I fanciulli giganti
I FANCIULLI GIGANTI
Non è il vostro splendore di talco, o Grandi dello stato,
non la vostra burbanza o dotti inarii piagnoni, non la vostre causticità o ricchi
usurai che mi tende titubante di approssimarmi, a
voi, no; ma la folta caligine che vi circonda è quel-
la che mi fa temere che la mia vista ne possa re-
stare offesa. Nullameno io vi amo di tale e tanto
sviscerato amore che appena posso adorare per voi
qualche pericolo, che correrei tramezzo il fuoco
per rendervene avvertiti; figuratevi poi adesso che
la mia debole immaginazione già mi vi dipinge
come sarete tra poco tutti erranti spolpati e scor-
bacchiali. Misericordia! mi sento venir la pelle d’
oca. Tdite dunque che io vi dirò presto tutto quel-
lo che so Che notizia! Glie notizia! Sappiate Si-
guori miei, che vi sono dei fanciulli, alcuni nati
da pochi giorni, altri da pochi mesi, ed altri da
pochi auni , i quali sono divenuti tanti giganti !
Voi stabiliate. Voi che essendo potenti vi crede-
vate i più grandi di lutti. Mi duole ildirvelo ma
tati e Carlo Alberto che per mantenere le promes-
se non e’ è l’ eguale li ha ricondotti bravamente
all’ ordine facendo loro rioccupare tutta quella par-
te della Lombaidia che avevano disertato. Che
meno ancora dobbiamo loro muovere guerra per-
chè il Papa che è infallibile e gli altri Principi
vogliono continuare a serbarsi quello che hanno
di suo e di non suo, e che lo stata quo di tut-
ta Italia è quanto mai si possa desiderare di lieto
su questa terra; che iafiiie tutti i Ministri pel
loro patriotismo meriterebbero di vivere ( in qual
luogo non lo so) la vita del quondam Malusateti).
Ma baie! baie! è tutto fiato sprecato: dopo avere
bene martellato non si giunge a far loro capire
un acca di tutto questo. Essi arricciano il naso,
s’ imbestialiscono e non sanno che gridare : TNoi
non sappiamo di principi, di divisioni, di trattati;
noi vogliamo eguaglianza per tutta, 1′ Italia una
sola, Indipendente ! e i Tedeschi se vogliono siaie
in Lombardia vi stiano, ma morti ; se vogliono
vivere vadano in Germania, altrimenti guerra,
guerra, guerra. Ecco quello che noi teniamo in
mente, questo e non altro! Rispondeteci vio signori
Miuislri e Dottrinari. E voi o Epuloni che qup-
slo globo sublunare ingombrate cotanto credete di
andare esenti dai loro motteggi? Udite die d scorsi
essi fauno: dicono che voi tivete molli q’ialtriui,
ed essi sono spellacchiati, che pelò quei quatti ini
non sono tutti vosiri, ma che li accuu>ui-s;e ci
sudore delle loio fronti. Alcuni dicono: Io fab-
bricai molte case e non ho una stanza da ricoviai-
tni : io vestii centinaia e centinaia d’ individui , e
vado lacero e non ho di r.he ripararmi dal freddo.
Io ho curve le spalle perciiè trasportai migliaia di
sacca di grano e talvolta non ho un pezzo di pane
da sfamate me e la mia famiglia ,? e via di seguito
tutti gli altri. Concludono poscia ( udite questa
conclusione e ridete di cuore se lo potete ) che
voi che non aprile i vostri scrigni per cooperare
alla gu-rra dell’Indipendenza, die li teuete tut-
t’ora chiusi per prolungar la pace, oppure che
limereste piuttosto un milione a Rudetzky anzi-
ché un soldo a Venezia, dicono e furto veli ! che
non aspetteiete 1″ anno del giubileo per picchiarvi
la coscienza, ma che fra non mollo per amore o
per forza rimedierete al passato. Come vedete sono
discoisi da pazzi, che se dicessero sul sesio vi sareb-
be di che inorile d’ un accidente. Voi peiò, non
io; perchè io sono un collaboratole del Calambrone,
per conseguenza a buon inleuditor ec. Ma voi Mini-
stri, voi Dottrinari, voi ricchi vi seivirete dell’
avviso.’
( dal Calambrone. )
Bologna 1848. Tip. Bortolottl dai Celestini.