Intorno al prestito forzoso. Discorso ai ricchi

Repubblica Romana
INTORNO AL PRESTITO FORZOSO
DISCORSO AI RICCHI
Dichiaro innanzi tratto di parlare soltanto ai pochi di questa classe doviziosa, i quali avversano allo stato
presente di cose e al prestito forzoso, mentre la mag-
gior parte di essa sente italianamente, ed è pronta a
sussidiare il Governo nei presenti urgentissimi bisogni.
A voi pertanto io dirò per primo, che fate ufficio di
pessimi Cittadini rifiutandovi di concorrere alla straor-
dinaria imposta destinata in massima pavte alla forma-
zione dell’ esercito rivendicatore della nostra indipen-
denza. E tanto maggiormente siete redarguibili, in quan-
to vi adoprate palesemente con tutte le vostre forze a
paralizzare 1′ opera del Governo, ed a gettar semi di
discordia civile col togliere il numerario alla circolazio-
ne, col niegar lavoro agli artigiani, e col persuadere
a questi ed ai Coloni, che la Repubblica estorce il da-
naro ai ricchi per costringere i poveri a militare in una
sacrilega guerra contro il legittimo Sovrano e Capo del-
la Cattolica Chiesa. Ma il buon senso del popolo ren-
derà vane e prive di effetto le vostre mene, ed abbia-
tene intanto una evidente prova nella perfetta quiete
che regna in questa Provincia, benché gli Operai siano
in gran parte disoccupati, e sia loro tolta presso che
ogni occasione di onesto guadagno.
Ma se le vostre male arti giungessero per avven-
tura a pervertire questo buon popolo, e ad operare un
moto reazionario, credereste voi forse di aver guada-
gnato la partita? Disingannatevi, sciagurati; rammenta-
te i fatti lagrimevoli dello scorso Settembre, e ditemi
se di nuovo rotto il freno alle passioni di una plebe se-
dotta, si limiterebbe questa a fare scopo delle sue ven-
dette i satelliti della Polizia, ei Custodi delle Carceri,
o non piuttosto invaderebbe le vostre case, dove 1’al-
letterebbe la prospettiva di un ricco e sicuro bottino?
Voi nel Settembre lasciaste deserti i vostri Palazzi, e
fuggiste dinanzi a quella Plebe, che ora spingete al de-
litto e alla ribellione : me se ciò dovesse di nuovo av-
verarsi, reputereste più sicure le vostre persone di quel-
lo che allora lo fossero ? 0 credete voi, che il Gover-
no procaccerebbe alla vostra salvezza, quel Governo
che avete negletto , tradito , e coi più vili maneggi ten-
tato di rovesciare ? Il Governo non potrebbe allora re-
spingervi con isdegno, e lasciarvi trangugiare fino alla
feccia il calice amaro, che voi gli avevate destinato?
Voi allegate a pretesto, che la nascente Repubblica
non vi presenta alcuna garanzìa per la restituzione a suo
tempo delle somme che vi chiede a prestanza: ma è facile
convincervi, che avete torto anche per questa parte. Im-
perocché , o avverrà una ristorazione, che il Cielo ce ne
scampi, o non avverrà: nel primo caso, io vi chiedo,
perchè il Governo che subentrerebbe, fosse pur quello
del vostro Radetzky, e dei vostri diletti Croati, non ri-
conoscerebbe questo debito dello stato? se aveste offerto
spontanei questo danaro alla Repubblica, convengo che
il nuovo reggimento potrebbe ricusare di restituirvelo in
pena di avere aderito al presente ordine di cose: ma po-
scia che siete costretti da una Legge a fare tale sborso,
sarebbe una perfidia incomportabile il non riconoscerlo:
e come il nuovo Governo esigerebbe le tasse in corso
benché imposte dall’ attuale regime, così non avrebbe
ragione per non pagaie i debiti da questo contratti, e
li pagherebbe. La politica poi di un Governo novella-
mente instituito vuole che esso si faccia il minor numero
possibile di nemici, onde meglio e più presto consoli-
darsi : è quindi fuori d’ ogni verosimiglianza, che quel
Governo volesse negare la restituzione del prestito for-
zoso , con che si renderebbe avversa la classe facoltosa
della popolazione, che forma il migliore appoggio del
potere, e che avrebbe tanto interesse di farsi benevola e
aderente. Se poi non avverrà ristorazione alcuna, e se
Iddio vorrà libero finalmente questo beatissimo suolo
italiano dalla tedesca rabbia che lo affligge ed ammorba
da tanti anni, non potrete dubitare menomamente della
restituzione del vostro danaro , sia che 1′ Italia Centrale
prosegua sempre a reggersi a Repubblica, o che sia de-
stinata a formar parte del Regno dell’ alta Italia, o che
adotti qualsivoglia altra forma di reggimento.
