Gio. Batista Parretti per la grazia di Dio e della S. Sede apostolica Arcivescovo di Pisa…

PIUMATE Di:LLE JSOLK DI CORSICA K SA B DEGNA lll^^W^II !:n IN ESSE LEGATO NATO
DELLA SANTITÀ IH MOSTRO SIGNORE flil |- MS. IMO PAPA IX.
PRELATO DOMESTICO ED ASSISTENTE AL SOGLIO PONTIFICIO EC.
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Al Venerabil Clero ed amatissimo Popolo della Cina e Diocesi
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salute, benedizione, e gaudio nel Signore.
Un giorno chiaro e sereno suol compensare assai largamente nel suo giro benefico quei dì torbidi e foschi, che tramontarono. Il giubbilo
di una madre, allorché ha dato un nuovo nato all’ umano famiglia, le
fa dimenticar per l’affitto i dolori e le p.me, cui dovette già soppor-
tare nel partorirlo. Espressioni so ti queste, carissimi Fratelli e Figli,
questi sono dettati, che apertamente leggonsi nei Libri Santi. Ora al-
trettanto noi pure siamo quest’ oggi in obbligo di ridire a noi stessi, in
vedendo approssimarsi quel fausto dì di letizia e di gaudio, destinalo a
compensare questo buon Popolo della tribolazione e dello spavento , che
uà anno fa lo colpì per la memoranda e terribile scossa, che provò su
i cardini suoi la terra, tanto qui fra di noi, che nei nostri sì ridenti ed
ameni dintorni.
Le tristezze infitti di queir infausta giornata , grazie alla divina
bontà, e alla prolezione di quella Vergine potentissima, che i fedeli
sempre invocano con una fiducia senza confine, perché la riconoscono
Consolatrice dell’ afflizione, e pietosa Dispensatrice di larghe benedizioni
celesti, se ne passarono} lasciando solo scolpito profondamente (in d’al-
lora nel cuor di tutti il bisogno ed il debito insieme di attestare ad
Essa il sentimento prezioso ed onorevole di una riconoscenza indelebile,
sempiterna. Il Popolo perciò quasi tutto come accorse in quel dì, pieno
di fervore e di fede, a pie dell’Altare, su cui si venera nel nostro
Tempio Maggiore la sacra ed angusta Immagine di MA HI A, custode
amorosa dei nostri giorni; per implorare dall’ invocato suo nome assi-
stenza e pietà: così fin da quel giorno medesimo pronunziò altamente
il suo desiderio vivo ed ardente, perchè ad argumento di gratitudine
per si efficace e benefica clientela Le si cingesse solennemente la fronte
di quelP aurea Corona, che il Capitolo Vaticano ò uso di concedere a
qu. He Immagini , che per fama di prodigj e di grazie, e per segnalata
devozione di popoli si acquistarono una speciale pubblica venerazione.
Né questo voto di grazia e di salute, suggeritogli dalla sua pietà,
se ne andò fallilo.
Oggi infatti Noi siam lieti d’ annunziare alla nostra amata Città e
Diocesi, clic previe le benigne concessioni accordateci dal Venerabil Ca-
pitolo di 8. Pietro iti Vaticano, contenute nel Decreto segnato del dì
12. Luglio dal Segretario Capitolare .Canonico di quella sacrosanta Ba-
silica Patriarcale, il sacro luto sarà colla debita Solennità religiosamente
compiuto nel giorno stesso, in cui V anno già scorso tutti noi piangeva-
ino, tremanti e inorriditi per lo spavento, sul pericolo, che ci minac-
ciava di mina e di morte. Perciocché se da quello noi ne fummo mi-
sericordiosamente campati, ed a chi, se non al valido patrocinio di MaHIA,
se ne attribuì unanimemente, e ad una voce, lo scampo? Giusto era
adunque , che la vostra pietà ne rendesse pubblico omaggio di gratitu-
dine tra i cantici di laude e di benedizione a Colei, clic ogni volta da
i
voi invocata vi si mostrò, per materna prolezione amorosa, pronta a
vegliare su le vostre sorli, ed a condurle felicemente alla santità del de-
siato lor line. Quindi Noi ora godiamo di potervi avvisare che queste
sacre funzioni saranno eseguite con religiosa pompa nei giorni 15. li.
e 15. del corrente mese d’Agosto.
