Gio. Batista Parretti per la grazia di Dio e della S. Sede apostolica Arcivescovo di Pisa…
PER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICA
ARCIVESCOVO DI PISA
PRIMATE DELLE ISOLE DI CORSICA E SARDEGNA ED IN ESSE LEGATO NATO
DELLA SANTITÀ 1)1 IV. S. PIO PAPA IX.
PRELATO DOMESTICO ED ASSISTENTE AL SOGLIO PONTIFICIO EC.
Al suo Venerabil Clero e diletto Popolo salute5 benedizione^ e spirito
di ringraziamento.
Un’ opera ammirabile delle misericordie divine si è in
questi ultimi dì solennemente manifestata all’ Italia, all’ Europa, a
tutti i Popoli della Terra. Quel Dio, che regge le sorti degli Im-
perj, e delle Nazioni, e che talvolta ancor le gastiga, ma sol per
salvarle, si è mosso a pietà della Città eterna, in cui ha seggio
il suo Venerabile Vicario nel governo della Cattolica Chiesa j e
come un di, vivendo vita mortai sulla Terra, pianse sulle sven-
ture e sulla desolazione di Gerosolima, sospirò ora sulle sciagure
untante eli Roma , ne arrestò il corso, e ne segnò il confine. E
come infatti, e d’ onde, senza un evidente ajuto dall’ alto, avrebbe
potuto mai quella santa Città, oppressa dalla sfrenata violenza
delle passioni, fluttuante tra le incertezze e gli orrori, avvilita e
schiacciata dai terrori di morte, come avrebbe mai potuto sperare,
e d* onde, se non da Dio , per ¥ intercessione di Maria Vergine
Immacolata, sua potente Àusiliatrice e Conforto, e dei Ss. Apo-
stoli Pietro e Paolo , suoi specialissimi Protettori, la sua libera-
zione, la sua salvezza ?
Il cenno autorevole della volontà del Signore lo intesero i Re,
e i Popoli della Terra , e si riscossero. Ovunque si palesò allora
il fremito della pubblica indignazione pei tanti vituperevoli oltrag-
gi, scagliati ogni dì contro 1′ augusta e sacra Persona del Capo
visibile della Chiesa, che forte della santità dei suoi religiosissimi
sentimenti, uè punto spaventato dalla furia della tempesta, scate-
nata contro la Navicella, di cui Egli siede al timone, era profon-
damente penetrato delle disgrazie soltanto dell’ amato suo Popolo.
Ovunque s’ alzò allora una voce concorde a prò di Roma, già
brutalmente macchiata di cittadino sangue, e di una nera e mo-
struosa ingratitudine verso il più mite e più generoso Pontefice,
costretto dalla perfidia a bere il calice della sua afflizione, e a
mangiare neh” esilio il pane del suo dolore. A quattro delle prin-
cipali Potenze d’ Europa, che si gloriano di esser Figlie della Cat-
tolica Chiesa, ne fu quindi di coniun consenso affidata ¥ onorevole
impresa*, e ben presto il conosciuto valore delle armi di Francia,
espugnata ¥ ostinata resistenza di una fazione ribelle ai diritti di
umanità e di giustizia, spiegò sulle cime di quelP alma Città il
vessillo della Religione, dell* ordine, e della pace. Dio sia adun-
que benedetto, e benedetto in eterno !
Nò punto meno è da ammirarsi un’ altra opera delle divine
misericordie, or ora compiutasi fra di noi, il ritorno, cioè, so-
spirato in mezzo al suo Popolo dell’ ottimo nostro Principe
LEOPOLDO IL e di tutta la religiosissima sua Famiglia, che, do-
po la forzata partenza dalla sua Toscana, ora con giubbilo di
tutti i buoni, che costantemente gli serbarono in cuore la loro
lede, rientra, dopo ¥ assenza di cinque mesi e più, al governo
di questo Popolo stesso : ritorno, chiesto incessantemente e viva*
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mente alla Misericordia Divina, e coi più caldi e sinceri voti ar-
dentemente e generalmente sollecitato. Noi soffrimmo abbastanza.
Ah ! sia dunque ora questo ben augurato ritorno di un Padre nel
sen dei suoi Figli il pegno non dubbio di quella tranquillità, di
quell’ ordine, e di quella prosperità, che faccia lungamente felice
Lui stesso, e tutta insiem la Toscana.
E chi ora, compiuto così il trionfo delle misericordie divine,
non si affretterà a prostrarsi ai piò dell’ Altare, su cui si adora
il Dio della bontà e della salute di tutte le Genti, per isciogliere
la lingua a giusto tributo di riconoscenza in Inni di laude e di
benedizione ? Chiunque ha in petto un cuore, che senta i benefi-
zi della Religione, dell’ ordine, e della pubblica tranquillità, non
se ne ristarà certamente.
Noi pertanto, sull’ esempio di ciò, che sì è già fatto in Ro-
ma nel primo e più augusto Tempio, che sia sulla Terra, bene-
diremo per questo duplicato oggetto solennemente al Signore col
Cantico del Ringraziamento nella nostra Chiesa Primaziale Dome-
nica prossima alle ore undici antimeridiane . Sarà cosi data
gloria al Dio delle misericordie . All’ intuonarsi di quell* Inno,
subito dopo la Messa = prò grattar imi od ione J= celebrata
solennemente, fin d’ ora ordiniamo , che si suonino le Campane
della stessa nostra Venerabile Basilica a festa : al qual cenno invi-
tiamo inoltre a rispondervi tutte le altre della Città, e del Su-
burbio. E di questa sacra funzione anche nel Sabato precedente do-
po ¥ Ave Moria della sera tutte le già mentovate Chiese ne diano
egualmente ¥ annunzio al pubblico collo stesso festivo suono.
Eredi Voi, carissimi Fratelli e Figli, della iede e della pietà
dei nostri Maggiori, che sempre si distinsero eminentemente nell’eser-
cizio di queste religiose virtù, vi studierete, Noi non ne dubitiamo,
di presentarvi al Tempio in quel dì, per porgere al Signore P o-
maggio di devozione e di ringraziamento, che noi gli dobbiamo j e vi
darete impegno altresì di lucrare, intervenendovi, 1′ Indulgenza dì
quaranta giorni, che a tutti volentieri accordiamo.
In quell’ occasione vogliate ancora pregare istantemente il Si-
gnore per la prosperità lungamente durevole del Venerando Pon-
tefice PIO IX., dell’ amatissimo nostro Sovrano LEOPOLDO IL , e
di tutta la Real sua Famiglia, e ricevere la nostra Pastoral Benedi-
zione, che intanto con tutto 1′ animo Noi vi diamo.
Dato in Pisa dal Palazzo Arcivescovile
questo di 24. Luglio 1849.
GIOVAX BATISTA ARCIVESCOVO DI PISA
Doti. PIETRO PEIUZZI
Primo Cancell. Jr&vescovile
Presso Ranieri Prosperi Stampatore Arcivescovile