
Ottenuta V indipendenza mercé di Voi e del Magnanimo Vo-
stro Alleato, sarà dato alle nostre popolazioni esprimere quei
legittimi voti che già sono nel cuore di tutti.
Lettera di S. E. il Sig, Conte CAVOUR.
Torino 28 Giugno 1859.
Illustrissimi Signori
SUA MAESTÀ il RE mi ordina di ringraziare le SS. LL.
dell’ indirizzo presentatogli a nome delle popolazioni delle Roma-
gne, nel quale esprimendo il voto della loro fusione col Piemonte
invocano la sua Dittatura. SUA MAESTÀ unicamente preoccu-
pata dal pensiero di liberar l’Italia dal giogo straniero, non
potrebbe accondiscendere ad un atto il quale suscitando com-
plicazioni diplomatiche tenderebbe a rendere più diffìcile l’otte-
nimento di questo scopo. Tuttavia riconoscendo quanto v’ha di
nobile e generoso nel sentimento che spinse questi popoli a con-
correre alla guerra sostenuta per questa grande causa dal Pie-
monte, e dal ¦ suo generoso Alleato l’Imperatore dei Francesi,
SUA MAESTÀ non può rifiutarsi, malgrado il suo profondo
rispetto pel Santo Padre, a prendere sotto la sua direzione le
forze che questi Paesi stanno ordinando e che si dispongono a
mettere al servigio dell’ Indipendenza Italiana, compiendo per
tal modo il doppio ufficio di dirigere il concorso delle Romagne
alla Guerra e d’impedire che il movimento nazionale, dianzi
operato, non degeneri nel disordine e nell’anarchia.
Devo aggiungere che SUA MAESTÀ ha già deliberato di
eleggere per suo Commissario a tal fine il Cav. Massimo d’Azeglio
che accetta l’incarico.
Gradiscano le SS. LL. i sensi della distintissima mia con-
siderazione.
C. CAVOUR.
Tipi Gov. della Volpe e del .Sassi.