Le precederà un Triduo di devozione e di raccoglimento, a (ine di
preparare gli animi a celebrarle con finito. Vi sarà perciò nella nostra
Chiesa Primaziale ogni sera verso le ore (J. un discorso morale adattato
all’istruzione del popolo} e recitate quindi le opportune preghiere, vi
si darà coli* Augustissimo SACRAMENTO la Benedizione.
E per annunziare al pubblico tanta solennità, sono invitati frattanto
tutti i Superiori delle Chiese, tanto urbane che suburbane, a far suo-
nare dopo 1′ Ave Maria della sera, nei giorni 10. II. e 12. dello
stesso mese, la Campana Maggiore per uiezz o/a, e per altra mezz’ora,
tutte 1′ altre insieme a modo di lèsta : lo che sarà dipoi ripetuto in tem-
po dello scuoprimento della venerabile Immagine di MAHIA SANTIS-
SIMA nel dì 13.; in tempo dell’ Incoronazione nel dì li.} e in tempo
della Processione nel dì 15.
Nel dì primo poi della Festa solenne, all’ ora di Vespro, si scuo-
prirà colle consuete formalità ceremoniali la veneranda Immagine, e si
trasferirà, secondo il solito, processionahnente nel Coro. Nel giorno suc-
cessivo inoltre, cantata dopo la consueta Lfìzialura corale la Messa Pon-
tilicale, nel qual tempo sarà recitata un Orazione analoga alla circostan-
za, si farà la solenne Incoronazione della VERGINE SANTISSIMA, giù-
sta il prescritto del Rituale Vaticano, già trasmessoci da quel Reveren-
dissimo Capitolo} e nell’ore pomeridiane saranno celebrati coli’ istessa
Solennità del giorno precedente i Vespri di quella Festività. Quindi nel
terzo giorno sarà di nuovo cantata pontificalmente la S. Messa} dopo
il Vangelo della medesima sarà recitato il Panegirico di questa Regina
di tutti i Santi; e, pubblicata Y Indulgenza Plenaria, sarà dipoi data al

V
popolo la Benedizione Papale. Terminati in ultimo i Vespri parimente
pontificali sarà portata Y Augusta Immagine processionahnente per la
Città, e colla benedizione posto il line a questa memoranda Funzione.
Nel corso poi di tutto il solenne Triduo, in cui Maria starà espo-
sta alla devozione dei fedeli, tutte le Corporazioni, sieno Ecclesiastiche,
Steno Laicali, interverranno, come è solito di praticarsi in tali occasio-
ni, nel!1 ora a ciascheduna assegnata a recitare d’ avanti ad Essa le con-
suete preghiere, e nell’ ultimo giorno a decorare la Processione solenne.
Né mancherà a decoro maggiore della Festa Y assistenza del Ma-
gnifieo Magistrato, preseduto da S. E. il Sig. Governatore della Città e
Provincia, e di tutte le altre Autorità sì Civili , che Militari, giusta il
costume.
Ma e a che mai gioverebbero, Fratelli e Figli carissimi, siffatte fe-
stive dimostrazioni di giubbilò e di esultanza, a che tante solenni signi-
ficazioni di letizia e di gaudio, benché testimonio di animo grato e ri-
conoscente pei benelìzj ottenuti dal Divin Creatore e Conservatore del-
l’ Universo, mercè i meriti e le preghiere di questa beata ed eletta Donna,
con cui il Signore fa sempre fin da quando, movendo i suoi passi su i
confini dell’ abisso, gittava i fondamenti della terra , e la librava su i
proprj suoi cardini, perchè ordinata da Dio stesso nei secoli eterni co-
me primogenita di tutte le creature, e con cui Egli è, e sarà in seni-
pi terno} a che mai gioverebbero, Noi vi dicevamo, se non fossero infor-
mate dallo spirito di una schietta divozione liliale, che vi guidasse co-
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staniemente ad invocarla, ad amarla, e ^d imitarla? Ah ! non sareb”
bero, se non feste e solennità simili a quelle, che il Profèta Malachia
rimproverò un dì nel nome di Dio d’Israello ai figli della Tribù di Levi
come ricoperte d’ignominia e di obbrobrio, né punto degne dello sguàr-
do e del beneplacito del Signore, perchè non ordinate e condotta «««¦
eondo lo spirito, che dee animare tutte le cose sante.