Convenite dunque, se volete essere di buona le-
de , che in qualunque ipotesi il vostro oro non corre
pericolo affidandolo alla Repubblica, e che un giorno
lo riavrete intero unitamente agi’ interessi. Ma figuria-
moci la stranissima ipotesi, che dovesse andare perdu-
to : questa perdita sarebbe ben lungi dal cagionare la
vostra rovina, mentre in sostanza non si tratta che del
sagrificio di una parte delle rendite di un anno ; e se
in questo breve periodo di tempo doveste per avventu-
ra imporvi qualche tenue privazione in vantaggio del-
la vostra patria, io trovo che sarà un ben leggero in-
commodo a confronto dei compensi che godrete in pro-
gresso di tempo, quando 1′ edificio della politica nostra
rigenerazione sarà portato al suo compimento.
Oltre che vorrete voi essere designati presso T uni-
versale come nemici del vostro paese, che tale certa-
mente è chi nega soccorrerlo nelle sue bisogna, e ve-
dere i vostri nomi esposti alla maledizione di tutto un
popolo, il quale vi accuserebbe sempre di aver tradi-
to la sua causa, e vi renderebbe solidarii delle conse-
guenze che potessero avvenirne?
I popoli che hanno rivendicato la propria indipen-
denza, l’ottennero solamente a prezzo della più eroica
abnegazione, ed esposero volonterosi a perdita quasi
certa le sostanze e le vite loro : mirate eli sforzi fatti
dalla Grecia, dal Belgio, dalla Polonia per emancipar-
si, e ditemi se i Cittadini di quelle contrade erano ani-
mati da sensi simili ai vostri. Mirate 1′ eroismo dei Lit-
ta e dei Borromei nella Capitale Lombarda, ed arros-
site della vergognosa vostra dappocaggine.
D’ altra parte, mentre molti vostri concittadini
consagrano le loro vite alla salvezza della Patria, voi
negherete sovvenirla di poco oro, unico sagrificio che
essa vi domanda? Una delle due, o darlo alla patria
per liberarla, o darlo al Nemico per farla schiava. Con-
pariva 1′ austriaco ladrone nell’ Agosto alle porte di Bo-
logna , e chiedeva danaro, ed ostaggi di primarii Cit-
tadini; comparve alle porte di Ferrara nello scorso
Febbraio, e volle danaro ed ostaggi. Adoperatevi af-
finchè torni una terza volta, e vedrete se si contente-
rà di chiedervi una parte delle rendite di un Anno;
esso vi rapirà le vostre richezze, e s’ impadronirà del-
le vostre persone. ? Decidete.
Avv. Giacomo Marenghi.
Tipi delle Muse.

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Estremi cronologici: [1849 marzo 15]
Segnatura definitiva: MRI0290
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 40X29 cm
Colore: bianco e nero
Autore: Marenghi Giacomo
Tipografo (ente): Tipografia delle Muse
Lingua della documentazione: italiano
Note: In testa: Repubblica romana. Nota manoscritta sul verso del manifesto: Li 15 marzo 1849.
Descrizione del contenuto: Incipit: Dichiaro innanzi tratto di parlare soltanto ai pochi di questa classe doviziosa, i quali avversano allo stato presente di cose e al prestito forzoso...
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