Il generale Zucchi
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IL GENERALE ZUCCHI
L’onorata carriera dello Zucchi sino al 1814 è divenuta retaggio della storia. Della sua condotta nel
31 lasciamo giudici i Romagnuoli; noi parleremo solo dell’assedio di Palmanova, come testimoni oculari di
fatti, cui partecipammo, e rimettendone la decisione a coscienziosi lettori; perche è tempo finalmente che
T Italia conosca, e guardi a quali mani affida i suoi destini.
Cacciati gli Austriaci da Palmanova per la defezione delle truppe italiane e pel coraggio degli abitanti,
lo Zucchine assunse il comando. La Repubblica veneta gii profferse il grado di generalissimo, ed egli se ne
cansìr, dicendo, che cercava solo la sua quiete; rifiutò poscia ostinatamente i dispacci presentatigli a nome
della medesima dal Crociato ingegnere Zudenigo, asserendo, ch’egli non riconosceva il governo di Venezia;
in questo frattempo però ottenne 120 artiglieri dal re Sabaudo; da quel momento lo Zucchi non fu più desso: i più veggenti dissero perduta Palmanova, e pur troppo lo fu.
Già il nemico ingrossava all’ Isonzo. Che fece lo Zucchi? Non prese misura alcuna degna della sua fama, e pari alle circostanze. Non approfittò dell’insurrezione, non vettovagliò Palmanova, anzi impedì l’entrata a molti del contado, che con buoi e con carra di viveri fuggivano l’eccidio portato dalle orde austriache; trascurò di fare a tempo eseguire la spianata, per cui una folta campagna circondava la fortezza, e
lasciava adito al nemico d’ avvicinarsi nascosto fin sotto le lunette.
Nel sabbato santo ai 22 Aprile Udine capitolava. Nella seconda festa di Pasqua, il 24, V avvocato Biliani compariva in Palmanova, e presentavasi allo Zucchi in compagnia d’un ufficiale austriaco. Introdotto in
sua casa, ebbe luogo una lunga conferenza, effetto della quale fu, ch’egli accettava un brevetto di fuga,
o salvacondotto austriaco col titolo di barone della Vigna. Ma fu impedito dalla Modena, eroina di patria carità, e più che altro da una minacciosa dimostrazione dei Crociati Veneziani e dal popolo: nullameno più
tardi, approfittando della notte, cercava di effettuare la fuga; ma gli falli l’intento , perchè accortosene
P animoso popolano Giuseppe Gos, guardia civica, si avventò a’cavalli già attaccati alla carrozza, e facendo rumore, accorsero i Crociati, che resero vano il tentativo.
Un mese dopo, verso la fine di Maggio si trattò nuovamente della dedizione, a tal fine si convocò il
Consiglio comunale; ma anche allora i Crociati e il popolo penetrando a mano armata nella sala impedirono la cosa. Ed appunto in questo primo mese di blocco, invece di requisire tosto e mettere a razione e
popolo e milizia, si permise uno scialacquo di viveri e di vino tale, che Palmanova sembrava non già una
piazza bloccala, ma un baccanale; e durante tutto l’assedio si lasciò correre uua serie di disgusti, d> imprevidenze e d’inconvenienti capaci di produrre i piti tristi effetti; il nemico era al fatto d’ogni cosa no-
stra, la più minuta, e troppo disse anche ai meno accorti il feroce insulto inaudito nelle storie: bombardavano Palma, e la bombardavano a suono di musica. In ogni occasione un po’grave il Generale mostrò
un amore della vita soverchio, ed un timore indegno d’un veterano di Napoleone. Con quasi 5000 tra
soldati di linea, civici e crociati non fece, dopo chiusa la fortezza, che due ricognizioni sotto Silva eoa
450 regolari circa e 50 crociati; Pallia al Molino con altri 50 Crociati e 9 di linea.
Finalmente avvenne ai 25 di Giugno la dedizione, che potevasi prolungare d’un mese e più, tratti
in inganno tre giorni prima con mi proclama bellicoso e Popolo e Crociati. 11 modo con cui venne condotta, e i patti vergognosi della medesima parlano da se. La capitolazione fu stipulata in onta a viveri sufficienti ancora per molto tempo, e a munizioni di guerra abbondanti; perchè v’era ancora un milione di
cartatucce e dieci mila cariche da cannone. Notisi poi, che in ogni circostnza si mostrò scaltro e fervido
maneggiatore della resa, assediando di continuo lo Zucchi, il Cav. Cuggia, capitino degli artiglieri Sardi,
ben diverso dall’ottimo Serra, il quale colle lagrime agii occhi protestava contro la medesima: se poi lo
facesse o per proprio avviso, o per istruzioni avute, noi sappiamo.
Ecco la breve storia dell1 assedio di Palma, della cui verità ci rendiamo garanti iu faccia a chiuque,
pronti se richiesti a darne le prove, e dettagli più evidenti raccolti da parecchi, eira gli altri dal crociato Savorgnan. A noi duole che lo Zucchi, il quale s’era acquistato un nome pugnando per la gloria di un
grand’ uomo, e per lo straniero, sia stato poi minore della sua fama, combattendo per l’Italia, e per la
libertà. A noi duole, che egli, il quale in Palma anelava incesantemente la quiete privata, assumesse poscia in Milano una gravissima malleveria, e infine il portafoglio di Roma colla solidarietà del ministero
Bossi; ed ora ci duole d’intendere, che egli sia nell’eroica ed italiauissma Bologna a capo della reazione,
la quale volendo , o non volendo serve a perpetuare l’Austria in Italia.
Ma qualunque sia stato lo Zucchi, o debole, o sedotto o infermo per gli anni e pei dolori patiti, noi
non vogliamo aggravare la sua canizie: noi desideriamo solo eh’ egli si ritiri dalla soma degli affari, cui
non può più bastare, e lo desideriamo pel suo onore e pel bene d’ Italia.
Venezia 7 Dicembre 1848.
I Crociati Veneziani a nome loro e de’ loro compagni
BRAGADIN – VALUSSI – GOS – ZUDENIGO – FAMBRI – CORTEZ – CAONERO – SPANIO – VENTURA – MISSANA – CERIANI ~ SAVORGNAN
Bologna Tip. Bortolotti dai Celestini.