Chiunque perciò dei suoi divoti si propone di assidersi all’ombra
di questo eccelso Cedro del Libano, e di questa eletta Palina di Cades,
per difèndersi dagli ardori di passioni troppo vive e cocenti, o per ri-
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posarsi dai faticosi esercizj di una vita di tribolazione e di affanno , vi
troverà sempre a proteggerlo un rezzo ospitale ed amico, purché però
serbando nel seno un cuore temperato e disposto ai benelizj di sì pre-
ziosa clientela, vi racchiuda insieme il sentimento di una contrizione ve-
race sul vitupero delle passate sue colpe. È questo, dilettissimi, Y unico
mezzo d’invocare a nostro prò fruttuosamente Maria, e di interessarla
ad intercedere un sovveniinento alle nostre necessità, e ai nostri travia-
menti il perdono.
Né vi sia tra di voi» carissimi Fratelli e Figli, chi si dia per av-
ventura a credere che basti per dichiarare il suo tenero e rispettoso a-
niore a Maria, gloria e decoro del Carmelo e di Saron, il dirigerle un
qualche saluto , ancorché quotidiano, chiamandola affettuosamente colle
parole di Gabbriello piena di grazia , benedetta tra tutte le donne , o
con quelle della Chiesa suo rifugio e sua speranza per le varie vicende
della propria vita in questa valle di lacrime, come lo dirigeva un dì
anche il popolo di Giuda alla sua Esther, e quel di Betulia alla sua Giu-
ditta, senza poi darsi cura di rispettare e di religiosamente obbedire a
quella legge, che Dio stesso, indirizzandola ad Israello, dettò dalle vette
del Sinai a Mosè, e che Gesù Cristo, Redentore del genere umano, con-
fermò poi nel divino suo codice della santificazione e della salute. Ah !
signiiìcaziont siffatte, lungi dall’ incontrare Y aggradimento deli* augusta
Madre di Dio, attirerebbero invece sul capo di siffatti sconsigliati devgti
lo stesso rimproccio, clic scaricò il Profeta Isaia sul Popolo d’ Israele,
dicendogli con amare parole, che esso onorava il Signore soltanto col
facile articolar delle labbra, mentre il suo cuore, perduto dietro a vane
illusioni, era allatto vuoto di sincero amore per lui. No: 1′ Arca del
Testamento non può trovarsi mai insieme nel tabernacolo stesso, e sotto
la stessa tenda, in cui vi alberghi, come un giorno in Azoto, 1′ idolo di
Datone. – i
o
Una dimostrazione pertanto evidente e solenne di tenera riverenza e
di ossequio verso questa santa ed eccelsa Donna, eletta tra mille ad essere
insieme V ergine e Madre del Divin Verbo, è quella, che si propone di
imitare più e meglio che fìa possibile le tante sì preclare e celesti virtù,
di cui Essa era stata dalla grazia dello Spirito santifìcatore ripiena. Ini-
perocché il contrassegno men dubbio di devozione e di amore principal-
niente consiste nello studio operoso e incessante di conformare la propria
mente ed il proprio cuore ai sentimenti ed al carattere della persona
amata. E come dunque, ciò posto, potrebbe dimostrar riverenza ed amore
alla più pura ed immacolata delle Vergini, tra quante mai figliuole di
Eva ne visser finora, chi invece di sentire orrore per certi sozzi misterj
di libertinaggio e di corruzione, spenda con procace licenza i giorni e
la vita nell’ eccitare la carne a ribellione contro lo spirito, e nclF ac-
costare inebriato di voluttà svergognatamente, per dirlo colle parole di
S. Giovanni, le sue labbra al calice della prostituzione? Ah! non si
può amare, carissimi Fratelli e Figli, sinceramente Maria, figurata nel
candido giglio, che spuntò tra le spine, e nella colomba, che spedita da
Noè fuori dell’ Arca non raccolse il suo volo, né posò mai il suo pie su
Y alta cima di un albero, né su la punta prominente di un sasso, perchè
imbrattati sì I’ uno che Y altro del fango, che vi avevano depositato le
acque del Diluvio, e che per non macchiare il candore di sue penne se
ne ritornò sollecita all’Arca, d’onde era uscita, ah! noti si può amare,
vi dicevamo, Maria, senza chiudere in petto un cuore intemerato e
puro, e nella mente pensieri santi, casti, ed onesti !
