Italiani!

ITALIANI!
Il Re Carlo Alberto non può esimersi in faccia al Mondo dalla taccia d’avere ridotte a mal partito , e forse alla ruina le cose d’Italia se non per tradimento , per effetto certamente di una iniqua politica congiunta ad una assoluta incapacità per 1′ alta impresa cui mostrava d’essersi accinto. E per vero ; che ha sa-
puto Egli rispondere ai giusti rim-
proveri fattigli dai deputati di Geno-
va? Essere egli stato costretto di ce-
dere , attesa la inferiorità delle sue
forze avendo l’inimico straordinaria-
mente ingrossate le proprie , ed es-
fndo egli rimasto solo nell’ impresa.
a, io dico, perchè lasciasti aperti
i passi al nemico? A che perdesti
tanto tempo e denaro intorno alle
mura di Mantova, e di Verona men-
tre il Teatro della guerra era nella
Venezia? Colui che intende guardar-
si dai ladri, che fa ? Chiude le por-
te. Sei rimasto solo? E perchè adun-
que non facesti sul bel principio un
appello ai Popoli ? Ma nò ; che in-
vece temendo tu, per regia politica ,
quello slancio nazionale che dappri-
ma nei popoli d’Italia si sviluppò ,
cercasti d’attutarlo , ed anzi di spe-
gnerlo affatto ! L’ avere tu abbando-
nata la Venezia , ed esposti al fer-
ro , ed al massacro dei barbari la
città, gli abitanti e le poche forze
che ivi combattevano con valore di
cui non v’ ha pari ; l’avere tu, per
tal modo, costretta indirettamente
Ja Venezia alla così detta fusione,
dopo che con raggiri infami avevi ot-
tenuta quella della Lombardia , non
basta forse a svelare al mondo la tua
iniqua Politica? Maledizione a chi
fidò e fida nei Sovrani ! Iniqui ! Chi
lesse la storia apprende a conoscervi
non senza fremere d’ orrore, e con-
cepire contro di Voi un odio impla-
cabile. Italiani! Uno dei vostri mag-
giori nemici si è la così detta diplo-
mazia la quale ha per base di con-
siderare gli uomini al par delle cose.
La prova irrefragabile di questo ve-
ro sta nei trattati ! Ma finché vi sa-
ranno Sovrani vi sarà la diplomazia ,
ossia gli uomini saranno schiavi an-
zi il trastullo di pochi sciagurati.
Le Costituzioni si risolvano in sostan-
za in una scena teatrale. Abbiatene
un’esempio in Carlo X , in Luigi Fi-
lippo , nei Ferdinandi di Napoli, nel-
lo stato miserando della Spagna , e
del Portogallo. Abbasso, per dio, i
Re ; e noi saremo uniti, e quindi
forti. Per ben riescire in una guerra
d’indipendenza necessita V ardor na-
zionale } f unione, la celerità ? con-
dizioni tutte che mancano , e man-
caranno mai sempre, ove non cessi
1′ attuai stato di cose.
Il pretendere che i nostri Sovrani
d’Italia si costituiscano in lega per
la difesa della causa della nostra in-
dipendenza è una vera utopia; im-
perocché la collisione degl’ interessi
reciproci li distoglie necessariamente
dall’ impresa. Arroge , che r= inter
malos infida societas ? / ed il Bor-
bone , e qualche altro Principe d’ I-
talia non sono per certo fior di ga-
lantuomini.
Volete , o fratelli, che la nostra
Santa Causa trionfi ? Poniamo in ope-
ra i mezzi corrispondenti all’ alto fi-
ne ; 1′ unione , cioè , 1′ ardor nazio-
nale, la celerità , la costanza , la fer-
mezza. Ad ottenere questi mezzi, e
specialmente l’unione, è indispensa-
bile il togliere via gli ostacoli, cioè
gli oggetti che ci tengono divisi, e
paralizzano tutti i nostri sforzi ; che
è quanto dire; è indispensabile i.°
lo scacciare i Sovrani, ed il porre
in uno stato di sospensione tutti i
partiti col creare in Italia tanti Go-
verni Provvisorj facendo però d’uno
d’essi centro principale. 2.° Rimette-
re a fine di guerra ad una dieta
nazionale la facoltà di scegliere quel-
la forma di Governo che verrà co-
nosciuta la più idonea a conservare
la Nazionalità, la quiete, e la in-
dipendenza d’Italia. Pensate , o Ita-
liani , che noi siamo ora, pur trop-
po , ridotti alla necessità di ricorre-
re al soccorso della Francia ; ma que-
sta non interverrà al certo ( opponen-
dosi eziandio l’Inghilterra , siccome
il Re Carlo Alberto fece conoscere
ai deputati di Genova ) se non a con-
dizione che sia chiamata legalmente,
se non da tutta, dalla maggior par-
te almeno d’Italia. I nostri Principi
non solo non richiamano la Francia,
ma non la vogliono perchè vogliono
i Tedeschi / ed ecco che nei Princi-
pi stessi troviamo eziandio questo o-
stacolo che, nelle attuali circostan-
ze , è principalissimo.
Italiani ! Non so se dica bene ; cer-
to , che le mie parole sono partite
dal fondo del mio cuore , dalla più.
intima convinzione. Siane prova l’a-
vere io firmato il presente scritto.
Bologna 17 Agosto 1848
Federico dott. Venturini
Tifi VILLE XVSX

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Estremi cronologici: 1848 agosto 17
Segnatura definitiva: MRI0576
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 29,5X20 cm
Colore: bianco e nero
Autore: Venturini Federico
Tipografo (ente): Tipografia delle Muse
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data e luogo di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: Il Re Carlo Alberto non può esimersi in faccia al Mondo dalla taccia d'avere ridotte a mal partito...
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