E sarebbe ella in fine prova di riverenza e di amore verso questa
umile e semplice Verginella di Nazzaret, chiamata dagli arcani e profondi
consigli di Provvidenza a schiacciare col suo pie la testa orgogliosa di
quello scaltro ed iniquo serpente, avversario irrequieto di ogni nostro
bene, il nutrire follemente nel seno sentimenti di alterigia e di traco-
? -,
tanza, sprezzando sconsigliatamente Y avviso del Signore, che si protesta
per la bocca del Profeta di inaridire la radice dei superbi, e di piantar-
vi invece quella degli umili: e non valutando per nulla il terribile esem-
pio della caduta del superbo Aman, e l’esaltazione di Mardocheo?
No : non si riverisce, né si ama l’umile Ancella del Signore, già simbo-
leggiata nei libri santi nell’ umil nardo, e nel cinnamomo, nel fonte sug-
gellato, e nell’orto ben chiuso, da coloro, che tìgli non degeneri di
quella disobbedienza orgogliosa, the fu la prima ad oltraggiare la divina
giustizia, insultano iniquamente altrui per superbia, che è radice di tutti
mali, e conculcano per tasto di prepotenza i piccoli e i deboli, quasi che
tuli. «or. fiiamo nati tl^Uq stesso padre, e non siamo per natura e per
grazia tutti fra noi vicendevolmente fratelli. Eppure e scritto nel divino
Volume, che il Signore sbalza dal seggio i potenti, ed esalta gli umili ;
>
eppure tutti ben sanno, the i fulmini del cielo percuotono quasi sempre
le cime delle querci più eccelse, e risparmiano le pianticelle dell’ umile
issopo, che nasce in basso piano, o tra gli screpoli di negletta ed ab-
bandonata muraglia.
Deh ! sia dunque, Fratelli e Figli dilettissimi, per tutti noi questa
splendida festività argumento di esultazione e di gaudio per 1′ accresci-
mento accidentale di gloria, procurato dalla vostra pietà a questa Ver-
gine Santa, mirabile per somma clemenza e per indicibil potere} ma sia
pur anche eccitamenlo insieme e principio di una devozione sincera, fon-
data principalmente su l’invariabile proponimento di darsi senza ritardo
all’ imitazione delle tante sue sì rare e sì belle virtù. Laonde penetrati
dalla santità di cosiffatti religiosissimi sentimenti portate pure ferma-
mente fede, che voi ve La renderete per tal guisa costantemente Pro-
teggitrice speciale, e pronta Avvocata presso il Trono eterno dell’On-
nipotonte. Altrimenti a qual prò riuscirebbe il vantarsi, nell’occasione
di fregiarle la fronte di un’aurea Corona, di starvene volentieri raccol-
ti vsotto la sua tutela} Y invocarla propizia nelle vostre disavventure} e
lo sperarla soccorso nella miseria, conforto nella pusillanimità , sostegno
e consolazione nella debolezza e nel pianto?
Ah ! Maria ! Tu, che più volte per somma tua benignità salvasti
Pisa da gravi ed imminenti sciagure, piegando a clemenza il giusto sde-
gno di Dio: Tu, che la salvasti, non è scorso ancora un anno, moven-
doti per le sue preghiere a pietà, dalle terribili conseguenze di uno spa-
ventoso e memorabile terremoto, ah ! salvala sempre : Tu la salvasti nel
tempo, salvala nell’eternità. Pisa per fede li considera come Madre,
guardala Tu per misericordia, deh ! guardala come Figlia.
Con questa fiducia intanto Noi diamo a tutti Voi, Fratelli e Figli
dilettissimi, con effusione di cuore la Pastorale Benedizione.
Dato in Pisa dal Palazzo Arcivescovile presso S. Maria
Maggiore questo dì 4. Agosto 1847.
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GIOVW BATISTl ARCIVESCOVO DI PISA
> %
Dott. PIETRO PER13ZZI
Primo Cariceli. Àrch

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Estremi cronologici: 1847 agosto 04
Segnatura definitiva: MRI0095
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 72X53 cm
Colore: bianco e nero
Immagine: stemma
Autore: Parretti Giovan Batista, arcivescovo di Pisa
Tipografo (ente): Ranieri Prosperi, tipografia
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data e luogo di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: Un giorno chiaro e sereno suol compensare assai largamente nel suo giro benefico quei dì torbidi e foschi, che tramontarono...
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